Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

06 dicembre 2022.

Rassegna anno III/n. 335

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I titoli:

Sudan: Firmato l’accordo tra partiti e militari, per un governo civile. “I militari nelle caserme ed i partiti alle urne”.

Iran: Scioperi riusciti e il regime minaccia tolleranza zero.

Palestina Occupata: La guerra di Israele contro gli ulivi della Palestina: 13.320 ulivi sradicati nel 2022: quasi 40 alberi al giorno.

Siria: I russi avanzano nuove proposte ai curdi, per scongiurare l’invasione turca.

Tunisia: Inflazione annuale che sfiora le due cifre: + 9,8%.

Egitto: Rilasciato il giornalista Alexadarani, dopo 7 anni di carcere per aver fatto il suo dovere di informare.

Iraq: Aperto a Baghdad il Forum delle civiltà antiche.

Le notizie

Sudan

Firmato l’accordo per la formazione di un governo civile. Con la mediazione dell’ONU e dell’UA e la partecipazione di ambasciatori del cosiddetto Quartetto (USA, GB, Arabia Saudita ed Emirati), l’incontro tra i generali golpisti Burhan e Hamidati, da una parte, ed i rappresentanti dei partiti dall’altra, è avvenuto nel Palazzo presidenziale. “I militari in caserma e i partiti alle urne”, ha esclamato il generale Burhan prendendo a prestito uno degli slogan delle proteste. È un accordo di compromesso che prevede un periodo transitorio di due anni dalla data della scelta del primo ministro.

I punti salienti dell’accordo sono: la formazione di un governo civile tecnico, la scelta tra le forze politiche firmatarie di un legislativo provvisorio (con almeno 40% donne), la nomina di un presidente garante del corso costituzionale. Sarà compito di queste istituzioni l’avvio di una riforma delle forze armate e di scurezza, nel rispetto degli accordi di pace di Juba. L’accordo prevede esplicitamente l’allontanamento di tutti gli uomini del vecchio regime dittatoriale e del partito islamista al potere allora.  

Molte perplessità tra le forze militanti che hanno condotto le proteste di piazza in questi 14 mesi, dal colpo d Stato dei due generali. E certamente anche da parte degli islamisti estremisti, che sono scesi in piazza nei giorni scorsi accusando l’ONU di interferenza negli affari interni sudanesi.

Il motore che ha indotto i militari ad accettare il compromesso è stato la crisi economico-finanziaria, con il venire meno degli aiuti internazionali e le minacce del ritorno delle sanzioni.

Una fase delicata che non sarà facile gestire, visti i continui conflitti interetnici ed il sorgere di nuovi movimenti autonomisti.  

Iran

Si sono avviate bene le mobilitazioni di tre giorni. Negozi e mercati in varie città sono rimasti chiusi e il boicottaggio delle lezioni va avanti in vari atenei in previsione del 7 dicembre, quando in Iran si festeggia il ‘giorno dello studente’. Il presidente Ibrahim Raisi ha in programma un discorso in un ateneo e gli attivisti hanno annunciato che non mancheranno di fargli sentire il loro dissenso. Gli scioperi hanno coinvolto anche autotrasportatori e lavoratori degli impianti petrolchimici di Mahshahr e delle acciaierie di Isfahan.

I pasdaran hanno dichiarato che opereranno con “tolleranza zero” e senza pietà. Come se avessero finora usato i guanti di seta. L’inganno dell’abolizione della polizia “morale” si è subito smascherato. Non solo perché non c’è stata finora una comunicazione ufficiale, ma per la pratica quotidiana del regime. Il centro per i divertimenti di Teheran è stato chiuso perché è stata trovata una ragazza senza hijab. La ragazza è stata arrestata.

Palestina Occupata

Le truppe di occupazione israeliane hanno compiuto ieri rastrellamenti a Jenin, dove si sono avuti scontri armati con giovani della resistenza. La mobilitazione dell’esercito occupante riguarda tutto il nord della Cisgiordania.

Nella zona meridionale imperversa la pratica della confisca delle terre, per installare nuovi insediamenti ebraici illegali. A Dura, a sud ovest di Al-Khalil (Hebron), è stata demolita una moschea, per permettere l’allargamento della colonia di Negohot.

Un’altra pratica per la confisca delle terre è il taglio degli ulivi. Non solo con gli attacchi vandalici dei coloni, ma con il sistematico intervento dell’esercito di occupazione. A Salfit, 500 ulivi della famiglia Assi sono stati sradicati dall’esercito con il pretesto di creare una zona di verde protetta, ma il vero motivo è quello di annetterla ai vicini 7 insediamenti ebraici.

Gli ulivi sradicati dall’inizio dell’anno sono stati, in Cisgiordania, 13 mila, per un totale di 2 milioni di alberi divelti dal 1967.

Siria

I militari russi insistono nella loro mediazione per evitare l’invasione di terra turca contro Kobane e Manbij. È arrivato all’aeroporto di Qamishli, proveniente dalla base di Hmaimat, un aereo militare russo con a bordo una delegazione per trattare con i capi curdi dell’amministrazione autonoma. La proposta russa consiste nel ritiro delle unità militari curde con armamenti pesanti oltre la linea dell’autostrada M4 e il mantenimento nelle città della polizia locale con armamento leggero. Per la difesa della zona entrerebbe l’esercito di Damesco e ci sarebbero anche osservatori militari russi.

La direzione politica dei consigli dell’autonomia è in riunione permanente, per preparare una risposta a questa nuova proposta russa.

Tunisia

L’ufficio nazionale di statistica ha pubblicato il suo rapporto per il 2022. Viene registrata un’inflazione record che tocca il 9,8% rispetto ad un anno fa. È il decimo mese consecutivo di continua crescita dell’indice aumento dei prezzi. Il segretario del sindacato UGTT ha commentato: “questo governo sta portando la Tunisia verso un futuro ignoto”.

La crisi economico-finanziaria va di pari passo con quella istituzionale. Il 17 dicembre sono previste le elezioni politiche, boicottate dalla quasi totalità dei partiti, a causa della nuova legge elettorale imposta per decreto presidenziale. I partiti vengono esautorati da ogni ruolo nel processo elettorale. Non sono ammesse liste di partito ed a gareggiare per i seggi saranno dei candidati singoli, senza simbolo di partito, con un sistema elettorale maggioritario a turno unico.

Egitto

Il giornalista Ismail Alexandarani è stato rilasciato ieri dopo 7 anni di reclusione. Era stato condannato per le sue inchieste sulla situazione militare in Sinai, pubblicando notizie vere che il regime voleva nascondere.

Anas El-Baltaji, in detenzione preventiva da oltre nove anni e mezzo, è in isolamento da due settimane per punizione. Vietate le visite dei parenti e non si conosce nulla sulle sue condizioni. Anas aveva 19 anni quando è stato arrestato nel 2013. L’unica sua colpa è l’essere figlio di un ex dirigete della Fratellanza Musulmana, anche lui in carcere. Ha subito 6 processi, nei quali è stato sempre assolto, ma prima della sua liberazione, la procura per la sicurezza dello Stato ha presentato nuovi ordini d’arresto per accuse fotocopia. Ha subito poi una sola condanna a 1 anno, ma prima della scadenza della pena, gli è stata inventata un’altra accusa. Un accanimento che è arrivato ad impedirgli di continuare gli studi universitari dal carcere.   

Iraq

Si è tenuto a Baghdad il Forum delle Civiltà antiche. Dieci delegazioni dei paesi che rappresentano la culla delle civiltà: Grecia, Cina, Egitto, Iran, Messico, Italia, Bolivia, Perù e Armenia, oltre all’Iraq che presiede la sesta edizione di questo Forum.

Al centro del dibattito di questa sessione vi è la questione della restituzione del patrimonio archeologico trafugato illegalmente, con le guerre e i furti e storicamente con il colonialismo.

Va ricordato che l’Iraq è stato vittima, durante l’aggressione militare statunitense-britannica del 2003, di un sistematico e programmato saccheggio dei suoi tesori antichi. Il governo iracheno è riuscito nel corso del 2022 a farsi restituire oltre 18 mila preziosi pezzi, soltanto dagli Stati Uniti e dalla Gra Bretagna. Bush e Blair parlavano di esportazione della democrazia. In realtà si è trattato di furto di civiltà.

Notizie dal mondo

Sono passati nove mesi e 11 giorni di guerra russa in Ucraina.

Appelli:

Anbamed chiama la vostra sensibilità per salvare la 20enne sudanese, Amal, dalla lapidazione. Vi chiediamo di scrivere una lettera all’ambasciata sudanese a Roma:  https://www.anbamed.it/2022/10/25/appellp-salvate-amal-dalla-lapidazione/

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1 commento

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