Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

21 febbraio 2023.

Rassegna anno IV/n. 051

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I titoli:

Turchia/Siria: Nuove scosse di terremoto. 5 morti e centinaia di feriti nel crollo di edifici già pericolanti.

Palestina Occupata: Isolamento internazionale del governo delle destre israeliane sulla questione insediamenti ebraici sulle terre palestinesi.

Afghanistan-Pakistan: Scontri di frontiera tra taliban e polizia pakistana.

Tunisia: L’ex giudice Akrami ricoverato in clinica psichiatrica, dopo 2 settimane di arresto. A famiglia e avvocati vietato ogni contatto.

Iran: Il boia torna ad uccidere. Eseguita la condanna contro un oppositore di Al-Ahwaz, la regione linguistica araba.

Israele: Il parlamento avvia la discussione sulle controverse proposte del governo Netanyahu in materia di giustizia.

Algeria: Arresti di giornalisti in relazione alla fuga in Francia dell’attivista Bouraui.

Le notizie

Turchia/Siria

Una nuova scossa di terremoto di 6,4 gradi ha colpito ieri il nord della Siria e il sud della Turchia, seguita da una seconda di 5,4 gradi. 5 morti nella provincia siriana di Aleppo e tre in Turchia, oltre alla molta paura tra la popolazione, già traumatizzata dagli effetti devastanti del precedente sisma del 6 febbraio. Sono riprese le operazioni di soccorso, alla ricerca di persone ancora vive sotto le macerie, ma i danni sono stati limitati alle strutture già pericolanti e disabitate.

Una vicenda collaterale al sisma la raccontano i media israeliani e turchi. Uno scandalo. La squadra di soccorso israeliana, che aveva partecipato alle operazioni a Hatay in Turchia, ha rubato materiale archeologico in una sinagoga distrutta. Si tratta di rotoli di manoscritti in ebraico, che sono stati contrabbandati clandestinamente in Israele e senza le necessarie autorizzazioni dalle autorità turche. La stampa di Ankara parla senza mezzi termini di furto, mentre i responsabili della protezione civile di Tel Aviv, senza vergogna, parlano di un tentativo di salvare documenti ebraici importanti dal cadere in mani pericolose. Per restituire il malloppo, però, ci sono volute telefonate ad alto livello, cioè di Erdogan a Netanyahu, secondo i media turchi. Adesso i rotoli sono conservati nella sinagoga di Istanbul, in attesa della ricostruzione di quella di Hatay.    

Palestina Occupata

Il consiglio di Sicurezza dell’ONU ha condannato la colonizzazione ebraica israeliana nei territori palestinesi occupati, definendola “un ostacolo alla pace”. Anche gli USA hanno approvato, prendendo la distanza dal governo Netanyahu e accrescendo l’isolamento della destra estrema israeliana. La risoluzione è stata letta nella forma di una dichiarazione del presidente del Consiglio. Il testo della condanna è stato alleggerito rispetto alla formulazione originaria, proposta dalla delegazione degli Emirati arabi Uniti, che chiedeva anche il blocco della colonizzazione. La dichiarazione approvata ad ogni caso sottolinea che le colonie sono illegali. Rabbia del governo israeliano, ma non ha potuto questa volta, come al suo solito, di tirare fuori l’accusa di antisemitismo, visto che per la prima volta anche il paese più grande sostenitore, gli Stati Uniti, ha approvato il testo di condanna.

Il governo Netanyahu ha espresso il suo disprezzo per l’opinione mondiale affermando di aver deciso, temporaneamente e per conto proprio, di non approvare altre colonizzazioni nei prossimi tre mesi. Tradotto, questo significa che Netanyahu metterà in pratica le proprie decisioni di costruire 10 mila unità abitative in Cisgiordania e renderà governative le 9 colonie finora non riconosciute. Per mantenere in piedi il suo governo, si infischia della diplomazia internazionale.  

L’autorità nazionale palestinese ha ceduto alle pressioni di Washington ed ha accettato di declassare la risoluzione di forte condanna, che sicuramente sarebbe stata bocciata da un veto USA, con una dichiarazione del presidente di turno. In cambio riceverà aiuti finanziari da Washington e un maggiore sostegno per la soluzione dei due Stati.

Afghanistan-Pakistan

Scontri, ieri lunedì, sulla frontiera tra miliziani taliban e esercito di Islamabad, nel valico di Torkham. Il valico era stato chiuso il giorno prima per il tentativo dei taliban di far passare feriti, senza documenti di identità, da curare in Pakistan. Non ci sono state vittime, ma l’incidente è grave perché rappresenta un innalzamento delle tensioni tra i due paesi. Il confine è lungo 2600 km ed in molti punti non è stato delineato con un accordo bilaterale. Islamabad accusa Kabul di ospitare i terroristi di Taliban-Pakistan che hanno compiuto recentemente azioni armate in Pakistan contro moschee e commissariati di polizia, con decine di vittime.

Tunisia

La stretta giudiziaria contro l’opposizione sta prendendo una piega pericolosa in Tunisia. La procura ha convocato il presidente del partito islamista Ennahda, Ghannouchi, per interrogarlo oggi. Non sono stati resi noti gli elementi di accusa. In precedenza Ghannoichi era stato indagato per finanziamenti esteri illeciti in campagna elettorale. Secondo inchieste giornalistiche, al leader islamista venivano mosse le accuse di aver ottenuto operazioni di pubbliche relazioni negli Stati Uniti e Europa, finanziate da conti del Qatar presso banche di Istanbul.

Il giudice Akrami, arrestato lo scorso 8 febbraio, invece, è stato trasferito in clinica psichiatrica. I parenti e il collegio di difesa sono preoccupati ed accusano gli inquirenti di volergli chiudere la bocca. La Procura ha fatto trapelare ufficiosamente che Akrami si è finto pazzo per sottrarsi al processo. È stato impedito alla famiglia ed agli avvocati di incontrarlo o di parlare direttamente con i medici curanti.

Il giudice era a capo delle indagini per l’assassinio dei due dirigenti di sinistra Belied e Ibrahimi, nel 2013, ed è accusato di aver nascosto alcune prove fondamentali, che inchiodavano terroristi jihadisti legati alla struttura clandestina parallela del partito Ennahda, allora al governo e controllava i ministeri dell’Interno e della Giustizia. Akrami è stato denunciato dal Comitato per la difesa di Belied e Ibrahimi e dalle due famiglie, per aver fatto perdere le tracce dei cellulari delle vittime, importanti per l’inchiesta, e di aver insabbiato le indagini seguendo piste fasulle, mettendo in secondo piano quella terroristica.  Ad 11 anni dai due crimini efferati, non sono stati individuati né gli autori, né i mandanti.      

Iran

È stata eseguita la condanna a morte nei confronti di Hassan Abayya (44 anni), un oppositore originario della regione di Ahwaz, a maggioranza di lingua araba. Era detenuto nel carcere di Sheyban da 13 anni insieme ad altre 5 persone. I servizi di sicurezza lo avevano arrestato con l’accusa di appartenenza ad un movimento di opposizione e condannato per complotto contro lo Stato.

La situazione economica in Iran è precipitata in seguito agli ultimi sviluppi di tensioni interne e sanzioni dell’UE e USA. Il rial è crollato raggiungendo un minimo storico mai toccato prima: 501,3 mila rial per un dollaro. Con un’inflazione del 50%, il dollaro e l’oro sono diventati un bene rifugio per i risparmi. La corsa alla valuta verde ha scatenato ulteriormente il declassamento della moneta locale e fatto accrescere ulteriormente l’inflazione.  

Israele

Il Parlamento israeliano ha iniziato le discussioni sulla proposta di legge governativa che declassa il ruolo della magistratura, come un terzo potere indipendente e lo sottomette alle decisioni dell’esecutivo e della maggioranza del legislativo. La proposta è passata in prima lettura con 63 a favore e 47 contrari. Contro le mosse del governo più a destra nella storia di Israele, sono scese nelle scorse settimane, ogni sabato sera, decine di migliaia di manifestanti. Il premier Netanyahu è sotto accusa per corruzione e frode e i suoi avversari lo accusano di volersi sottrarre alla giustizia.

Algeria

Un’ondata di arresti tra giornalisti per il caso dell’attivista Amira Bouraui, fuggita in Francia, via Tunisia, malgrado il divieto di espatrio. Il direttore di Le Provincial, Mustafà Bin Giami’, in fermo giudiziario temporaneo dall’8 febbraio, è stato arrestato sempre in collegamento con l’inchiesta sulla fuga di Bouraui. Sono in corso gli interrogatori dell’esperto di questioni di sicurezza, Raouf Farrah, in stato di fermo da martedì scorso. Infine la madre dell’attivista Bouraui, Khadija, è stata rilasciata dopo una settimana di fermo, ma deve rimanere a disposizione della procura. L’attivista Bouraui è una leader dei movimenti per la democrazia degli anni 2014 e 2019, che avevano portato alle dimissioni dell’ex presidente Boutefliqa e la cacciata di tutta la banda di ladri al governo dell’Algeria nei precedenti 20 anni. Per zittirla, il regime le ha affibbiato una condanna per blasfemia.

Notizie dal mondo

Sono passati undici mesi e 27 giorni di guerra russa in Ucraina.

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Ad un anno dall’invasione russa in Ucraina, si terranno in tutta Italia e Europa mobilitazioni il 24 febbraio per chiedere la fine della guerra e negoziati di pace. Vedi i dettagli.

Domani, 22 febbraio, a Roma, presentazione del libro: “Processo alla Solidarietà. La Giustizia e il caso Riace”. (Leggi la presentazione).

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