Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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12 maggio 2023

Rassegna anno IV/n. 131 (1018)

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I titoli:

Sudan: A Gedda nessuna tregua, ma soltanto una dichiarazione di principio per garantire aiuti umanitari e protezione dei civili.

Palestina occupata: Ucciso un quinto dirigente di Jihad islamica. Nuovo lancio di razzi da Gaza sulla periferia di Tel Aviv.   

Siria: Missile turco uccide una responsabile dell’amministrazione autonoma di Kobane.  

Turchia: Il ritiro del candidato Ince favorisce Kemal Kilicdaroglu. Potrebbe vincere dal primo turno, secondo i sondaggi. 

Libia: Manifestazioni popolari per rivendicare “elezioni e non pallottole”.     

Pakistan: L’Alta Corte ordina l’immediata liberazione dell’ex premier.    

Le notizie:

Sudan

Nessuna tregua tra i belligeranti dopo 4 settimane di guerra tra i due generali golpisti. A Gedda è stata firmata soltanto una dichiarazione di principi tra le delegazioni sudanesi rappresentanti l’esercito e le milizie. I sette punti della dichiarazione prevedono la protezione dei civili, il permesso alla fornitura di aiuti umanitari per la popolazione, la neutralità dei feriti con garanzia per le loro cure senza distinzione, rispetto delle norme internazionali in tempo di guerra, protezione degli operatori umanitari. Viene esclusa esplicitamente qualsiasi trattativa politica. I mediatori sauditi e statunitensi hanno affermato che le due parti torneranno a discutere a Gedda, dopo le necessarie consultazioni con i loro superiori.

Sul terreno, a Khartoum proseguono i combattimenti. L’aeronautica ha bombardato le postazioni delle milizie nella zona Bahri, a nord della capitale.  

Palestina occupata

La guerra israeliana contro Gaza continua. Un altro assassinio di un quinto dirigente di Jihad islamica è avvenuto poco dopo mezzanotte con un missile lanciato da un drone. Ne è seguita una raffica di razzi da Gaza verso la periferia di Tel Aviv. Nelle ultime 24 ore sono stati 7 i morti palestinesi in questa offensiva israeliana, portando a 30 il totale delle vittime da martedì. In Israele è stata annunciata la morte di una persona e il ferimento di altre 5 in seguito alla caduta di un missile lanciato da Gaza sulla periferia di Tel Aviv.

Dal Cairo viene annunciato che dopo 6 ore di sospensione della mediazione, il governo Netanyahu ha espresso la sua volontà di tornare alla trattativa indiretta segreta. Le dichiarazioni di fuoco di Netanyahu nascondono soltanto la preoccupazione per la tenuta del governo e il consenso interno.

Siria

Un missile lanciato da un drone turco ha ucciso la responsabile dell’economia nell’amministrazione autonoma di Kobane. Insieme a lei è stato assassinato anche l’autista. Il missile ha colpito la loro auto che stava percorrendo l’autostrada M4. La zona colpita è a 40 km dal confine turco. Questo è il 23esimo attacco turco con droni, dall’inizio dell’anno, per gli assassini mirati nel nord est della Siria. L’ultimo è stato una settimana fa, il 5 maggio. Nella città simbolo della lotta contro il jihadismo e per l’autonomia curda si è tenuta ieri una manifestazione popolare contro l’occupazione turca e la politica del neo sultano Erdogan. Nei loro comizi, i dirigenti curdi hanno rivolto un appello agli elettori curdi della Turchia di non votare per il partito di Erdogan.

L’artiglieria turca ha colpito anche nella provincia di Hasaka, in una località di confine denominata Tal Laban, provocando la morte di un uomo di 37 anni e il ferimento di altri 5. Tutti civili.

Turchia

Le elezioni entrano nel vivo con il ritiro di uno dei 4 candidati a tre giorni dal voto. Moharram Ince che nei sondaggi aveva ottenuto tra il 2 e il 3% si è ritirato senza dare indicazioni di voto. Il suo ritiro favorisce il candidato dell’opposizione, Kemal Kilicdaroglu, perché Ince era il candidato delle opposizioni alle presidenziali del 2018. L’ultimo sondaggio ammissibile prima del voto dava Erdogan fermo al 43,7% mentre lo sfidante al 49,3%. Il ritiro di Ince potrebbe garantire la vittoria dal primo turno al candidato dell’opposizione. Il neo sultano è al potere in Turchia da 20 anni, come primo ministro e poi come presidente, per due turni. Ha cambiato la Costituzione e spera di svolgere il terzo mandato, ma sembra che i suoi sogni si siano infranti in seguito alla crisi economica e alla maldestra gestione del terremoto del 6 febbraio.   

Libia

Si sono svolte in tutte le principali città libiche manifestazioni per rivendicare il ricorso alle urne. “Vogliamo le elezioni, non le pallottole”, hanno scritto nei loro cartelli e striscioni. Nella maggior parte delle città la mobilitazione è passata pacificamente. Nella città di Zawia, ad ovest di Tripoli, le milizie hanno sparato e ucciso una persona e ferito altri. Ne è seguita una battaglia tra due milizie rivali che ha coinvolto diversi quartieri residenziali con l’uso dell’artiglieria pesante. È stato colpito e fortemente danneggiato un centro medico.

Pakistan

L’Alta corte ha emesso una sentenza per la non legittimità dell’arresto preventivo nei confronti dell’ex premier Oumran Khan ed ha ordinato la sua liberazione. La diffusione della notizia del suo rilascio è stata festeggiata dalle masse di sostenitori che erano radunate davanti alla sede del tribunale. Nei giorni scorsi, l’arresto violento dell’ex premier all’uscita dal tribunale di Islamabad, da parte di una forza paramilitare, ha suscitato reazioni di protesta in tutto il paese, con migliaia di arresti.

Notizie dal mondo Sono passati 14 mesi e 17 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.  

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