Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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19 luglio 2023

Rassegna anno IV/n. 199 (1086)

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I Titoli:

Egitto: Patrick Zaki condannato a tre anni di reclusione. Una sentenza vergognosa.

Sudan: 200 mila sfollati nella scorsa settimana e rischio fame per il 40% della popolazione.  

Migranti: Fermati 845 migranti nel tratto di oceano tra Africa e isole Canarie. Alcuni tentavano l’attraversata a nuoto o su pedalò.

Israele: La polizia ha disperso la manifestazione contro la legge ammazza-giustizia a Tel Aviv.

Libia: Le milizie si ribellano ai provvedimenti restrittivi del ministro dell’Interno, Imad Trabulsi, ex miliziano inserito nelle liste nere dell’ONU.

Afghanistan: Escluse le donne dalle prove di accesso all’Università.

Ambiente: Temperature record e incendi nella regione MENA. Incendi colossali in Giordania, Siria e Libano.

Le notizie:

Egitto

Tre anni di reclusione per aver scritto la verità. Questa è a condanna subita da Patrick Zaki comminata da una magistratura addomesticata. Lo studente dell’università di Bologna è stato ammanettato e portato in carcere. Aveva già subito 22 mesi di carcere preventivo e dovrà rimanere in cella per altri 14 mesi. È una condanna ingiusta e vergognosa. Zaki si era limitato, nell’articolo pubblicato sulla rivista online libanese, “Daraj”, a raccontare le discriminazioni subite dalla comunità copta egiziana. L’articolo aveva questo titolo: “Displacement, Murder, and Narrowing: A Week’s Result in the Diaries of Egypt’s Copts”. (Sito di Daraj, in inglese).

In seguito a questa sentenza, 3 membri della Commissione del dialogo nazionale si sono dimessi per protesta. “è inutile la nostra presenza in una commissione, che opera soltanto come una maschera per nascondere la violenza del potere”, ha detto uno dei dimissionari. L’associazione ong egiziana EIPR, con la quale il ricercatore ha collaborato come volontario, ha condannato la dura sentenza definendola una “vendetta” (QUI).

La sentenza è stata emessa da un tribunale di sicurezza dello Stato sotto la giurisdizione della legge d’emergenza e quindi non è appellabile.

Sudan

Si intensificano gli scontri armati nella capitale Khartoum. Particolarmente il quartiere occidentale (Umdorman) e quello nord (Bahri) sono stati interessati da duri bombardamenti aerei dell’esercito contro le postazioni delle milizie dislocate in mezzo alle abitazioni.

Anche nelle altre province di Darfur e Kordofan, gli scontri non diminuiscono di intensità. Nel Darfur sono stati registrati 200 mila nuovi sfollati nell’ultima settimana.

I rapporti sudanesi sulla disponibilità alimentare sono allarmanti. “La riserva strategica di cibo è stata erosa e basta per un altro mese soltanto”, ha detto il presidente delle camere di commercio, “la produzione agricola è stata ostacolata o sabotata con gli incendi e la distruzione delle infrastrutture, azioni compiute dalle milizie di Pronto intervento”. È stato registrato un aumento vertiginoso dei prezzi, ma il rischio a breve termine è la fame per almeno 19 milioni di cittadini (il 40% della popolazione).

Migranti

La Marina di Rabat ha comunicato di aver salvato 845 migranti mentre tentavano di raggiungere le isole Canarie. La maggior parte sono originari dell’Africa subsahariana, che partivano dalle coste del Sahara Occidentale occupato dal Marocco. Alcuni sono stati bloccati mentre tentavano di percorrere il tratto di mare a nuoto ed altri usando pedalò.

Il comunicato ufficiale parla di un solo morto, che il suo corpo è stato portato all’obitorio di Dakhla, nel Sahara Occidentale.

Alarm Phone, invece, ha pubblicato sui social la notizia di un salvataggio compiuto dalla guardia costiera marocchina, avvenuto nel fine settimana, di 37 persone e il recupero di 24 corpi annegati nel tratto dell’Oceano Atlantico che separa l’Africa dall’arcipelago spagnolo.

Israele

La polizia ha disperso con la forza la manifestazione di Tel Aviv contro la riforma di Netanyahu ammazza-giustizia. Il portavoce della campagna, John Drill (Qui la sua pagina Twitter) ha scritto che i manifestanti cantavano “Democrazia o ribellione”. La polizia ha arrestato 17 persone, per resistenza a pubblico ufficiale.

161 piloti militari di riserva hanno dichiarato l’obiezione di coscienza in caso di approvazione definitiva della legge. Il premier Netanyahu li ha minacciati di processi per disobbedienza a ordini militari.

Libia

Si registra una ribellione delle milizie locali nella zona occidentale della Libia, in seguito ad un tentativo del governo Dbeiba di unificare i dipartimenti di polizia, nelle quali dovrebbero confluire queste milizie, riducendoli da 12 dipartimenti a soli 3. Blocchi stradali alle porte della capitale con camion di sabbia e copertoni incendiati. Il ministro dell’interno Imad Trabulsi conosce il mondo delle milizie dall’interno, in quanto è un esperto di azioni illegali di traffico di petrolio, esseri umani e contrabbando di ogni genere, al punto di essere stato elencato nella lista nera dell’ONU. Il provvedimento ministeriale è volto al controllo delle milizie del Gebel, la zona a prevalente popolazione amazigh ed in passato alleata con il generale Haftar. I sindaci di tutti i comuni della zona ad ovest di Tripoli hanno protestato e minacciato di interrompere ogni rapporto di collaborazione con il governo Dbeiba e passare all’altra formazione governativa, legata al parlamento di Bengasi.

Afghanistan

Un nuovo giro di vite contro le donne. Il movimento taliban ha deciso di escludere le donne dal partecipare agli esami di ammissione alle università. L’ente nazionale per gli esami ha comunicato che saranno ammessi alle prove di questo mese soltanto i maschi. Il divieto alle donne di proseguire gli alti studi era stato già preso, ma dopo pressioni internazionali, era rientrato. Adesso la retromarcia viene aggirata con il divieto a partecipare agli esami di ammissione. Un gruppo di donne ha inscenato una improvvista manifestazione a Kabul con cartelli scritti a mano che portano frasi come: “Escludere le ragazze dagli studi è contro i precetti del profeta Mohammed”. “Senza infermiere e dottoresse, come potranno essere curate le donne malate?”.

Ambiente

La regione del Medio Oriente e del Nord Africa è particolarmente colpita dall’ondata di caldo che sta interessando l’emisfero nord del pianeta. Incendi colossali in Libano, Siria e Giordania e temperature record in Tunisia e Algeria. Secondo l’ente pubblico meteo tunisino, le temperature hanno raggiunto il picco di 49 gradi centigradi, con una crescita di 5 gradi rispetto alla media stagionale degli anni passati. Secondo il centro metereologico algerino, “nel sud del paese si sono registrati temperature record mondiali del secolo, raggiungendo i 60 gradi”.

Anche Grecia e Turchia sono state interessate da colossali incendi con venti caldi che soffiavano a 60 km orari. Diversi centri turistici sono stati evacuati.

Notizie dal mondo: Sono passati 16 mesi e 24 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Droni e missili russi su Kiev e Odessa. Un colossale incendio in Crimea.

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