Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

22 gennaio 2023.

Rassegna anno IV/n. 021

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I titoli:

Palestina Occupata: Un lavoratore palestinese assassinato da un colono in un insediamento illegale. L’esercito israeliano impedisce i soccorsi.

Israele: 125 mila israeliani in piazza a Tel Aviv contro il governo dell’estrema destra.

Tunisia: Condotto in carcere l’ex capo gruppo del partito Karameh. Era stato condannato dal tribunale militare.

Libia: A Tripoli, scontri tra milizie governative che si contendono il controllo della zona dell’aeroporto civile.

Siria: L’Isis rialza la testa anche nelle province meridionali.

Etiopia: Le truppe eritree cominciano il ritiro dal Tigray.

Turchia: Annullata la visita ad Ankara del ministro della difesa svedese.

Libano: Beirut perde il diritto di voto all’ONU, per mancato saldo delle quote spettanti.

Le notizie

Palestina Occupata

Un colono israeliano ha ucciso il lavoratore palestinese, Tariq Aodeh, 42 anni, con un colpo di pistola. La polizia accusa la vittima di aver tentato di accoltellare l’assassino. È avvenuto nell’insediamento illegale di Sideh Efraim a nord di Ramallah. Un fotoreporter della FP ha affermato che i soldati hanno impedito alle ambulanze di soccorrere la vittima e che sul luogo del crimine non c’era nessun israeliano ferito. Il corpo della vittima, come al solito, è stato sequestrato dall’esercito israeliano in un rito macabro che si ripete da tempo, senza rispetto per i familiari ai quali si impedisce di svolgere i funerali. Questo è il ventesimo palestinese ucciso dagli israeliani (soldati e coloni) in Cisgiordania e Gerusalemme est nel 2023: praticamente uno al giorno. Nel 2022, sono stati 230 le vittime dell’occupazione israeliana nei territori palestinesi occupati (Cisgiordania e Gaza), 9335 i feriti e 6500 arrestati.

Israele

Secondo la stampa israeliana, 125 mila persone hanno partecipato alle due manifestazioni, che si sono svolte ieri a Tel Aviv contro la politica del governo Netanyahu. Altre manifestazioni si sono svolte a Haifa, Beer Sheba e Gerusalemme ovest. Alla principale manifestazione hanno partecipato l’ex premier Lapid e l’ex ministro della difesa Gantz. Le proteste che durano da tre settimane sono rivolte contro il tentativo del governo dell’estrema destra di cambiare i poteri giudiziari, sottomettendoli a quello esecutivo, con la nomina dei magistrati, e a quello legislativo con l’annullamento degli effetti delle sentenze della Suprema Corte a maggioranza semplice del Parlamento. I manifestanti hanno portato cartelli con scritto: “Netanyahu, Smotrich, Bin Gvir sono una minaccia per la pace mondiale”. Lapid, in un’intervista al “CanaleTV 12” ha affermato: “Difenderemo la democrazia, non ci arrenderemo”.

Tunisia

Il capo gruppo della coalizione “Karameh” (Dignità) nel disciolto parlamento, Seifeddine Makhlouf, è stato arrestato insieme ad altri 4 dirigenti del partito (3 ex deputati e un avvocato). I 5 politici sono stati condannati dal tribunale militare per una colluttazione con ufficiali della polizia di frontiera, avvenuta nell’aeroporto di Tunisi, nel marzo 2021. Volevano fare partire una donna sospettata di appartenere ad una cellula jihadista, avvalendosi della loro immunità parlamentare e dell’appartenenza all’allora maggioranza di governo. In una conferenza stampa, ieri, i dirigenti del partito hanno accusato il presidente Saied di voler cancellare l’opposizione usando la magistratura militare per mandare in carcere gli esponenti di punta.

Libia

Duri scontri a Tripoli tra due milizie ingaggiate dal governo Dbaiba. La zona di battaglia è il quartiere Wershefana, a sud ovest della capitale, nei dintorni dell’aeroporto civile ed a Qasr Ben Ghashir. Non ci sono motivi politici per gli scontri, ma soltanto interessi di gestione del territorio. Il governo ha lanciato un programma di recupero e riqualificazione dell’aeroporto civile, che le stesse milizie islamiste avevano distrutto e reso inservibile nel 2014. Sono lavori per centinaia di milioni di euro e le milizie si contendono il controllo del territorio, per garantirsi le tangenti sulla sicurezza dei cantieri. Il premier Dbaiba e i suoi ministri non hanno rilasciato dichiarazioni, né si sono mossi per fermare lo scempio che mette in pericolo la popolazione civile.

Siria

L’organizzazione terroristica Daiesh (Isis) sta alzando la testa; oltre che al nord est anche nel sud della Siria. Nelle province di Daraa e Al-Suaydaa, sono stati compiuti, negli ultimi mesi, 34 attacchi ed agguati, con l’assassinio di 51 persone tra militari e civili.

Nelle zone dell’autonomia curda, nel nord est, non passa un giorno che non ci sia un agguato o un’esplosione di una bomba rudimentale sul ciglio della strada, con morti e feriti. Secondo l’Osservatorio siriano, in queste prime tre settimane del 2023, hanno compiuto 14 attacchi con 12 uccisi. Anche la regione desertica nel centro della Siria pullula di cellule jihadiste, che si nascondono nelle zone montagnose e attaccano le auto di passaggio o i convogli militari.

Etiopia

Secondo fonti giornalistiche e testimoni locali, le truppe eritree hanno iniziato il ritiro dal territorio della provincia del Tigray. A due mesi dalla firma a Pretoria dell’accordo tra il Fronte Popolare e il governo di Addis Abeba per una tregua, sono state osservate colonne di camion militari, con la bandiera eritrea, che trasportavano soldati e armamenti verso il confine. Secondo il sito TesfaNews, convogli di militari eritrei sono stati visti lasciare Scirè, Axum e Adua. L’accordo di Pretoria prevede la consegna delle armi pesanti del TPLF, il ritiro delle truppe eritree, l’avvio della distribuzione degli aiuti umanitari e il ritorno delle istituzioni federali nella provincia ribelle.

Turchia

Il ministro della difesa ha annunciato che è stata annullata la visita del ministro della difesa svedese, prevista per il 27 gennaio. Il motivo della sospensione viene imputato alla riluttanza del governo di Stoccolma a rispettare gli accordi sulla consegna dei militanti del PKK. Il regime di Erdogan in realtà intende sfruttare, per fini elettorali, le manifestazioni islamofobe tenute dalla destra razzista svedese con l’odioso gesto di bruciare il Corano. La Turchia vuole intestarsi strumentalmente la battaglia in difesa dei simboli della fede.   

Libano

Secondo un comunicato ufficiale dell’ONU, il Libano ha perso il diritto di voto nell’assemblea generale, per il mancato pagamento delle quote dovute. La stampa di Beirut ha stigmatizzato l’accaduto e puntato il dito conto il ministero degli esteri. Il debito accumulato è di circa due milioni di dollari, una cifra esigua nel bilancio dello Stato, ma la crisi finanziaria (da due anni il Libano ha sospeso il saldo delle rate scadute del debito estero) e la crisi politica (Il paese è senza presidente della Repubblica e con un governo di gestione degli affari correnti, senza fiducia del Palamento) non permettono di affrontare una questione che riguarda la reputazione del paese, che una volta veniva definito la Svizzera del Medio Oriente.

Notizie dal mondo

Sono passati dieci mesi e 28 giorni di guerra russa in Ucraina.

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