Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

6 ottobre 2022.

Rassegna anno III/n. 274

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Per ascoltare l’audio:          

                                               

Le vignette sono QUI

Sono passati sette mesi e 11 giorni di guerra russa in Ucraina.

Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. Sono passati sei mesi e il regime di Al-Sissi è sordo agli appelli e nelle cancellerie internazionali prevale l’insensibilità. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Oggi giovedì 6 ottobre digiuna Paolo Pignocchi, di Amnesty International Italia – Coordinamento Europa – Circoscrizione Marche. Come già sapete, Paolo ha fatto una scelta di raro impegno: ha scelto di digiunare una volta alla settimana in solidarietà nei confronti di Alaa. 

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno. Urge una vostra adesione.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

Lo scorso 30 giugno, Anbamed ha spento la seconda candelina. Due anni fa è iniziata questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente. Puntuale, completa e senza interruzioni. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.

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I titoli 

Migranti: 15 morti e 20 dispersi in un naufragio di fronte a Lesbo, in Grecia.

Palestina Occupata: Un altro ragazzo 21enne assassinato dai soldati israeliani durante un rastrellamento ad est di Nablus.

Iran: Gli studenti scendono in piazza di nuovo in sfida alla dittatura.         Il regime mobilita decine di migliaia di donne in difesa del chador.

Iraq: I seguaci di Sadr hanno invaso e distrutto gli studi televisivi del canale privato Quattro.

Siria: Offensiva terroristica di Daiesh nel nord est amministrato dai curdi.

Libano: Distrutto dalle fiamme un campo profughi siriani. Nessuna vittima, ma 93 famiglie hanno perso tutto.

Etiopia: La prossima settimana negoziati in Sud Africa.

Petrolio: Opec+ riduce la produzione di 2 milioni di barili al giorno.

Le notizie

Migranti

Almeno 15 migranti sono morti in un naufragio vicino alle coste dell’isola greca di Lesbo. Le guardie costiere greche hanno salvato in mare, all’alba di oggi giovedì, 5 persone, ma ci sono altre 20 che mancano all’appello. I superstiti hanno raccontato che sulla barca partita dalle coste turche vi erano 40 persone.

Palestina Occupata

Durante la chiusura totale della Cisgiordania, l’esercito di occupazione ha compiuto operazioni di rastrellamento a Nablus, Jenin e Al-Khalil, con decine di feriti e arresti. Ad est di Nablus, nel villaggio di Deir Hatab, è stato assassinato un giovane di 21 anni, Alaa Nasser, colpito alla testa mentre lanciava pietre contro i soldati. L’operazione di rastrellamento aveva come obiettivo l’arresto di un militante palestinese della resistenza armata, Salman Omran, che dopo tre ore di sparatoria con i soldati è stato catturato. Prima di cadere nelle mani dell’esercito aveva lanciato sui social un suo messaggio video chiamando i giovani del villaggio, che sono accorsi con il lancio di pietre per disturbare.

Iran

Le proteste non si placano in tutto il paese. Ieri è stata la giornata degli studenti che sono usciti in manifestazioni fortemente partecipate. Studenti delle scuole superiori e universitari hanno sfidato la polizia e sfilato per le strade gradando slogan contro la dittatura. Le ragazze erano senza velo, un segno di sfida per rivendicare la cancellazione delle leggi liberticide. La polizia si è limitata al lancio di idranti e lacrimogeni. Ad Isfahan, i commercianti hanno chiuso le saracinesche in sciopero di solidarietà con gli studenti. Nella capitale Teheran il regime ha mobilitato i suoi seguaci. Decine di migliaia di donne sono scese in piazza in difesa del rispetto del chador e in difesa della “rivoluzione Islamica” dai pericoli esterni, come hanno gridato.  Per ridurre la pressione internazionale, il governo Raissi ha rilasciato un ottantacinquenne statunitense, detenuto dal 2016 per spionaggio. È arrivato ieri in aereo a Moscat, capitale dell’Oman.  

Iraq

I seguaci dell’Imam Sadr hanno invaso la sede del Canale 4, emittente televisiva privata vicina a Hashd Shaabi, l’ala sciita rivale. Una folla di arrabbiati ha assediato l’edificio per ore e poi è entrata devastando gli studi e le strumentazioni. Il motivo dell’aggressione è una frase pronunciata dalla presentatrice, Muna Salem e considerata offensiva per il movimento “Sayiroun”. La direzione dell’emittente ha chiesto al governo la protezione delle sue sedi, in difesa della libertà di stampa e si è riservata il diritto di perseguire nei tribunali gli aggressori. Il premier Al-Kadhimi ha condannato l’azione violenta e ha messo in guardia dalla degenerazione dello scontro politico.

Siria

Nelle ultime 24 ore l’organizzazione jihadista Daiesh (ISIS) ha compiuto, nella sola provincia di Deir Azzour, 5 attacchi armati con morti e feriti. Gli attacchi sono avvenuti con agguati contro auto, sparatorie e bombe nascoste fatte esplodere con telecomando. L’azione più grave è avvenuta ieri contro un ufficiale delle Forze Democratiche siriane. È stato trovato morto sul ciglio della strada crivellato con le pallottole e sopra il suo corpo un foglietto di rivendicazione.

Libano

Un colossale incendio ha divorato metà delle tende del campo profughi siriani Wafaa, ad est della cittadina libanese Irsaal. 93 tende, di un totale di 200, sono state ridotte in cenere con tutti gli averi dentro, compresi i documenti identificativi. Per fortuna nessuna vittima, grazie anche al pronto intervento dell’esercito libanese che ha provveduto a trasferire le persone in un altro luogo. In Libano vivono un milione e 800 mila profughi siriani e 400 mila palestinesi. Il governo di Beirut ha pianificato di rimandare in Siria 15 mila profughi al mese, ma l’ONU si è opposta, per la mancanza di sicurezza nel loro paese martoriato dalla guerra e dalla dittatura.    

Etiopia

L’Unione Africana (UA) ha affermato in un comunicato che la prossima settimana si svolgeranno in Sud Africa i negoziati tra il governo etiopico e il Fronte Popolare di Liberazione del Tigray (FPLT). Il governo di Addis Abeba ha confermato la partecipazione, ma il portavoce del FPLT ha affermato di non essere a conoscenza di tale invito. Fonti diplomatiche hanno confermato, in anonimato, l’esistenza di una lettera in data 1° ottobre indirizzata al premier etiopico ed al leader del Fronte. La scorsa settimana, sia il governo guidato ad Abi Ahmed, sia il segretario del Fronte, Debretsion Gebremichael, hanno dichiarato la loro disponibilità al negoziato. Nelle intenzioni dell’UA, le trattative saranno condotte dall’ex presidente nigeriano, Olusegun Obasanjo, dall’ex presidente keniota, Uhuru Kenyatta e dalla ex vice presidente del Sud Africa, Phumzile Mlambo-Ngcuka.

Petrolio

I paesi aderenti al cartello Opec+ hanno deciso di ridurre la produzione di 2 milioni di barili al giorno, per contenere la caduta dei prezzi. La decisione è stata presa durante la riunione dei ministri del petrolio del cartello a Vienna. È la più alta riduzione della produzione petrolifera dall’inizio dell’epidemia Covid19. Reazione negativa da parte della Casa Bianca che aveva chiesto nei mesi passati l’aumento della produzione per frenare la crescita dei prezzi. Washington accusa i paesi del cartello di aver scelto di allearsi con Mosca ed ha minacciato di studiare manovre per ridurre la loro influenza nella determinazione dei prezzi del greggio. La Russia ha annunciato che non fornirà petrolio alle società che accetteranno l’imposizione europea del tetto al prezzo del petrolio russo.

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