Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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10 maggio 2023

Rassegna anno IV/n. 129 (1016)

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I titoli:

Palestina Occupata: Un secondo raid israeliano contro Gaza. Ucciso anche un medico russo e la sua famiglia. Il sangue palestinese per riportare la concordia nel governo Netanyahu. Bin Gvir conclude l’astensione.

Tunisia: Un uomo armato assalta i fedeli davanti alla sinagoga di Jerba. 4 morti: un poliziotto, due fedeli e l’attentatore.

Sudan: prolungate le trattative di Gedda ma le posizioni tra i belligeranti sono ancora lontane. Calata l’intensità dei combattimenti a Khartoum.

Egitto: rinviato al 18 luglio il processo contro Patrcik Zaki.

Pakistan: Arrestato l’ex premier Oumran Khan all’uscita dall’Alta Corte.

Egitto: 8 organizzazioni egiziane in difesa dei diritti umani protestano contro una sentenza che bolla 81 attivisti, avvocati e giornalisti come terroristi.

Siria-Turchia: Incontro a Mosca tra i ministri degli esteri. Il primo dal 2011. È funzionale alla campagna elettorale di Erdogan.

Le notizie:

Palestina Occupata

Un altro raid aereo israeliano ieri pomeriggio su Khan Younis a Gaza. Sono state uccise altre persone, tra i quali una famiglia russa costituita dai coniugi e un figlio minorenne. Il padre era medico e ha lasciato altri due bambini minorenni orfani. L’attacco precedente del governo Netanyahu su Gaza, compiuto all’alba di ieri, ha ucciso soprattutto donne (quattro) e bambini (otto) oltre ai tre dirigenti di Jihad Islamica.

Il partito sionista di estrema destra guidato da Bin Gvir ha concluso l’astensione dalle sedute del governo, dopo la soddisfazione espressa sulla linea dura contro i palestinesi avviata da parte del premier. Il sangue palestinese versato come prezzo per la tenuta della maggioranza di governo a Tel Aviv.

Tunisia

Un attacco terroristico contro la sinagoga di Jerba, durante i festeggiamenti per una ricorrenza ebraica, che attira la partecipazione di ebrei da tutto il mondo e non soltanto tunisini. L’attentatore ha assalito prima un commissariato di polizia, dove ha ucciso un guardiano e si è impossessato della sua arma. Si è diretto verso la zona della sinagoga ed ha sparato uccidendo due persone. È stato ucciso dal pronto intervento della sicurezza predisposta dalle autorità tunisine. L’attacco è avvenuto all’esterno del luogo di culto. Ci sono anche sei feriti tra i passanti.

Sudan

Sono state prolungate le trattative di Gedda, in Arabia Saudita, tra le due delegazioni militari sudanesi. Gli incontri indiretti, iniziati sabato, erano previsti per due giorni, ma i mediatori sauditi e statunitensi hanno fatto pressioni per il proseguimento del confronto. Le posizioni delle parti sono ancora lontane e i mediatori stanno studiando una bozza di compromesso per garantire una tregua permanente e una soluzione politica del conflitto. Il nodo del contendere è il ritiro delle forze di pronto intervento dalla capitale Khartoum e il loro concentramento in una base militare fuori città.

Sul terreno i combattimenti continuano, anche se di minore intensità rispetto ai giorni passati. La popolazione è stremata per la mancanza di acqua, cibo ed elettricità. Per attingere alle acque del Nilo, molte famiglie hanno rischiato la vita, passando da quartieri dove si svolgevano scontri armati.

Nel capoluogo della provincia di Nilo Bianco, Kosti, è stato dichiarato il coprifuoco, in seguito agli scontri tribali di ieri che hanno causato la morte di 16 persone. Questi scontri non sono collegati alla lotta per il potere a Khartoum, ma vengono alimentati dalla mancanza di un efficace controllo di sicurezza e di un’autorità governativa di mediazione.      

Egitto

Il processo contro Patrick Zaki, il giovane egiziano dell’Università di Bologna, è stato rinviato al 18 luglio. Il motivo del rinvio è l’assenza del giudice incaricato. C’è stata una lunga attesa fino al momento della nomina di un sostituto. L’udienza è durata un minuto e mezzo, il tempo di leggere le accuse e la consegna delle valutazioni scritte della difesa. Zaki è in stato di libertà, dopo quasi tre anni passati in carcere con l’accusa di diffusione di notizie false. Aveva pubblicato alcuni articoli sulle discriminazioni subite dalla comunità copta egiziana e sul terrorismo daieshista in Sinai. Articoli che raccontavano una verità silenziata. 

Pakistan

L’ex premier Oumran Khan è stato arrestato all’uscita dal tribunale della corte suprema, dove era stato sentito per un suo ricorso. L’arresto è stato motivato in relazione ad altri processi, che lo vedono citato in giudizio per corruzione e malversazione di denaro pubblico. Avrebbe tenuto per sé dei regali ricevuti durante il suo mandato di premier. Ci sono stati in passato tentativi per arrestarlo ma sono falliti per la presenza di decine di migliaia di sostenitori davanti alla sua casa. Khan aveva ricevuto dai giudici rassicurazioni che non sarebbe stato arrestato in caso di comparizione in tribunale. Il suo staff sostiene che questi processi sono un tentativo per bloccare l’avanzata nelle future elezioni del partito Insaf, da lui fondato; elezioni previste il prossimo ottobre.    

Egitto

Otto organizzazioni egiziane per i diritti umani hanno stigmatizzato la sentenza di un tribunale del Cairo che bolla attivisti, avvocati e giornalisti con l’appellativo di “terrorismo”. Nella lista di 81 persone sono state inserite figure definite “pacifiche, che non hanno mai usato un’arma e non hanno mai incitato al ricorso alla violenza nella lotta politica per una società migliore”. Le otto associazioni ribadiscono che la sentenza avviene nello stesso momento nel quale sono aperte le discussioni nel processo di dialogo nazionale, che dovrebbero approvare nuove regole per l’azione politica tra maggioranza e opposizione. “Il clima di fiducia è stato avvelenato”, concludono.   

Siria/Turchia

Oggi a Mosca si incontrano i due ministri degli esteri turco e siriano, per discutere della normalizzazione dei rapporti. È il primo incontro di questo livello dal 2011. Saranno presenti anche i ministri russo e iraniano. Miqdad e Çavuşoğlu affronteranno le due questioni annose della presenza militare turca in territorio siriano e il rimpatrio dei 3 milioni di siriani rifugiati in Turchia. Il governo di Ankara ha un estremo bisogno di raggiungere degli accordi, anche di facciata, su quest’ultimo argomento per mandare un messaggio rassicurante all’elettorato turco prima delle elezioni di domenica 14 maggio.

Notizie dal mondo Sono passati 14 mesi e 15 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Nel giorno della vittoria sul nazismo, 9 maggio, a Mosca una cerimonia cupa.

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