Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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11 maggio 2023

Rassegna anno IV/n. 130 (1017)

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I titoli:

Palestina Occupata: È guerra nei cieli di Israele e Gaza. Razzi palestinesi sulla periferia di Tel Aviv, senza causare vittime. Bombardamenti e missili israeliani su Gaza. È salito a 25 il numero delle vittime palestinesi, in prevalenza donne e bambini. Trattative sotterranee per un cessate il fuoco.

Sudan: Le trattative di Gedda potrebbero portare ad un accordo per l’intervento di una forza di pace africana nell’aeroporto di Khartoum, per garantire l’arrivo degli aiuti umanitari.

Siria: Daiesh rivendica un attentato contro un commissariato di polizia a Damasco. Un ufficiale ucciso e 7 agenti feriti.

Pakistan: Arresto amministrativo di 8 giorni per l’ex premier Oumran Khan. Grandi manifestazioni di sopporto. Un morto e migliaia di arrestati.

Siria-Turchia: Nessuna normalizzazione dei rapporti tra Damasco e Ankara prima delle elezioni. Lavrov annuncia una roadmap di commissioni tecniche per salvare la faccia ad Erdogan.

Le notizie:

Palestina Occupata

È guerra a Gaza. Bombardamenti e razzi palestinesi su Israele. Almeno 100 razzi sono stati lanciati da Gaza verso il territorio israeliano, raggiungendo anche la periferia di Tel Aviv. I sistemi antimissili israeliani non sono riusciti a bloccarli tutti e sono stati intercettati soltanto pochi missili, mentre la maggior parte ha colpito obiettivi a terra, senza causare vittime. Tra i palestinesi sono saliti a 25 i morti per i bombardamenti israeliani.

Le bombe ed i missili israeliani hanno colpito in zone residenziali e non obiettivi militari. I tre dirigenti di Jihad islamica sono stati assassinati nelle loro case, in mezzo alle famiglie, con il conseguente uccisione di donne e bambini.

Il tentativo di Netanyahu di salvare il proprio governo, uccidendo i capi dei gruppi armati palestinesi, sembra ritorcersi contro, perché adesso è costretto a trattare, anche se indirettamente, con questi gruppi e soprattutto con Hamas, che di fatto governa Gaza. La mediazione avviene tramite Egitto, Qatar e l’ONU.

Secondo la stampa del Cairo, la parte israeliana ha espresso la sua disponibilità ad un cessate il fuoco, mentre Jihad Islamica chiede la fine della politica degli assassinii dei dirigenti. La fuga di notizie su un piano di uccisione di altri due capi, ha portato alla pioggia di razzi sul centro di Israele e non soltanto sulle colonie della cintura della striscia di Gaza.

Le dichiarazioni del governo israeliano invece sono improntate alle minacce di una guerra generalizzata con invasione di terra, ma sono per il momento soltanto dichiarazioni di propaganda dirette all’opinione pubblica interna.  

Sudan

Si sono inaspriti gli scontri ieri a Khartoum, mentre a Gedda le trattative continuano. Il portavoce delle forze di pronto intervento ha accusato l’esercito di aver bombardato il palazzo presidenziale da loro occupato.

La situazione sul terreno è complicata perché le milizie sono installate all’interno della capitale e si sono arroccate in strutture pubbliche, come ospedali e fabbriche, e si fanno scudo con la popolazione civile. Un’entrata massiccia delle truppe di terra dell’esercito si trasformerebbe in una carneficina di civili, che hanno già pagato con un alto prezzo le mire egemoniche dei due generali golpisti. Tutti gli osservatori militari sostengono che nessuna delle parti potrà risolvere il contenzioso con l’uso della forza.

A Gedda, il possibile accordo riguarda soltanto le garanzie per un corridoio umanitario che permetta la fornitura di derrate alimentari e medicinali alla capitale. Il piano avanzato dai mediatori sauditi e statunitensi prevede l’installazione nell’aeroporto di Khartoum di una forza di pace africana.

Siria

L’organizzazione terroristica Daiesh (Isis) ha rivendicato l’attentato compiuto in un commissariato di polizia, nella capitale Damasco, dove è stato ucciso un ufficiale e feriti 7 agenti, alcuni di loro versano in gravi condizioni. Un’autobomba di forte potenza è stata collocata all’esterno del muro dell’ufficio, provocando il crollo di una parte della struttura. L’ultimo attentato nella capitale è avvenuto il 2 aprile, ma non era stato rivendicato.  

Pakistan

Il tribunale speciale di Islamabad ha deciso l’arresto preventivo dell’ex premier Oumran Khan per 8 giorni. I suoi avvocati hanno denunciato che Khan è stato colpito alla testa ed alla schiena dalle forze paramilitari che lo avevano arrestato, due giorni fa, davanti alla sede dell’Alta Corte. Il suo arresto ha provocato manifestazioni in tutto il paese con un morto e migliaia di arrestati.

Da quando è stato sfiduciato nel 2022, l’ex premier è stato tempestato da accuse e processi per svariati reati, che vanno dalla corruzione alla malversazione di denaro pubblico e diffamazione. Durante una delle grandi manifestazioni in suo sostegno aveva subito un attentato, dal quale è uscito vivo. Il suo partito Insaf ha vinto nell’ultimo anno tutte le elezioni locali e regionali e chiede elezioni politiche anticipate, ma la traballante maggioranza insiste nel tenerle nella naturale scadenza, il prossimo ottobre.  

Siria/Turchia

L’incontro di Mosca tra i ministri degli esteri dei due paesi, alla presenza di quelli di Russia e Iran, non ha prodotto i risultati sperati dal neo sultano Erdogan. L’intento del partito islamista al governo era quello di ottenere, prima delle elezioni di domenica prossima, un accordo per la normalizzazione dei rapporti e il ritorno in patria di una parte dei tre milioni di profughi siriani attualmente rifugiati in Turchia, senza il ritiro delle truppe che avevano invaso illegalmente il nord ovest della Siria. Il ministro siriano Miqdad ha posto come condizione preliminare il ritiro delle truppe di Ankara. Per evitare il fallimento mediatico delle trattative, il ministro russo Lavrov ha proposto una roadmap per arrivare alla normalizzazione dei rapporti, delegando il lavoro a delle commissioni tecniche ad hoc per ciascuno dei dossier in studio.    

Notizie dal mondo Sono passati 14 mesi e 16 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Fuga da Bakhmut.

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