Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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08 luglio 2023

Rassegna anno IV/n. 188 (1075)

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I Titoli:

Palestina Occupata: Quattro giovani palestinesi assassinati dall’esercito israeliano. Un quinto ferito dalle pallottole di un colono.

Sudan: Il generale Burhan rifiuta l’incontro con Hamidati proposto dai mediatori africani.

Siria: I mercenari della Wagner neutralizzati in anticipo prima di un’eventuale ribellione sul territorio siriano.

Tunisia: La Lega tunisina per i diritti umani condanna la deportazione dei migranti nel deserto al confine con la  Libia.

Pakistan: Il premier Sharif incita alle proteste contro l’islamofobia in Svezia.

Jihadismo: La Francia ha sospeso il rimpatrio dalla Siria di familiari di jihadisti con nazionalità francese.

Le notizie:

Palestina Occupata

“Esecuzione di piazza”. Così il ministero della sanità palestinese ha definito l’assassinio di tre giovani palestinesi a Nablus per mano dell’esercito israeliano. L’operazione di rastrellamento fulminea a Nablus è stata compiuta dalle truppe speciali, in parte in uniforme e in parte in abiti civili, camuffati come operai intenti a svolgere riparazioni all’acquedotto.

Un quarto palestinese è stato assassinato dai soldati di Tel Aviv ad Um Safa, a nord di Ramallah, durante una manifestazione di protesta contro l’occupazione e la confisca delle terre.

Un colono armato ha ferito gravemente un quinto manifestante durante attività di proteste pacifiche proclamate a Beit Amer, nei pressi di Al-Khalil, contro la colonizzazione ebraica in Cisgiordania occupata.

Sudan

Il portavoce del governo sudanese ha affermato che nessun incontro avverrà tra Burhan e Hamidati, i due generali golpisti prima compagni del colpo di Stato e poi due nemici acerrimi. È la risposta all’invito rivolto dalla commissione dell’IGAD, presieduta dal Kenya. Khartoum contesta che a dirigere la mediazione sia il presidente keniano Ruto, considerato alleato di Hamidati. Il Sudan non sarà presente neanche alla riunione dell’IGAD convocata per dopodomani lunedì.

Sul fronte militare, anche oggi i combattimenti nella capitale hanno visto un inasprimento sia a terra che dal cielo. L’aeronautica ha continuato dall’alba a martellare le posizioni dei miliziani nelle zone periferiche della città, dopo averli allontanati dalle zone centrali. Contro questa offensiva dell’esercito nella capitale, le milizie di pronto intervento hanno attaccato e occupato città nella provincia di Kordofan e respinto un attacco in Darfur.  

Siria

L’esercito siriano e i capi militari della missione russa in Siria hanno agito preventivamente contro i mercenari della Wagner, prima che si ribellassero anche loro. 20 alti ufficiali della Wagner erano stati convocati allo Stato maggiore russo nella base di Hmaimim, all’inizio dell’insorgenza in Ucraina, e sono stati trattenuti in residenza coatta. Ai mercenari è stata posta l’alternativa tra firmare nuovi contratti con l’esercito russo oppure tornare a casa senza più stipendi. Sono state tagliate tutte le comunicazioni Internet e cellulari, per impedire congiure.

Tunisia

HumanRights Watch ha chiesto al governo di Tunisi di fermare le deportazioni dei migranti nel deserto. Secondo un comunicato dell’organizzazione umanitaria, “giungono informazioni su casi di decessi di migranti, in seguito a questi provvedimenti”.  A Sfax sono stati registrati scontri tra abitanti tunisini e migranti subsahariani, che hanno causato la morte di un cittadino tunisino accoltellato da un gruppo di tre camerunesi. La polizia tunisina ha cacciato un centinaio di migranti senza permessi di soggiorno in una zona militare desertica al confine con la Libia, in attesa di rimpatriarli. Altri migranti sono scappati per conto proprio dalla città portuale e altri si sono recati alle moschee per avere riparo. Molti di loro hanno perso tutto e sopravvivono grazie alla carità dei fedeli, che hanno portato loro acqua e viveri. La Lega tunisina per i diritti umani ha condannato i provvedimenti polizieschi e li ha annoverati “tra i crimini di punizione collettiva e espressione di azioni xenofobe”.

Pakistan

Centinaia di migliaia di persone hanno manifestato in diverse città del paese per condannare le azioni di islamofobia in Svezia. Hanno bruciato la bandiera svedese, rivendicato la rottura delle relazioni diplomatiche e la cacciata dell’ambasciatore. “Giornata in difesa del corano” è stata definita dagli organizzatori.

Il gesto insensato di bruciare il corano a Stoccolma viene strumentalizzato per una propaganda politica nell’intento di deviare la rabbia popolare contro le politiche del governo di Islamabad. A chiamare alle proteste è stato lo stesso premier Shahbaz Sharif. Secondo la stampa pachistana sono state organizzate manifestazioni in oltre 200 città.

Il Pakistan, durante il governo precedente di Oumran Khan, è stato il promotore all’assemblea dell’ONU di una mozione approvata per la designazione del 15 marzo come giornata di lotta contro l’Islamofobia.

Jihadismo

La Francia ha deciso di fermare il rimpatrio delle famiglie dei jihadisti cittadini francesi. Se ne lava le mani con il pretesto che non ci sono più donne disposte ad accettare di tornare in Francia. Uno scaricabarile che pesa sulle spalle delle forze democratiche siriane che si accollano condizioni di insicurezza e il rischio della rinascita di Daiesh. Tutti gli studi degli organismi dell’ONU hanno sostenuto che il proselitismo tra i dannati di El-Hol, il campo più grande dei familiari di jihadisti, è il più grande pericolo per l’insorgenza del jihadismo.  

Notizie dal mondo: Sono passati 16 mesi e 13 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. La Casa Bianca fornirà all’Ucraina le bombe a grappolo. La Germania non è d’accordo.  

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