Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

07 gennaio 2023.

Rassegna anno IV/n. 006

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I titoli:

Siria: 157 Jihadisti catturati delle Forze curde nel nord est della Siria.

Palestina Occupata: Il governo Netanyahu si vendica per il ricorso alla Corte di giustizia internazionale bloccando i fondi dell’ANP.

Arabia Saudita: Appello per la liberazione della ricercatrice Shehab.

Sudan: Rimosso per raggiunta età pensionabile il giudice del processo contro Omar Bashir. È il terzo cambio di giudice in due anni.

Iran: Arrestato un giornalista per aver intervistato i parenti degli attivisti condannati a morte.

Tunisia: Rimossa la ministra del commercio. Capro espiatorio del fallimento della politica economica di Saied.

Iraq: Convocato in tribunale il ministro della giustizia per intralcio ad un’inchiesta su un caso di corruzione.

Egitto: Ilfiglio dell’ex presidente Sadat critica la politica economica del governo del Cairo.

Le notizie

Siria

Le Forze democratiche siriane (SDF) a guida curda hanno compiuto, durante l’ultima settimana, operazioni di inseguimento per la cattura dei miliziani di Daiesh nel nord est della Siria. Secondo un rapporto delle SDF, sono stati catturati 157 jihadisti e loro sostenitori. I rastrellamenti sono avvenuti in 55 villaggi delle zone rurali di Hasaka e Deir Azzour oltre al controllo in una vasta aera del confine con l’Iraq. Le operazioni sono state condotte con il sostegno aereo delle forze statunitensi.

L’operazione è stata decisa dopo l’attacco compiuto dai jihadisti contro il carcere di Raqqa di una settimana fa, che aveva portato alla fuga di alcuni capi del movimento terroristico. Nei documenti sequestrati sono stati scoperti piani per attacchi nelle città di Hasaka e Qamishli.

  

Palestina Occupata

Il governo israeliano ha messo in atto la sua vendetta contro l’Autorità Nazionale Palestinese occultando i fondi che le spettano dalle tasse raccolte da Israele nei territori palestinesi occupati. Il provvedimento è la reazioni rabbiosa al ricorso della Palestina alla Corte di giustizia internazionale per “definire la natura dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi”. Sono 5 i provvedimenti coercitivi che saranno applicati: blocco di 39 milioni di dollari delle tasse riscosse e spettanti all’ANP, blocco di altri 13 milioni di tasse doganali, sospensione delle licenze di costruzione nelle zone C della Cisgiordania (sotto il totale controllo militare ed amministrativo israeliano), annullamento dei permessi di transito per le personalità dell’ANP, maggiori restrizioni sulle organizzazioni palestinesi della società civile.

Il governo israeliano si sente al di sopra delle leggi e non intende sottoporre i crimini compiuti contro il popolo palestinese al giudizio degli organismi internazionali.  

Arabia Saudita

Amnesty International ha rinnovato l’appello per la liberazione dell’attivista Salma al-Shehab, condannata lo scorso agosto da un tribunale antiterrorismo saudita a 34 anni di carcere per aver pubblicato dei tweet sgraditi alle autorità. Come lei c’è un numero di prigionieri politici che, secondo Amnesty, è di circa 3.000 persone. Shehab è dottoranda all’università di Leeds ed ha due figli piccoli che sono rimasti con il marito in Gran Bretagna. Il suo arresto risale al gennaio 2021, durante una visita alla famiglia in Arabia Saudita. Era stata condannata in primo grado a 6 anni di reclusione e poi, nel ricorso, la pena è stata elevata a 34 anni di carcere e divieto di espatrio per altri 34 anni. I lampi del neorinascimento arabo.

Sudan

Il processo contro l’ex dittatore Omar Bashir non s’ha da fare. Anche il terzo giudice nominato a presiedere la corte è stato dimesso per “raggiunta età pensionabile”. I due precedenti si sono dimessi, uno per motivi di salute e l’altro aveva denunciato pressioni. Il giudice Hossein Sheikh doveva presiedere l’udienza di martedì scorso, ma il giorno prima ha ricevuto la lettera di dimissioni. La seduta è stata rinviata per due settimane. La prima ed ultima apparizione di Bashir in pubblico è stata del 20 dicembre nell’udienza per il processo ai militari che il 30 giugno 1989 rovesciarono il governo civile eletto di Sadeq El-Mahdi. Fonti del ministero di giustizia hanno dichiarato sotto anonimato che “sarebbe stato possibile prolungare il servizio del giudice Sheikh fino alla conclusione del processo, ma qualcuno trama per insabbiare la causa, nel timore che gli imputati trascinino, nelle loro dichiarazioni in aula, militari ancora in servizio”.

Iran

Le autorità iraniane hanno arrestato il giornalista Mehdi Peyk, caporedattore politico del giornale riformista Etemad. Non sono chiari i motivi dell’arresto, ma secondo alcuni colleghi all’origine del provvedimento repressivo potrebbero esserci le interviste che Peyk aveva svolto con i familiari di attivisti condannati a morte. Negli ultimi 4 mesi secondo l’associazione dei giornalisti iraniani, 73 giornalisti e fotografi sono stati arrestati per aver compiuto il loro dovere di informare.  

Tunisia

Il presidente Saied ha dimissionato la ministra del commercio, Fadhila Rabhi. Il provvedimento è avvenuto dopo un incontro con la premier Najlaa Budin. La Tunisia soffre da un’inflazione che ha toccato le due cifre raggiungendo in dicembre il 10,2% su base annua. Oltre all’aumento dei prezzi, la rete di distribuzione di merci di prima necessità, come farina, olio e zucchero, è inceppata e nei mercati scarseggiano. Il governo accusa non precisati monopolisti, ma in realtà la causa principale è la crisi economica che impedisce le importazioni a causa della mancata copertura finanziaria in valuta estera presso la Banca centrale. Il governo attende un prestito del FMI per 1,9 miliardi di dollari, ma le condizioni capestro del Fondo avrebbero effetti peggiori sugli strati popolari della popolazione.

Iraq

Per la prima volta un giudice ha iscritto il ministro della giustizia e alti funzionari del ministero nell’elenco degli indagati. La Corte per la trasparenza amministrativa ha convocato il ministro per interrogarlo con l’accusa di intralcio all’azione giudiziaria. Il ministro, con la complicità di alcuni funzionari, avrebbe impedito l’arresto di imputati per corruzione e bloccato la fornitura di documenti richiesti nelle inchieste sugli scandali scoppiati negli ultimi anni.   

Egitto

Mohammed Anwar Sadat, presidente del partito Riforme e Sviluppo e figlio dell’ex presidente Anwar Sadat, ha chiesto la rimozione dei ministri delle finanze e dell’economia, per “palese incapacità di gestire la crisi, semplicemente perché sono loro coloro che l’hanno causata”. La crisi economica egiziana ha portato alla svalutazione della lira lo scorso ottobre ed al crollo del cambio fino a superare 27 lire per un dollaro. Secondo Sadat, l’aumento dei crimini nella società è figlio della crisi, che ha impoverito ulteriormente la popolazione. “La crisi non ha colpito soltanto gli strati poveri, ma – secondo Sadat – anche la classe media è in difficoltà”. La svalutazione reale della lira nel 2022 è stata del 57% e l’inflazione registrata ufficialmente è del 18,7%. “Con queste cifre, un governo responsabile dovrebbe ascoltare i partiti e la società civile e cambiare tutto il vertice economico che ha causato questo disastro”.

Notizie dal mondo

Sono passati dieci mesi e 13 giorni di guerra russa in Ucraina. Putin ha ordinato una tregua unilaterale di un giorno per il Natale Ortodosso.

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