Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

03 gennaio 2023.

Rassegna anno IV/n. 002

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I titoli:

Palestina Occupata: Ennesima provocazione del ministro Bin Gvir all’interno della moschea di Al-Aqsa.

Iran: Altre condanne a morte dopo sentenza farsa e senza difesa.

Tunisia: Sciopero dei trasporti pubblici ha bloccato il traffico nella capitale.

Egitto: Un elenco di 24 amnistiati alla vigilia del primo incontro del dialogo politico voluto da Al-Sissi.

Le notizie

Palestina Occupata

Itmar Ben Gvir ha compiuto stamattina, insieme ad un folto gruppo di suoi seguaci, un’incursione nella moschea di Al Aqsa, che lui e gli estremisti colonizzatori chiamano il monte del tempio. Questa volta lo ha fatto da ministro. La mossa del ministro della sicurezza interna è il preludio alla messa in pratica del piano per l’ebraicizzazione dei luoghi santi musulmani. Uno degli obiettivi è quello di istituire una sinagoga all’interno della moschea di Al-Aqsa. La provocazione del ministro sionista oltranzista ha l’obiettivo di trasformare il conflitto ad un livello religioso e deviarlo dalla sua natura di liberazione nazionale.   

Le forze di occupazione hanno fatto irruzione ieri nella casa dell’Imam di Al-Aqsa, Akrami, e lo hanno condotto in commissariato per un interrogatorio durato 5 ore. L’esercito occupante non ha gradito che l’imam abbia difeso il diritto dei palestinesi all’indipendenza e libertà. Durante un funerale di un giovane ucciso dai soldati israeliani, Akrami aveva sostenuto che l’occupazione sarebbe finita grazie alla determinazione del popolo. Per i militari israeliani questa frase sarebbe un incitazione alla violenza.

A Jenin si sono svolti ieri i funerali dei due giovani assassinati durante il rastrellamento delle truppe di Tel Aviv (Il video della demolizione dellla casa di una famiglia palestinese a Kafr Dana). I funerali sono stati affrettati nel timore che l’esercito prenda in ostaggio i corpi delle vittime, come è oramai una consuetudine macabra dei militari israeliani. I soldati in serata hanno fatto un blitz nelle città di Jenin e Nablus arrestando 18 persone.  

Iran

Sono riprese a ritmo serrato le condanne a morte contro i manifestanti. La cassazione ha confermato la condanna a morte per Mohammad Broughni, 19 anni, accusato di aver ferito un basiji. Lo ha scritto l’organo ufficiale della procura Mizan, smentendo le voci sulla riduzione della pena. Broughni era stato condannato a morte in primo grado il 6 dicembre. Come in tutti gli altri casi, il processo si è svolto senza un avvocato difensore di fiducia.

Inoltre la magistratura iraniana ha emesso due sentenze di condanna a morte per un manifestante di 18 anni a Mazandaran. Mehdi Mohammadifard, arrestato durante le proteste a Nowshahr, è stato accusato di corruzione in terra e guerra contro Dio. Oltre alla pena capitale, il tribunale lo ha condannato a un totale di sette anni e mezzo di carcere. Anche in questo caso all’imputato è stata negata la possibilità di essere difeso da un avvocato.

Reza Mojtabavi, è stato arrestato a Gonabad circa un mese fa. È stato condannato a morte per il suo attivismo sui social media.

Si assiste anche ad un altro inquietante fenomeno, quello della morte dei giovani arrestati, poco tempo dopo il loro rilascio: Alì Nazari, 21 anni, di Kermanshah è morto pochi giorni dopo il suo rilascio, per un attacco cardiaco durante il sonno. È il terzo caso sospetto.

Tunisia

Il settore del trasporto pubblico è entrato in sciopero, ieri, per protesta contro il mancato pagamento degli stipendi del mese di dicembre e la tredicesima. I lavoratori hanno svolto una manifestazione davanti alla sede del governo. Il traffico nella capitale è entrato in tilt a causa dell’uso massiccio delle auto private. La crisi finanziaria dello Stato ha messo in difficoltà le aziende pubbliche e non si intravvede una soluzione a breve termine. Il FMI ha promesso di concedere un prestito, ma finora vengono rinviati gli incontri per il sì definitivo.

Egitto

La commissione per l’amnistia ha annunciato che un nuovo gruppo di 24 detenuti politici è stato rilasciato. Tra di loro l’attore Ahmed Samida, che è stato accusato di uso improprio dei social media e mai processato dal 2018. Un altro nome noto tra i liberati è l’ingegnere Ahmed Badawi, in carcere dal 2019 per aver manifestato da solo in piazza Tahrir, con in mano un cartello dove aveva scritto: “No alla riforma costituzionale”, provvedimento che aveva prolungato la possibile rielezione di Al-Sissi fino al 2030.

Questo provvedimento presidenziale di amnistia avviene a due settimane dall’avvio del dialogo nazionale, che nelle intenzioni del potere dovrebbe delineare un processo di democratizzazione pilotata della vita politica. È il primo elenco di persone liberate dalla conclusione della Conferenza sul clima COP27, tenuta a novembre a Sharm Sheikh, dove si sono svolte manifestazioni e interventi sui diritti umani in Egitto e sono state lanciate campagne per la liberazione di Alaa Abdel Fattah e di tutti gli altri 60 mila detenuti politici egiziani.

Notizie dal mondo

Sono passati dieci mesi e 8 giorni di guerra russa in Ucraina.

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