Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

16 novembre 2022.

Rassegna anno III/n. 315

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Le vignette sono QUI

Per ascoltare l’audio:

I titoli: 

Palestina Occupata: Tre coloni israeliani assassinati a coltellate. L’attentatore è stato ucciso dall’esercito.

Egitto: Alaa Abdel Fattah ha smesso lo sciopero della fame in carcere.

Iran: Il blogger Hossein Ronaghi-Maleki è in pericolo di vita nel carcere di Evin.

Siria: Mistero sull’arresto di un narcotrafficante italiano da parte di Tahrir Sham. Per l’Italia sarebbe stato arrestato a Dubai.

Turchia: Arrestato l’uomo che avrebbe pianificato l’attentato di Istanbul. Ankara minaccia di cancellare i curdi dal nord della Siria e Iraq.

Kuwait: Oggi sono previste sette esecuzioni di condanne alla pena capitale. Appello di Amnesty.

Le notizie:

Palestina Occupata  

Tre coloni israeliani sono stati assassinati a accoltellate da un palestinese, che è riuscito a fuggire e rubare una macchina, investendo altre persone, per poi essere intercettato e ucciso dall’esercito. È avvenuto in due colonie illegali vicino a Salfit, a sud di Nablus. Le forze di occupazione hanno mobilitato rinforzi e imposto il coprifuoco nella zona. La casa della famiglia dell’attentatore sarà demolita. Una vendetta collettiva che l’esercito israeliano ha sempre praticato, ma che non ha mai avuto l’esito deterrente sperato dagli strateghi di Tel Aviv.

La tensione in Cisgiordania è figlia della politica degli occupanti che in questi anni hanno intensificato la colonizzazione e i tentativi di cacciare i palestinesi dalle loro case, come sta avvenendo a Sheikh Jarrah (Gerusalemme est) e Masafer Yatta (El-Khalil).

L’apertura di un’indagine federale USA sull’assassinio della giornalista palestinese-statunitense, Shireen Abu Aqileh, ha trovato la soddisfazione della famiglia e dell’ANP e il rifiuto di Israele. Il ministro dimissionario della difesa di Tel Aviv, Gantz, ha detto che l’esercito non collaborerà con paesi stranieri nelle indagini che riguardano l’operato dei soldati.   

Egitto

Alaa Abdel Fattah ha informato la famiglia, in una lettera consegnata alla madre ieri e scritta lunedì, che ha messo fine al suo sciopero della fame e che spiegherà tutto durante la visita mensile di giovedì 17 novembre, domani. Ha chiesto anche di portare una torta per festeggiare il compleanno, che cade venerdì 18. C’è un clima di speranza per la sua imminente liberazione. È stato notato un cambio di registro nella stampa del regime. I giornalisti prezzolati che prima non citavano neanche il suo nome, definendolo “il detenuto che dice di seguire lo sciopero della fame”, adesso scrivono di questa lettera accostando al suo nome e cognome la qualifica di “attivista politico”, mai usata prima. Devono aver ricevuto ordini dall’alto, altrimenti non si spiega questa sterzata di 180 gradi.

La repressione in Egitto non cessa un minuto a perseguitare ogni dissenso. Il fondatore del partito “Pane e libertà” (in fase di costituzione), Ziad Abu Fadel, sparito dopo l’arresto la scorsa settimana insieme ad un suo amico, è apparso ieri al tribunale per la sicurezza dello Stato con l’accusa di appartenenza a organizzazione terroristica, finanziamento del terrorismo, diffusione di notizie false ed istigazione a comportamenti terroristici. Tutta questa sfilza di accuse per aver camminato per strada insieme ad un amico il giorno 11/11, data della fantomatica mobilitazione contro il regime, di fatto mai avvenuta. I due adesso sono in arresto in attesa di conclusione indagini.

Iran

Il blogger Hossein Ronaghi-Meleki è stato trasferito in ospedale dal carcere di Evin, per le sue pessime condizioni di salute nelle quali è stato abbandonato per lungo tempo. Il fratello Hassan ha scritto su un account social che il fratello è stato tenuto per molto tempo su una sedia a rotelle senza cure, con le gambe rotte a causa delle bastonate ricevute dalle guardie. Non si trova in ospedale, ma in un ambulatorio all’interno del carcere. “Con lui non abbiamo nessun contatto diretto, se non notizie di altri prigionieri narrate ai loro parenti, per telefono o per lettera. La sua vita è in pericolo”, conclude.

Nel paese le manifestazioni sono incessanti, anche in risposta all’appello lanciato per una mobilitazione di tre giorni per l’anniversario della rivolta del 2019. In un file audio trapelato e diffuso da una radio dell’opposizione all’estero, un alto responsabile dei servizi di sicurezza riconosce l’impotenza del regime di far fronte a queste manifestazioni di massa. Ne descrive i motivi secondo le diverse analisi all’interno dei servizi: complotto esterno (quella prevalente), errata gestione di elementi interni (repressione poliziesca) e le condizioni economiche. Nelle conclusioni del suo discorso raccomanda l’uso della massima azione repressiva per domare la rivolta.

Il Consiglio ONU per i diritti umani, con sede a Ginevra, ha lanciato un appello al governo iraniano di liberare i manifestanti arrestati ed ha deplorato le condanne a morte comminate.

Siria

Un sito siriano (Levant 24) ha pubblicato la notizia della cattura ad Idlib di Bruno Carbone, il narcotrafficante ricercato in Italia e condannato a 20 anni di reclusione. Sarebbe stato catturato ad Idlib da Tahrir Sham ed estradato in Italia dal governo di salvezza nazionale siriano via Turchia. La testata aggiunge che Carbone stava tentando di raggiungere il territorio sotto il controllo del regime di Assad. 

In Italia la notizia è leggermente diversa. Sarebbe stato catturato negli Emirati.

La Siria è ormai uno stato specializzato nella produzione ed esportazione illegale di droghe chimiche (Captagon,…). Per il contrabbando la Giordania e il Libano sono stati invasi, sia come destinatari finali che di transito. La Giordania ha dovuto schierare l’esercito lungo tutto il confine e cambiare le regole d’ingaggio, permettendo di sparare a vista ai passatori. Per il contrabbando dalla Siria alla Giordania sono stati usati dei droni e addirittura anche asini. Destinazione finale sono stati soprattutto i paesi del Golfo, Arabia Saudita in prima fila.

Una vicenda intricata, con un mistero sulla cattura del mafioso italiano.

Turchia

La polizia ha affermato di aver catturato il capo del gruppo che ha programmato e realizzato l’attentato di via Istiklal. Si tratterebbe di un cittadino siriano con “contatti a Qamishli”, città del nord est della Siria. Gli inquirenti turchi forniscono alla stampa materiale in immagini e rivelazioni sulle presunte confessioni, per avvalorare l’unica pista seguita dalle indagini, quella curda. Traspare evidente la campagna elettorale per le presidenziali del prossimo anno e la preparazione del terreno diplomatico, per un’offensiva terrestre su larga scala nel nord della Siria. In un comunicato del ministero della difesa di Ankara si afferma in modo netto che la “Turchia non ascolterà coloro che considerano questi come amici (in riferimento agli USA) e non tarderà il giorno nel quale li cancelleremo dalla faccia della terra”.   

Kuwait

Un portavoce dell’ufficio della procura nazionale del Kuwait, ha affermato che sette persone (quattro kuwaitiani, un siriano, un pachistano e una donna etiope) saranno messi a morte il 16 novembre (oggi) per il reato di omicidio. Ieri, Amnesty (QUI) ha rivolto un appello al governo kuwaitiano di sospendere le esecuzioni, le prime dopo una pausa di cinque anni. Le ultime esecuzioni, in Kuwait, hanno avuto luogo nel 2017.

Mondo

Sono passati otto mesi e 20 giorni di guerra russa in Ucraina. Missili sono caduti in Polonia, territorio NATO. Due morti. E adesso? I guerrafondai che fanno?

Appelli:

campagna a sostegno del blogger e attivista iraniano Hossein Ronaghi-Maleki. Hossein è stato arrestato il 24 settembre, picchiato e minacciato dalle guardie carcerarie. È in sciopero della fame da 49 giorni. La sua vita è in pericolo. Sono state attivate due petizioni per chiedere la sua immediata scarcerazione. Vi chiediamo di firmare le petizioni per la sua liberazione:

Anbamed chiama la vostra sensibilità per salvare la 20enne sudanese, Amal, dalla lapidazione. Vi chiediamo di scrivere una lettera all’ambasciata sudanese a Roma:  https://www.anbamed.it/2022/10/25/appellp-salvate-amal-dalla-lapidazione/

Sostenete Anbamed

Il prossimo 29 novembre è il secondo anniversario della costituzione di Anbamed, aps per la multiculturalità.

Questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente continua “puntuale, completa e senza interruzioni”, come l’ha definita un collega. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.

Il rapporto delle donazioni dal 1° al 31 ottobre 2022 ci dice che sono state raccolte 730 € (+ 165 € rispetto al mese precedente).

Grazie per la sensibilità e l’impegno a coloro che hanno risposto al nostro appello.

Questa rassegna sopravvive grazie ai contributi dei suoi lettori e ascoltatori.

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1 commento

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