Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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20 luglio 2023

Rassegna anno IV/n. 200 (1087)

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I Titoli:

Egitto: Grazia presidenziale per Patrick Zaki e altri detenuti politici egiziani.

Palestina Occupata: Un giovane palestinese ucciso durante l’invasione dei coloni di Nablus.

Siria: Missili israeliani su Damasco uccidono tre soldati.

Sudan: “Le Forze di pronto intervento trattano la resa”. Lo rivela il capo del partito Umma, uomo del vecchio regime di Omar Bashir.

Libia: Il professore universitario Al-Abidi è stato violentemente arrestato a Bengasi, per le sue critiche al generale Haftar e suoi figli.

Marocco: Confermate in cassazione le condanne contro i giornalisti el-Radi e Rissuoni.

Le notizie:

Egitto

Patrick Zaki è stato graziato dal presidente della repubblica Al-Sissi, insieme ad altri detenuti politici egiziani. La notizia era stata anticipata ieri mattina da un membro della Commissione per il dialogo nazionale e poi confermata da un comunicato della presidenza della Repubblica, pubblicato sul sito ufficiale e propagandato da tutta la stampa del regime. “Su richiesta dei segretari della Commissione per il dialogo nazionale – si legge nel comunicato – è stata concessa la grazia del presidente”. Nell’elenco c’è anche l’avvocato Mohammed Baqir, difensore di Alaa Abdel-Fattah, condannato a sei anni di reclusione per il reato di opinione: “diffusione di notizie false sul web atte a turbare la pace sociale”.

Gli ambienti dei difensori dei diritti umani in Egitto considerano molto positivo questo passo, ma non sufficiente perché nelle carceri del regime giacciono ancora decine di migliaia di detenuti politici tra i quali Alaa Abdel-Fattah.

La condanna emessa martedì nei confronti di Zaki è stata oggetto di contestazioni da parte di tre membri della Commissione che si sono dimessi, “per non coprire il fianco alla repressione”.

La famiglia dell’ex studente dell’Università di Bologna, la sua fidanzata e tutti i suoi amici nel mondo stanno attendendo il momento di abbracciarlo e festeggiare una piccola vittoria per i diritti umani in Egitto.

In Egitto, il prossimo anno ci saranno le elezioni presidenziali.

Palestina Occupata

Un giovane palestinese ucciso e una decina di feriti durante gli scontri, a Nablus, tra i soldati e un gruppo di giovani, che tentava con le pietre di impedire l’invasione dei coloni in una moschea dove è collocata la “tomba del profeta Giuseppe”. La Mezzaluna rossa ha denunciato che le ambulanze sono state oggetto di spari da parte dei soldati israeliani, bloccando di fatto le operazioni di soccorso dei feriti.

Siria

Missili israeliani hanno colpito nei dintorni di Damasco, provocando l’uccisione di tre persone e il ferimento di un’altra decina. Secondo l’agenzia ufficiale Sana, la maggior parte dei missili sono stati intercettati e fatti esplodere in cielo. Uno dei missili ha colpito una base militare. Questo è il ventesimo attacco missilistico israeliano contro il territorio siriano, dall’inizio del 2023, in media uno ogni 10 giorni. Un’aggressione continua che non trova condanna dalla cosiddetta comunità internazionale, perché Israele è un paese amico dei potenti del mondo, USA ed Europa.

Sudan

Mentre gli scontri sono all’apice della violenza a Khartoum e nelle altre province, ci sono novità nelle trattative segrete tra l’esercito sudanese e le forze di Pronto Intervento. Secondo l’ex consigliere particolare di Omar Bashir e attuale leader del partito Umma, Mubarak El-Mahdi, le forze di Pronto intervento stanno trattando la resa e tentano di ottenere in cambio un ruolo politico nel futuro Sudan. “Abdelrahim Daglou, fratello di Hamidati e comandante delle milizie ha compiuto una visita in Ciad dove si è incontrato con il presidente keniota Ruto, un delegato del Segretario di Stato USA e un diplomatico degli Emirati arabi uniti”. La proposta di Daglou è quella della resa in cambio di un ruolo nelle future forze armate e nel processo politico. “Il messaggio – secondo le rivelazioni di El-Mahdi – sarebbe stato oggetto di discussione nelle telefonate di Ruto e Blinken con il generale Burhan. Sulla base di queste comunicazioni, le forze armate sudanesi hanno accettato il ritorno al tavolo delle trattative di Gedda”. Secondo il parere di el-Mahdi sarà difficile che le milizie di Hamidati potranno avere un ruolo politico nel futuro Sudan e dovrebbero accontentarsi di salvare la vita ai loro miliziani, che potranno individualmente entrare nelle forze armate, ma non più come una corporazione militare.

Libia

La famiglia del professore universitario Belqiassem Al-Abidi ha denunciato il suo arresto avvenuto alla fine di giugno a casa sua a Bengasi. L’irruzione delle forze di sicurezza è avvenuta all’alba in modo violento, rompendo porte d’ingresso e finestre, picchiando il professore davanti alla moglie ed ai figli piccoli. È stato portato via ammanettato e per diversi giorni non si è saputo nulla sulla sua sorte e neanche dove sia detenuto. 

Soltanto ieri un suo parente è riuscito a visitarlo in carcere a Bengasi. Non è stato interrogato da un magistrato, non gli sono state rivolte delle accuse e i carcerieri hanno confermato che si tratta di una detenzione preventiva a tempo indeterminato. 

Al.Abidi, nato nel 1972, secondo quanto affermato dai parenti, non ha fatto parte di partiti politici, non ha mai portato le armi, ma semplicemente è un attivista anti-militarista. La sua colpa è quella di aver scritto sui social post contro la paura che regna nelle zone controllate dal generale Haftar e i suoi due figli, in particolar modo a Bengasi. 

Suo cugino Abdelhamid Al-Abidi è un generale dell’esercito fedele al governo di Tripoli. Secondo sue informazioni, tratte da contatti con alti ufficiali dell’LNA (Libyan National Army) a Bengasi, l’ordine di cattura è stato emesso dal figlio di Haftar, Saddam. 

In uno dei suoi post, il professore si chiedeva: “come abbia fatto Saddam Haftar a diventare generale due anni dopo aver concluso l’accademia militare, mentre altri ufficiali ci hanno messo decenni?”. 

Marocco

La Corte di cassazione ha confermato le condanne nei confronti dei giornalisti Omar el-Radi e Soliman Rissouni, rispettivamente a 6 e 5 anni di reclusione. Contro i due giornalisti sono stati imbastiti due processi per “molestie sessuali”, accuse che i due hanno respinto e affermato che “i processi nei loro confronti sono di carattere politico, per le loro inchieste contro la corruzione nei vertici del potere”. Una delle parti civili contro el-Radi, un giovane omosessuale, è stata coperta dall’anonimato. Un testimone a favore, il giornalista Steita, è stato condannato a un anno di reclusione, “per mancato soccorso a persona in pericolo”. Nel processo a Rissouni, la testimone di accusa, subito dopo la condanna in primo grado, ha fatto un salto di carriera da stagista in una redazione a portavoce di un ministero, “senza concorso”, come denuncia una ong marocchina per i diritti umani. Chi tocca la famiglia reale o i servizi di sicurezza con le critiche è avvisato. “Sappiamo che la giustizia in questo paese è compromessa, ma speriamo in una grazia del re o del parlamento, anche per difendere la reputazione di questo paese”, ha detto il padre di el-Radi.

Notizie dal mondo: Sono passati 16 mesi e 25 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Putin non andrà in Sud Africa. Al vertice del Brics sarà rappresentato da Lavrov e parlerà con un video-collegamento in diretta.

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