Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
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07 luglio 2023
Rassegna anno IV/n. 187 (1074)
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I Titoli:
Palestina Occupata: Uccisi un soldato israeliano e un miliziano palestinese in una sparatoria nella colonia ebraica di Kdumim, in Cisgiordania occupata.
Sudan: “Pulizia etnica in Darfur” e l’esercito minaccia di ricorrere alla terra bruciata nella capitale, per schiacciare le milizie ribelli.
Libano: Scambi di colpi al confine con Israele, per il controllo di un territorio conteso.
Tunisia: Alta tensione a Sfax. La polizia deporta nel deserto i migranti senza permesso di soggiorno.
Siria: L’Isis alza la testa: tenta un’esecuzione in piazza, nella zona rurale di Deir Azzour, sotto amministrazione curda.
Iran: La marina sequestra una nave per contrabbando di petrolio. Momenti di tensione con la V flotta USA.
Le notizie:
Palestina Occupata
Il movimento palestinese Hamas ha rivendicato l’azione nella quale è rimasto ucciso un soldato israeliano in una colonia vicino a Nablus. L’operazione si è svolta nella colonia ebraica dii Kdumim ed è stata compiuta da un giovane di 23 anni, anche lui rimasto ucciso nella sparatoria. Il comunicato di Hamas minaccia il ministro israeliano di estrema destra, Smotrich, residente in questa colonia costruita sul territorio palestinese occupato: “Stavamo per bussare alla tua porta”. Per il movimento armato palestinese questa è la prima delle azioni in risposta all’invasione israeliana di Jenin.
L’esercito israeliano ha mandato le unità del genio militare alla casa della famiglia dell’attentatore per provvedere alla sua demolizione, nella consueta pratica di punizione vendicativa collettiva.
Il tentativo egiziano di fare pressioni sui palestinesi, per arrivare ad una de-escalation con Israele in Cisgiordania e Gaza, è nato morto. Hamas e Jihad Islamica hanno respinto l’invito dell’ANP a recarsi al Cairo per un vertice dei segretari generali delle organizzazioni palestinesi. Il primo passo per i due movimenti islamisti sarebbe quello di bloccare qualsiasi collaborazionismo con Israele in materia di sicurezza.
L’invasione israeliana su Jenin ha accresciuto l’insicurezza per tutti, palestinesi e israeliani, ed ha aumentato l’instabilità del governo Netanyahu.
Sudan
Si annuncia un’intensificazione del conflitto tra esercito e milizie. Il ministro degli esteri di Khartoum ha affermato che l’esercito ha la capacità dii schiacciare la ribellione, ma non intende operare la politica della terra bruciata. Poi ha aggiunto una postilla gravissima: “se non sarà costretto a quel passo”. Nella capitale, le milizie hanno perso alcune postazioni, ma stanno allargando il conflitto in altre province. Ad Al-Ubayyidh, capoluogo della provincia meridionale del Kordofan, i miliziani hanno attaccato uffici governativi occupandoli e hanno conquistato diverse auto militari dell’esercito, secondo testimonianze di abitanti della città. L’attacco è avvenuto vicino ad un mercato popolare provocando terrore tra venditori e acquirenti che si sono dati alla fuga.
Il governatore del Darfur ha denunciato operazioni di pulizia etnica ad opera delle milizie di Hamidati ed ha evocato il dramma del Ruanda: “Nei posti di blocco uccidono sulla base etnica a sangue freddo, attaccano i villaggi, cacciano la popolazione e bruciano le abitazioni per impedirne il ritorno”.
Diversi capi di tribù di origine araba di Darfur hanno lanciato un appello ai loro giovani di arruolarsi nelle milizie di pronto intervento per combattere contro l’esercito. È uno sviluppo grave che potrebbe prolungare ulteriormente il conflitto.
Libano
Scambio di cannonate al confine tra l’esercito di Israele e i miliziani di Hezbollah. L’esercito israeliano ha informato di aver risposto con 15 lanci di artiglieria ad un razzo partito dalla zona di Kfarchouba, in Libano. In una prima fase l’esercito di Tel Aviv aveva negato che sia stato lanciato un razzo verso il territorio israeliani, adducendo l’esplosione sentita ad una vecchia mina. La seconda versione è che si è trattato di un razzo di media gettata e di conseguenza non era stato intercettato. Lo scambio dii fuoco non ha causato né danni, né vittime sui due fronti. Le unità della forza internazionale, UNIFIL, hanno predisposto un servizio di sorveglianza ed hanno invitato le due parti a non compiere ulteriori azioni per non alzare la tensione. Il Libano rivendica come territori occupati alcune zone di confine che Israele ha annesso.
Tunisia
Si aggrava la situazione umanitaria dei migranti subsahariani a Sfax. Dopo 4 giorni di scontri e l’uccisione di un uomo tunisino accoltellato da tre camerunesi, la polizia ha messo in atto un’azione di punizione collettiva, rastrellando tutti i migranti senza permessi di soggiorno e deportandoli nel deserto a sud della città, senza cibo e acqua. Soltanto grazie alla generosità degli abitanti dei villaggi attorno e alla mobilitazione delle ong tunisine della società civile, gli sfollati hanno ricevuto un minimo di assistenza.
Molti abitanti di Sfax respingono l’accusa di xenofobia e chiedono l’intervento dello Stato per riportare l’ordine e il rispetto della legge da parte di tutti, tunisini e migranti. Gli sfollati chiedono il diritto di passaggio oppure la possibilità di ritornare nei paesi di origine. Il problema non è di semplice soluzione, perché quel “diritto di passaggio” è impedito dalle autorità europee, che vorrebbero che la Tunisia faccia il cane da guardia per i suoi confini. Il ritorno nei propri paesi richiede documenti, che molti di loro non hanno più.
La stampa benpensante europea bolla la Tunisia come paese razzista; un doppio standard intollerabile. La repressione poliziesca dello Stato tunisino nasce proprio dalla necessità che l’élite al potere a Tunisi ha per dimostrare ai signori di Bruxelles la sua determinazione a bloccare i flussi verso nord.
Siria
Le cellule dormienti di Daiesh nella Siria nord orientale non sono più tanto dormienti. Ieri, a Sabha, sulla riva orientale dell’Eufrate, in provincia di Deir Azzour, un plotone di esecuzione del fu falso califfato ha tentato di uccidere in pubblica piazza un uomo condannato da un loro fantomatico tribunale per violazione della sharia, la legge islamica. Sono intervenuti i combattenti curdi del Consiglio militare e ne è nata una fitta sparatoria, che si è conclusa con il ferimento di uno dei boia dell’Isis. Il gruppo è riuscito a darsi alla fuga e far perdere le proprie tracce. L’uomo vittima della condanna è ferito, ma salvo. È un episodio che dimostra la gravità della presenza dell’organizzazione jihadista: malgrado la sconfitta di 4 anni fa, Daiesh è ancora attivo e cerca di imporre le proprie leggi medievali, particolarmente nelle zone dell’autonomia curda, sotto attacco dell’esercito turco. Espansionismo turco e jihadismo si alimentano a vicenda.
Iran
Le guardie della rivoluzione hanno comunicato di aver sequestrato una nave che stava contrabbandando petrolio iraniane. L’operazione è avvenuta in acque internazionali dietro un ordine della magistratura di Teheran. Sarebbero stati arrestati 12 persone, l’equipaggio della nave. Non è stato chiarito da dove sia partita la nave, né quale sia la sua destinazione. Il caso ha rischiato di creare tensione con la V flotta USA nel Golfo, che in un primo momento aveva denunciato la violazione da parte di Teheran del diritto di navigazione, ma poi ha comunicato che i marines USA non sono intervenuti dopo aver constatato che la nave era commercialmente in posizione irregolare.
Notizie dal mondo: Sono passati 16 mesi e 12 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. La Casa Bianca non è soddisfatta dei risultati della controffensiva ucraina e sta studiando di fornire Kiev di droni e missili a lunga gettata. Ulteriore benzina sul fuoco.
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