Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

09 novembre 2022.

Rassegna anno III/n. 308

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I titoli: 

Palestina Occupata: Un altro giovane palestinese ucciso dai soldati israeliani.

Egitto: Quarto giorno di sciopero della fame e della sete di Alaa Abdel Fattah.

Iran: Nella sola capitale, 1024 processi per le proteste seguite all’assassinio di Mahsa Amini.

Libia: Il procuratore della CPI a Tarhuna in visita delle fosse comuni.

Tunisia: Affondata al largo di Biserta una barca con a bordo 18 persone.

Algeria: Avanzata la richiesta di entrare nel gruppo BRICS.

Arabia Saudita-Iran: Mosca media tra Riad e Teheran.

Le notizie:

Palestina Occupata

Un giovane ucciso e 57 feriti in seguito all’invasione dei coloni nella città di Nablus. Il pretesto dell’entrata dei coloni nella città palestinese, scortati dai soldati in assetto di guerra, era la visita alla tomba di Giuseppe. Negli scontri che ne sono seguiti, le pallottole hanno avuto la meglio sulle pietre.

Egitto

Quarto giorno dello sciopero totale, della fame e della sete, di Alaa Abdel Fattah. La diplomazia ha fatto passi modesti a favore della sua liberazione, negli incontri bilaterali con il generale Al-Sissi, durante i lavori del vertice sul clima che si tiene a Sharm Sheikh. Il regime non ha permesso la visita in carcere alla madre, Leila Sueif, e non ha fornito nessuna prova della presenza in vita di Alaa. I timori riguardano l’alimentazione forzata per tenerlo in vita fino alla conclusione di COP27 e la fine della copertura mediatica. Questo timore lo ha espresso esplicitamente la sorella Sanaa nel suo intervento durante la conferenza sui diritti umani al COP27 (vedi).

Anche le pressioni dell’ONU non hanno sortito nessuna clemenza nella granitica determinazione repressiva della dittatura.

In Italia è in corso un digiuno collettivo, in solidarietà con Alaa, di un centinaio di giornalisti, politici e attivisti. (L’elenco completo degli aderenti lo trovate qui).

Iran

La procura ha annunciato che sono stati citati in giudizio 1024 persone, in riferimento alle proteste nate dopo l’assassinio di Mahsa Amini. Questo numero riguarda soltanto la capitale Teheran. Il portavoce ha definito le vittime del provvedimento “fomentatori di disordini”. Si temono – come ha annunciato lo stesso procuratore della capitale e come hanno chiesto i parlamentari – molte condanne a morte.

Le proteste continuano malgrado la repressione e le minacce degli esponenti del regime, a partire dalla stessa guida spirituale sciita, Khaminei. Al centro della protesta ci sono gli studenti universitari che proseguono lo sciopero della didattica, fino alla liberazione dei loro compagni arrestati.

Libia

Il procuratore generale della Corte Penale Internazionale, Karim Khan, ha compiuto ieri una visita a Tarhuna, 80 km a sud di Tripoli. Si è recato nei luoghi dove sono state scoperte le fosse comuni ed ha incontrato i sopravvissuti e le famiglie delle vittime (vedi). Oggi, mercoledì 9 novembre, Khan esporrà al Consiglio di Sicurezza dell’ONU il rapporto sui crimini di guerra compiuti in Libia dal 2011 in poi.

Tunisia

Una barca è affondata al largo delle coste di Biserta. A bordo vi erano 18 persone, dei quali soltanto 5 sono stati salvati. Un corpo è stato riportato dalla guardia costiera e le ricerche sono ancora in corso, per trovare gli altri 12 dispersi.

La crisi economica ha spinto molti giovani tunisini a tentare di raggiungere le coste italiane, a rischio della vita. Nei primi 10 mesi di quest’anno, la guardia costiera tunisina ha bloccato in mare 22 mila migranti e riportati indietro.

A Zarzis, invece, familiari di migranti scomparsi hanno invaso il cimitero dei senza nome, per tentare di identificare i corpi dei loro cari tra quelli recuperati lo scorso mese e sepolti dalle autorità comunali, senza le necessarie indagini per la loro identificazione.

Nella scorsa settimana si è tenuto uno sciopero di protesta, che ha coinvolto tutta la cittadinanza, con chiusura delle scuole, blocco dei trasporti e saracinesche abbassate dei negozi. Le autorità hanno deciso la chiusura del cimitero dei senza nomi, ma i parenti hanno scavalcato ieri il muro e aperto le tombe per tentare di identificare le vittime, controllando i vestiti.     

Algeria

Il ministero degli esteri ha annunciato che Algeri ha presentato ufficialmente la richiesta di aderire al gruppo BRICS. “Russia e Cina hanno già espresso parere favorevole e si attende la conclusione delle valutazioni degli altri tre paesi, Brasile, India e Sud Africa”, ha affermato Leila Zroughi, responsabile del dossier.

BRICS è un gruppo alternativo al G7 e raggruppa le 5 economie emergenti, con forte crescita del prodotto nazionale. Raccoglie attualmente il 40% della popolazione mondiale e il 25% dell’economia globale. Nella fase odierna della crisi dell’Ucraina e di Taiwan, BRICS rappresenta anche uno schieramento politico e non solo economico.  

Arabia Saudita-Iran

Il Cremlino ha annunciato il proprio impegno a mediare tra l’Arabia Sauditae l’Iran, “per superare pacificamente la crisi in corso”. È una risposta indiretta ai tamburi di guerra che Washington ha messo in campo, schierando i caccia della V flotta ai confini dell’Iran e parlando di un possibile attacco iraniano contro il territorio saudita. Molti osservatori mediorientali hanno visto, in quelle agitazioni statunitensi, un tentativo di riportare Riad nell’ovile della Casa Bianca, dopo la rottura sui prezzi del petrolio. Le relazioni diplomatiche persiano-saudite sono interrotte dal 2016 e negli ultimi anni si sono aperti spazi di trattative bilaterali dirette, con la mediazione dell’Iraq. L’ultimo incontro si è tenuto lo scorso aprile e lo scoglio principale alla ripresa dei rapporti è la guerra in Yemen.  

Mondo

Sono passati otto mesi e 14 giorni di guerra russa in Ucraina.

Appelli:

Anbamed chiama la vostra sensibilità per salvare la 20enne sudanese, Amal, dalla lapidazione. Vi chiediamo di scrivere una lettera all’ambasciata sudanese a Roma:  https://www.anbamed.it/2022/10/25/appellp-salvate-amal-dalla-lapidazione/

Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. Da domenica 6 novembre, ha iniziato anche lo sciopero della sete. Il regime di Al-Sissi è sordo agli appelli e nelle cancellerie internazionali prevale l’insensibilità.

In Italia, dal 28 maggio, è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Oggi, mercoledì 9 novembre, un centinaio di volontari rispettano un digiuno collettivo in solidarietà con Alaa.

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno. Urge una vostra adesione.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

Sostenete Anbamed

Il prossimo 29 novembre è il secondo anniversario della costituzione di Anbamed, aps per la multiculturalità.

Questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente continua “puntuale, completa e senza interruzioni”, come l’ha definita un collega. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.

Il rapporto delle donazioni dal 1° al 31 ottobre 2022 ci dice che sono state raccolte 730 € (+ 165 € rispetto al mese precedente).

Grazie per la sensibilità e l’impegno a coloro che hanno risposto al nostro appello.

Questa rassegna sopravvive grazie ai contributi dei suoi lettori e ascoltatori.

Ecco i dati per il versamento:

Associazione Anbamed, aps per la Multiculturalità

Iban: IT33U0891382490000000500793

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1 commento

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