Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

10 febbraio 2023.

Rassegna anno IV/n. 040

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I titoli:

Turchia: Oltre 17 mila i morti. Il dramma maggiore è il ritardo degli aiuti ai sopravvissuti lasciati al freddo senza tende e senza cibo.

Siria: Oltre 3 mila i morti. Una diga sul fiume Assi è crollata allagando i villaggi a valle. L’esercito turco ha bombardato la linea di demarcazione tra le zone occupate e l’autonomia curda.

Palestina Occupata: Un giovane palestinese ucciso dai soldati israeliani.

Libia: ennesimo accordo per il ritiro dei mercenari, ma manca un’intesa politica per un nuovo governo.

Sudan: Il capo della diplomazia russa annuncia sostegno a Khartoum per la fine delle sanzioni ONU.

Marocco/Spagna: Un tunnel sotto lo stretto di Gibilterra. Un progetto ambizioso di 40 anni fa, ripreso dai due governi, ma con ancora molti ostacoli.

Le notizie

Turchia

La situazione in Turchia sta sfuggendo al controllo della protezione civile. I morti fino alla mezzanotte di giovedì sono stati 17.406, ma è in pericolo la vita degli stessi sopravvissuti. Centinaia di migliaia di loro sono disperati senza tende, senza acqua, senza cibo e in condizioni climatiche disastrose con temperature che raggiugono in alcuni casi lo zero.

Dai loro caldi uffici di Ginevra, i dirigenti dell’OMS parlano di pericolo di morte per i sopravvissuti. La popolazione delle zone colpite dal sisma è di 26 milioni di abitanti, 15 milioni in Turchia e 11 milioni in Siria. Le operazioni di scavo tra le macerie continuano alla ricerca di persone vive, ma le speranze si stanno assottigliando col passare delle ore.  

Il governo ha smesso la polemica politica contro l’opposizione, ma allo stesso tempo sono sparite le visite di Erdogan alle zone disastrate, per evitare le scene di contestazione della gente lasciata senza aiuti materiali urgenti di base. Anche i partiti dell’opposizione hanno abbassato i toni della critica all’operato del governo. Il comune di Istanbul, amministrato da una coalizione dei partiti dell’opposizione, ha messo in campo una forte mobilitazione per la raccolta fondi e per organizzare le squadre di soccorso ai sopravvissuti, con kit di vestiario, coperte, cibo e acqua.    

Siria

Finalmente e dopo 4 giorni dal sisma devastante, sono entrati nel nord della Siria i primi aiuti internazionali forniti dell’ONU, tramite i valichi di frontiera con la Turchia. Una goccia nel mare dei bisogni, ma almeno una grave falla nel sistema di aiuti è stata riconosciuta. Anche se le sanzioni di USA e UE continuano a bloccare la concessione degli aiuti umanitari verso Damasco. La situazione nelle province di Idlib, Aleppo e Lathiqia è drammatica. La gente svolge con le mani e senza attrezzature meccaniche le ricerche tra le macerie delle case. Gioia per l’estrazione di qualche bimbo e tanta tristezza per i corpi senza vita e per i dispersi. Alcuni villaggi di confine sul fiume Assi sono stati allagati dalle acque, a causa del crollo di una diga. In un gesto criminale ed irresponsabile, l’esercito turco ha bombardato la linea di demarcazione tra la zona occupata e quella sotto l’autonomia curda. Centinaia di camion arrivati in soccorso alla popolazione sono stati bloccati.

Nei territori sotto il controllo del regime la situazione non va meglio. Le attrezzature meccaniche per sollevare le macerie in molti casi sono rimaste senza carburante. Anche le sanzioni criminali sono all’origine di questi ritardi nei soccorsi. Il numero totale dei morti in Siria, fino alla mezzanotte di giovedì, è di 3.317 vittime.

Palestina Occupata

Un giovane palestinese è stato ucciso ad un posto di blocco israeliano nel campo profughi Al-Fawwar, presso Al-Khalil, nel sud della Cisgiordania occupata. Come al solito, l’esercito israeliano ha ripetuto la storiella del tentativo di accoltellamento, contro le testimonianze e in mancanza di un coltello. Sharif Hassan Sabbagh, 22 anni, secondo il ministero della sanità palestinese è stato vittima di un’esecuzione di piazza extragiudiziale, un crimine di guerra nel diritto internazionale.

350 coloni armati con mitra e sostenuti da reparti dell’esercito di occupazione hanno invaso Khirbat Ad-Deir, nelle valli settentrionali del fiume Giordano. Hanno preso possesso della sorgente d’acqua che alimentava i campi di proprietà palestinese, per collegarla agli insediamenti ebraici illegali.

L’usurpazione delle terre e delle vite dei palestinesi non trova una giusta reazione nelle cancellerie internazionali, che continuano a chiedere genericamente di abbassare la tensione, senza distinguere la vittima dal carnefice. Ma ci sono ogni tanto esempi di onestà intellettuale e impegno civile. È il caso della sindaca di Barcellona, Ada Colau che ha detto: “Non possiamo restare in silenzio. Il municipio di Barcellona ha tagliato tutti i rapporti con le amministrazioni israeliane fino a quando non saranno rispettati i diritti del popolo palestinese”. Barcellona è gemellata da 25 anni con Tel Aviv. La decisione è stata presa dal Consiglio comunale, in seguito ad un appello e raccolta firme organizzata da 100 associazioni della società civile della città.  

Libia

La commissione 5+5, formata da militari dei due belligeranti libici, si è riunita, per due giorni, al Cairo con la partecipazione dell’inviato ONU, Bathili, per trovare un accordo sul piano di ritiro dei mercenari. Secondo quanto dichiarato da Bathili, le due parti hanno stabilito un meccanismo comune per l’evacuazione dei mercenari, in accordo con Sudan e Niger. Il nodo del ritiro dei mercenari è quello più insidioso, perché la sua soluzione implica il coinvolgimento di potenze straniere (Turchia e Russia, in primis) ed il raggiungimento di un accordo politico per un governo unitario. Tutti gli accordi precedentemente annunciati hanno portato alla partenza effettiva di poche centinaia di mercenari russi e siriani.     

Sudan

Il ministro degli esteri russo, Lavrov, nel quadro del suo viaggio in Africa, ha fatto tappa ieri a Khartoum. Dopo il suo incontro con il capo della giunta golpista generale Burhan e il ministro degli esteri incaricato, Alì Sadeq, il capo della diplomazia russa ha affermato che Mosca sosterrà il Sudan nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, per la fine delle sanzioni emesse nel 2005 contro il regime di Omar Bashir. “Russia – ha detto Lavrov – sostiene il processo di conclusione dello stato d’emergenza e il passaggio ad un governo civile e spera che il futuro parlamento ratifichi l’accordo per la base navale russa sul Mar Rosso”. Il Sudan parteciperà il prossimo luglio al Forum russo-africano a San Pietroburgo.  

Marocco/Spagna

I due governi di Madrid e Rabat hanno tirato dal cassetto il vecchio progetto del tunnel sotto lo stretto di Gibilterra. Durante la riunione di alto livello tra i due governi a Rabat, una delle commissioni è stata dedicata allo studio tecnico del progetto. L’idea risale al 1979 durante un incontro tra re Hassan II e re Juan Carlos, ma poi è stata accantonata per la crisi finanziaria del 2008 e per le relazioni diplomatiche instabili tra i due paesi. Sono state istituite due società di ricerca una spagnola e l’altra marocchina, coordinate da una commissione congiunta, per la valutazione tecnica della fattibilità del progetto. Il progetto prevede due binari ferroviari e una corsia di servizio ed emergenza, lungo 38,5 km (26 dei quali sotto acqua) e profondo 475 m. Le due città collegate sono Tangeri e Tarifa.

Un progetto faraonico che richiede enormi investimenti e altri studi di utilità economica. La ministra spagnola dei lavori pubblici, Rachele Sanchez, ha affermato che “Questa opera rafforzerà lo scambio commerciale tra Africa e Europa, con capacità di trasportare 13 milioni di tonnellate di merci e oltre 12 milioni persone all’anno”. Lo stretto di Gibilterra è attraversato da 100 mila navi all’anno, traffico che rallenta enormemente il collegamento tra le due coste. Le difficoltà riguardano i costi finanziari per superare le questioni tecniche e, in secondo luogo, le perplessità di Bruxelles per il timore di favorire l’emigrazione.

Notizie dal mondo

Sono passati undici mesi e 16 giorni di guerra russa in Ucraina.  

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Domani, 11 febbraio, a Roma, manifestazione nazionale per la liberazione di Ocalan Piazza dell’Esquilino alle ore 14:30.

Sempre domani, 11 febbraio una grande manifestazione mondiale: “Global Carneval for Assange”. Eventi diffusi in tutto il mondo.

Anbamed aderisce con diverse modalità ed iniziative: (Vedi).

15 febbraio, a Roma, convegno “Disertare la guerra mondiale a pezzi”.

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