Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

Per ascoltare l’audio di oggi:

06 luglio 2023

Rassegna anno IV/n. 186 (1073)

Per informazioni e contatti, manda un messaggio:

anbamedaps@gmail.com

Le vignette sono QUI

Sostieni Anbamed

Basta un click

Le donazioni nel mese di giugno sono state di 350 € (+ 120 € rispetto al mese di maggio. È un risultato positivo, ma ancora è una cifra al di sotto della media mensile realizzata nel 2022. Serve una scossa di generosità da parte di lettori ed ascoltatori.

Tutte le indicazioni per versare un contributo si trovano in fondo a questa newsletter e nel sito (ecco il link). Puoi contribuire usando PayPal.

I Titoli:

Palestina Occupata: La popolazione cacciata da Jenin torna nelle case per constatare i danni enormi causati dalla furia militare di Tel Aviv.

Sudan: Lo stupro come arma di guerra si ripete nel dramma sudanese.

Tunisia: Un dirigente politico rischia la morte in carcere dopo 53 giorni di sciopero della fame.

Iraq: Una donna israeliana sparita misteriosamente a Baghdad. Si teme sia stata rapita da milizie filo iraniane.

Siria: Si intensificano gli attacchi turchi contro l’autonomia curda nel nord est della Siria.

Le notizie:

Palestina Occupata

Ieri in tutta la Cisgiordania, Gerusalemme est e Gaza è stato osservato un giorno di sciopero generale di protesta contro l’invasione israeliana su Jenin. Nella città “martire ed eroica”, le famiglie hanno cominciato a far ritorno per valutare lo stato dii distruzione causato dall’attacco militare di Tel Aviv. “Caccia, elicotteri, droni, carri armati e ruspe hanno distrutto tutte le infrastrutture oltre alle migliaia di abitazioni. Il sistema idrico, la rete elettrica e le strade sono state messe fuori uso.”, ha detto un membro del consiglio comunale. (Vedi il reportage fotografico di Al-Jazeera arabic).

Una donna anziana, seduta sui detriti della sua casa rasa al suolo dei bulldozer israeliani, ha detto in un’intervista video: “Non ce ne andremo dalla nostra terra. I soldati se ne sono andati, ma Jenin è ancora qui. Ho vissuto la scorsa distruzione di 20 anni fa, ma io, i miei figli ed i miei nipoti resisteremo all’occupazione”.

I paesi arabi impotenti di fronte all’arroganza israeliana annunciano azioni di solidarietà: gli Emirati promettono di coprire i costi della ricostruzione. Il Cairo ha annunciato di ospitare una riunione dei segretari generali delle organizzazioni della resistenza palestinese, “per far fronte unito nella fase futura”. Invece di fare pressioni nelle sedi internazionali per limitare la prepotenza di Tel Aviv, l’Egitto farà pressione sui palestinesi per abbassare il livello dello scontro. Il rappresentante palestinese all’Onu, Riad Mansour, ha scritto un messaggio al segretario dell’ONU e al presidente di turno del Consiglio di Sicurezza per chiedere la protezione della popolazione civile dagli attacchi militari israeliani e dalle incursioni armate dei coloni.

Il Coordinamento europeo dei comitati per la Palestina (ECCP) ha emesso un comunicato nel quale denuncia le responsabilità dei generali israeliani nei crimini compiuti e quelle delle cancellerie internazionali che sostengono la prepotenza degli occupanti. (Qui tra gli apprfondimenti di Anbamed).

Sudan

Il conflitto di allarga territorialmente e tecnicamente. Nella capitale, l’esercito sta usando i droni per attaccare le milizie ancora assediate nei diversi quartieri. I seguaci di Hamidati stanno estendendo l’area degli scontri alle altre province sia a nord di Khartoum, sia nelle province meridionali e in Darfur. La guerriglia urbana nella capitale non promette una fine celere del conflitto, visto il rifiuto delle tregue proposte e la violazione sistematica di quelle annunciate, ma mai rispettate.

Come in ogni conflitto, le donne sono le prime vittime. Quattro agenzie dell’ONU hanno denunciato l’uso sistematico dello stupro come arma di guerra. “Sono state documentate 22 casi di stupro collettivo contro un totale di 57 donne. Questi sono soltanto i casi nei quali è avvenuta la denuncia agli organismi dell’ONU, ai quali andranno aggiunti quelli denunciati alle autorità governative; altri migliaia di casi non verranno mai denunciati per paura e vergogna”.

Il generale Burhan ha rinnovato il suo rifiuto alla proposta di mediazione dell’IGAD, sostenuta dall’Unione Africana. Il motivo è la presidenza della Kenya considerata sostenitrice delle milizie. Secondo la stampa sudanese, Hamidati ha finanziato la campagna elettorale del presidente keniota, William Ruto. La proposta africana prevede il ritiro di tutte le truppe dalla capitale e l’intervento di caschi blu africani come forza d’interposizione. Il vice presidente del Consiglio sovrano sudanese, Akar, ha bollato questa proposta come “occupazione militare e aggressione alla sovranità del paese”.

L’opposizione civile sudanese si sta riorganizzando per creare un polo di contrasto alla guerra. Al-Ahram Weekly (QUI) riporta che “sta nascendo in Sudan un ‘Fronte civile di contrasto alla guerra’, per proporre una soluzione negoziata e riportare il paese sul binario della democrazia”.

Tunisia

Dopo 53 giorni di sciopero della fame in carcere, le condizioni di salute del politico tunisino del partito Ennahda, Sohbi Atiq sono critiche. Secondo il suo avvocato, “Atiq è sospeso tra la vita e la morte”. Il detenuto politico è stato arrestato il 13 maggio dopo una testimonianza di un uomo in carcere per reati comuni, che ha coinvolto l’ex deputato in una vicenda di gestione di un’eredità in dollari provenienti dall’estero. Secondo l’avvocato, questo detenuto ha ritrattato le sue accuse, ma il giudice non ha fatto cadere i capi di accusa contro Atiq. Nella stessa conferenza stampa, la moglie Zainab Al-Marabhi ha affermato che suo marito “non si regge in piedi, ma è deciso a proseguire lo sciopero, perché ritiene di essere detenuto ingiustamente”. Ha anche denunciato che il giudice competente è andato in ferie per un mese, senza decidere della causa in seguito alle novità giudiziarie sopravvenute.

Iraq

Una storia misteriosa quella di una donna israeliana scomparsa a marzo a Baghdad. È di origine russa e si chiama Elizabeth Tsurkov. Lavorava come ricercatrice in un istituto statunitense e sul passaporto russo, con il quale è entrata in Iraq, viene qualificata come giornalista. È molto attiva su tematiche mediorientali ed in particolare sulla situazione siriana. I fatti risalgono a marzo scorso quando i post della giornalista sui social non si sono più letti. Un responsabile della sicurezza irachena sostiene che la donna è stata rapita da uomini con l’uniforme delle forze regolari di Baghdad.

Elizabeth Tsurkov è specialista sulla situazione siriana ed ha scritto articoli sulla stampa di Tel Aviv nei quali riportava interviste ai capi miliziani dell’opposizione, ma anche a quelli del jihadsita Fronte Nusra. Dal suo account si evince che ha fatto servizio militare in Israele e ha combattuto in Libano nel 2006.

Media arabi avanzano il timore che sia stata presa in ostaggio da milizie vicine all’Iran, perché la giornalista lavorava con istituti americani. Altri sostengono che è stata ceduta a Hezbullah libanese, ma senza citare fonti credibili. A 100 giorni dalla sua scomparsa, finora non è stata avanzata nessuna richiesta di riscatto per la sua liberazione.   

Siria

L’artiglieria turca ha colpito zone agricole a sud est di Kobane. I colpi sono partiti da postazioni all’interno del territorio turco. Secondo i primi rapporti ci sarebbero soltanto due feriti e danni materiali. Da quando è stato rieletto Erdogan, l’offensiva turca contro le zone dell’autonomia curda nel nord est della Siria è aumentata visibilmente. Colpi di artiglieria   da oltre frontiera, attacchi di terra dalle truppe di occupazione turche e dalle milizie affiliate, bombardamenti dell’aviazione con aerei e droni che si aggiungono alla “riattivazione” delle cellule dormienti di Daiesh (Isis). Nel mese di giugno, sono state uccise 59 persone, tra le quali 31 civili, 25 combattenti curdi e 3 jihadisti.

Notizie dal mondo: Sono passati 16 mesi e 11 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Bombardamenti incrociati su Zaporizhzhia. Accuse tra Mosca e Kiev. Un rischio di una fuga dii radiazioni nucleari.

Sostenete Anbamed

Novità: potete pagare le vostre donazioni anche tramite PayPal

Le donazioni sono deducibili dalle tasse.

Dal 2 febbraio 2023, l’associazione “Anbamed, aps per la Multiculturalità” è registrata nel RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) nell’elenco delle associazioni di promozione sociale. Questo significa che tutte le donazioni versate sui conti correnti di Anbamed nel 2023 saranno deducibili dalle tasse dei donatori (nella dichiarazione dei redditi 2024) e si potrà destinare il 5 per mille (sempre nella dichiarazione 2024).

Questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente continua “puntuale, completa e senza interruzioni”, come l’ha definita un collega e, quindi, merita il vostro sostegno.

Questa rassegna sopravvive grazie ai contributi dei suoi lettori e ascoltatori

Ecco i dati per il versamento:

Associazione Anbamed, aps per la Multiculturalità

Iban: IT33U0891382490000000500793

Oppure: tramite PayPal

Se continuiamo a tenere vivo questo spazio è merito tuo/vostro. Anche un piccolo contributo per noi significa molto.

Torna/te presto a leggerci ed ascoltarci!

––––

1 commento

  1. […] Per ascoltare l’audio di oggi: clicca qui […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *