Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

28 febbraio 2023.

Rassegna anno IV/n. 058

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Il colossale incendio appiccato dai coloni israeliani a Hawara, nei pressi di Nablus, in Cisgiordania occupata.

I titoli:

Palestina Occupata: Il deputato Vogel: “Bisogna uccidere 100 palestinesi al giorno per costringerli ad arrendersi e riconoscere la sovranità di Israele”. Due giorni di inferno nei villaggi attorno a Nablus.

Turchia: Ancora scosse sismiche. Un morto e decine di feriti a Malatiya. Erdogan compie un giro elettorale in mezzo alle rovine di Adiyaman.

Iraq: L’esercito turco lancia droni contro Sinjar. Tre miliziani yazidi assassinati.

Iran: Il rial crolla nel cambio nero. La banca centrale immette nel mercato milioni di dollari.

Algeria: Il presidente Tabboune riceve una delegazione degli Azawad, per il piano di pace in Mali.

Afghanistan: L’ambasciata a Teheran è stata consegnata ai taliban. Primo caso nel mondo.

Le notizie

Palestina Occupata

È ora che il mondo metta fine alle aggressioni militari israeliane contro la popolazione civile palestinese. Due giorni di devastazioni a Hawara e Zaatara nei pressi di Nablus. I coloni, supportati dall’esercito di Tel Aviv, hanno distrutto con il fuoco decine di case, negozi e centinaia di auto. Le immagini trasmesse dalla stesse tv israeliane mostrano roghi spaventosi. Due palestinesi sono stati uccisi dalle pallottole dei coloni e dei soldati. 400 i feriti, tra i quali molti sono gravi.

48 ore di inferno. Anche l’amministrazione Biden, amica di Israele, ha preso le distanze dall’aggressione e chiesto il risarcimento per i danni. L’esercito israeliano se la cava con una dichiarazione ipocrita: “La situazione è sfuggita di mano”. Le vittime palestinesi hanno raccontato invece di una regia dell’esercito per le manovre dei coloni armati. Un’azione di contenimento dei palestinesi, per lasciare libero campo ai coloni di girare strada per strada ed appiccare il fuoco nelle case, nei negozi e nelle auto. L’istigazione a bruciare i palestinesi è arrivata da una dichiarazione pubblica alla Tv militare del  deputato Vogel, del partito “sionista religioso” di estrema destra. “Bisogna uccidere 100 palestinesi al giorno, per costringerli ad arrendersi e riconoscere la sovranità israeliana”. È il nuovo nazismo.

L’inchiostro della dichiarazione di Aqaba (Vedi) non si è ancora asciugato. Una dichiarazione nata morta, perché lo stesso Netanyahu l’ha smentita in pieno: “Non c’è nessuna marcia indietro rispetto al piano per la colonizzazione della terra d’Israele, la costruzione degli insediamenti riprenderà in tutta la terra di Israele comprese Giudea e Samaria (cioè la Cisgiordania occupata)”.  

Per Human Rights Watch, l’origine della violenza è nell’occupazione israeliana e nella politica di Apartheid.

Turchia

La terra trema ancora. Una scossa di 5,6 gradi sulla scala Richter è stata registrata nella provincia di Malatya, nel centro della Turchia. Un morto e 70 feriti. Secondo l’ente per i soccorsi ci sono stati 5 palazzi crollati e le operazioni di soccorsi sono tuttora continue alla ricerca di dispersi.

Nella provincia di Adiyaman, il presidente turco Erdogan ha ammesso gli errori nei soccorsi all’inizio del terremoto del 6 febbraio. Il suo intervento più che da presidente in carica, è sembrato palesemente elettorale, perché subito l’ammissione di colpa, che era innegabile, ha snocciolato una serie di promesse che vanno dal garantire la costruzione delle case entro un anno per gli sfollati agli investimenti per creare occupazione.

Iraq

L’esercito turco ha ucciso tre yazidi iracheni con un attacco di droni sulla città di Sinjar, nel nord del Kurdistan al confine con la Siria. Secondo la polizia autonoma di Erbil, i tre si trovavano su un’auto che stava compiendo un giro di perlustrazione per il controllo di sicurezza della zona yazidi. La Turchia occupa illegalmente nella zona di Mosul una base militare in territorio iracheno, dalla quale partono tutte le operazioni militari che Ankara mette in campo con il pretesto di combattere il PKK.

Iran

Il cambio del rial è sceso fino a superare la quota di 600 mila riale per un dollaro. La Banca centrale è stata costretta a immettere nel mercato 700 milioni di dollari per calmierare le quotazioni. Nel pomeriggio di ieri, il dollaro valeva 570 mila rial. La valuta iraniana è in calo sul mercato parallelo (nero) da diversi mesi a causa della crisi interna e del mancato accordo sul nucleare e il permanere delle sanzioni di USA e UE. La caduta si è accelerata la scorsa settimana. Venerdì la quotazione del dollaro era di 540 mila rial e poi il tonfo domenica a 601 mila, una soglia psicologica, che ha costretto la Banca centrale ad intervenire. Dall’inizio delle proteste nel mese di settembre 2022, il rial ha perso il 50% del suo valore.  

Algeria

Il presidente Tabboune ha ricevuto i rappresentanti del Coordinamento dei movimenti Azawad che avevano firmato nel 2015, ad Algeri, l’accordo di pace in Mali. Il movimento secessionista aveva rinunciato al separatismo in cambio di un decentramento amministrativo e l’inclusione nelle forze armate dei miliziani. Gli sviluppi politici a Bamako, con la successione di colpi di Stato, non hanno permesso la messa in pratica quegli accordi. Lo scorso dicembre, il Coordinamento ha dichiarato l’uscita dall’accordo di Algeri.

All’inizio di febbraio, il primo segretario parlamentare del Consiglio Nazionale Transitorio di Bamako, Amadou Albert Maïga, ha sostenuto che l’esercito maliano avvierà presto nuove operazioni militari nel Nord, per riprendere il controllo di Kidal, capoluogo della zona settentrionale rivendicata dagli Azawad come loro capoluogo. L’Algeria si propone come mediatore per la ripresa del negoziato tra la Giunta militare maliana e i movimenti della zona settentrionale, anche nella prospettiva di rafforzare la lotta contro i jihadisti dell’Isis del Sahel.  

Afghanistan

Il governo taliban ha preso in consegna l’ambasciata afghana a Teheran. Gli ex diplomatici hanno sbaraccato tutte le loro carte e hanno lasciato la sede che è stata occupata dai nuovi rappresentanti talibani. È la prima ambasciata che viene operata dal governo di Kabul, non riconosciuto da nessun paese al mondo. A Kabul ci sono diverse rappresentanze diplomatiche (Russia, Pakistan, Cina, tra le altre), ma nessuno di questi paesi ha riconosciuto il governo taliban o sconfessato le precedenti delegazioni accreditate. Il passo iraniano finora è un caso unico. Teheran sostiene che i suoi rapporti diplomatici con Kabul non cambiano e non c’è nessun riconoscimento, ma le cose non stanno così. La manovra serve ad allentare la tensione sui confini e creare un canale di comunicazione, per evitare crisi che possono rischiare di trasformarsi in scontri armati.

Notizie dal mondo

Sono passati dodici mesi e 4 giorni e il conflitto russo-ucraino non accenna ad avviarsi verso una soluzione negoziale. Mosca dice che la proposta cinese è una cosa buona, ma non ci sono le condizioni per attuarla. Un no diplomatico. Macron andrà a Pechino.

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