Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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31 maggio 2023

Rassegna anno IV/n. 150 (1037)

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I titoli:

Palestina occupata: Un soldato israeliano ferito ed un colono ucciso, in due azioni separate in Cisgiordania.

Sudan: Tregua virtuale. I combattimenti si intensificano soprattutto nella capitale.

Iran: Inizia il processo contro le due giornaliste che hanno scoperto il caso Zina Mahsa Amini, uccisa in commissariato nel settembre 2022.

Mauritania: Manifestazioni di protesta con un morto, dopo la diffusione della notizia dell’attivista morto in commissariato.

Turchia: Secondo i dati ufficiali definitivi, il partito di Erdogan perde 27 seggi. Insieme agli alleati mantiene la maggioranza, solo grazie alla modifica della legge elettorale.

Le notizie:

Palestina occupata

Un soldato israeliano ferito e un colono ucciso, ieri, in due azioni separate. Il soldato è stato ferito durante l’operazione di rastrellamento dell’esercito israeliano in un campo profughi nei pressi di Tulkarem. Una bomba rudimentale è stata lanciata contro un gruppo di soldati ed ha colpito in pieno uno di loro che è stato ricoverato d’urgenza in ospedale. La seconda operazione è avvenuta nei pressi della colonia di Hermesh, vicino a Yaabad. Due palestinesi, su un’auto in corsa, hanno sparato contro un’auto che stava lasciando l’insediamento ebraico. L’autista è stato colpito a morte. I due aggressori sono fuggiti verso Jenin, secondo alcune testimonianze. Le truppe israeliane stanno perlustrando la zona per inseguire le loro tracce.

Nella maggior parte delle città della Cisgiordania non sono mai cessate le operazioni militari dell’esercito israeliano. Incursioni di truppe e posti di blocchi rendono la vita un inferno alla popolazione sotto occupazione. A questo calvario si aggiunge l’occupazione dei terreni agricoli da parte dei coloni. Dopo l’autorizzazione del governo Netanyahu alla rioccupazione della colonia di Homesh, abbandonata nel 2005, coloni armati, protetti dall’esercito, hanno invaso un terreno del villaggio di Deir Istiyya, nella provincia di Salfit. Quattro famiglie hanno issato tende ed hanno iniziato a distruggere gli olivi e piantare recinti per impossessarsi dei terreni. Secondo l’organizzazione israeliana Peace Now, in Cisgiordania ci sono 465 mila coloni in 268 colonie di varie categorie, da aggiungersi ai 230 mila coloni dei14 insediamenti ebraici di Gerusalemme est occupata. La colonizzazione è un atto contro la pace e rende impossibile la soluzione dei due Stati per due popoli. Vedi il rapporto B’tselem

Sudan

Malgrado l’annuncio della tregua, i combattimenti in Sudan non accennano ad attenuarsi. Anzi a Khartoum è aumentata l’intensità di fuoco e il generale Burhan ha annunciato che potrà ricorrere alla “potenza mortale” se le milizie non si piegheranno. I media governativi hanno mostrato in video una passeggiata del generale golpista, in mezzo alle sue truppe giubilanti, in una caserma della capitale. L’altro generale golpista rivale Hamdati, invece, non compare in pubblico o in video da almeno due settimane ed erano corse voci della sua morte o un suo ferimento grave durante un bombardamento dell’esercito.

Di fatto non c’è nessuna tregua e la situazione della popolazione civile è drammatica. Gli organismi dell’ONU lanciano allarmi per la situazione sanitaria e per l’impossibilità di distribuire gli aiuti alimentari, operazioni impedite dal permanere dei bombardamenti reciproci.    

Iran

Sono iniziati i processi contro le due giornaliste che avevano, nel settembre 2022, scoperto il caso di assassinio di Zina Mahsa Amini in commissariato di polizia. Niloofar Hamedi e Elaheh Mohammadi sono accusate di “collaborazione con paesi stranieri” e “propaganda contro il sistema della Repubblica islamica”. L’assassinio di Amini ha scosso l’opinione pubblica iraniana e migliaia di manifestazioni sono state organizzate in tutte le città iraniane. Il regime con i suoi pasdaran ha represso nel sangue ogni dissenso e soprattutto le espressioni di libertà delle donne che rifiutavano l’hijab obbligatorio. Nella repressione brutale hanno perso la vita oltre 500 manifestanti e migliaia i feriti, in particolar modo con colpi negli occhi. Gli arresti, secondo i dati della procura, hanno superato i 20 mila attivisti. Le due giornaliste sono in carcere dalla fine di settembre e rischiano fino a 5 anni di reclusione.  I due processi si svolgono nel tribunale rivoluzionario, senza avvocati di fiducia. In Iran sono stati arrestati durante gli scontri 75 giornalisti, 17 dei quali sono ancora in carcere.

Mauritania

Il clima politico post elettorale nel paese arabo del Sahel è fortemente agitato. Un giovane attivista è morto ieri l’altro in commissariato nella capitale Nouakchot, subito dopo il suo arresto. La polizia sostiene che è morto in ospedale dopo il ricovero a causa di un malore. La famiglia invece sostiene che il figlio è stato trasportato in ospedale già senza vita. Accusano la polizia di averlo ucciso sotto tortura. In tutto il paese sono scoppiate manifestazioni di proteste che sono state affrontate duramente dalla polizia. Ieri, nella cittadina di Boghé, al confine con il Senegal, è stato ucciso un manifestante, colpito al petto da un proiettile. Manifestazioni di protesta sono state convocate in tutto il paese. Il governo ha annunciato che chiuderà i valichi di confine, per far fronte alle proteste interne. Non vogliono testimoni.

Turchia

L’Ente supremo elettorale ha reso noto i risultati definitivi del voto de 14 maggio. Il partito Giustizia e Sviluppo guidato da Erdogan ha perso voti ed ha ottenuto 268 seggi su un totale di 600 (- 27 seggi). I suoi alleati nazionalisti hanno raccolto 50 seggi, garantendo così la maggioranza di governo del presidente. La coalizione governativa Alleanza del Popolo ha ottenuto soltanto il 49,5% dei voti, ma grazie alla modifica della legge elettorale approvata all’inizio dell’anno, ha raccolto la maggioranza dei seggi in Parlamento. Dal 2018, la Turchia infatti è una repubblica presidenziale e non più parlamentare, in seguito alla riforma voluta dal neo sultano. Il Partito Repubblicano del Popolo ha ottenuto 169 seggi e i suoi alleati del Buon Partito 43 deputati. La terza coalizione democratica Sinistra Verde, il cartello nel quale si è presentato il Partito Democratico dei popoli (curdi) ha ottenuto 61 deputati e il partito dei lavoratori della Turchia 4 seggi.

Notizie dal mondo Sono passati 15 mesi e sei giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Scoppia in Kossovo un altro fronte di tensione tra Nato e Russia.

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1 commento

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