Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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24 luglio 2023

Rassegna anno IV/n. 204 (1091)

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I Titoli:

Iran: In un attacco terroristico a Zahedan, uccisi 4 agenti della polizia municipale.

Arabia Saudita: Un’organizzazione saudita denuncia “64 in attesa di esecuzioni e occultamente dei cadaveri”.

Egitto: Patrick Zaki è libero ed è arrivato in Italia. Il suo rifiuto del volo di Stato non è stato preso bene dalla premier.

Israele: Grandi manifestazioni a Gerusalemme ovest contro la legge ammazza-giustizia. Netanyahu rimprovera il suo ministro della difesa.

Sudan: Attivisti chiedono l’arresto di Ahmed Haroun, criminale ricercato dalla CPI, fuggito dal carcere ad aprile.

Palestina Occupata: Rastrellamenti, confisca delle terre e azioni distruttive contro gli agricoltori. Esercito e coloni lavorano di concerto.

Migranti: Fallimento della conferenza di Roma su Sviluppo e migrazioni. Il piano Mattei è un guscio vuoto. Della serie: come fare bella figura a spese degli altri.

Le notizie:

Iran

Quattro uomini della polizia municipale sono rimasti uccisi in un attacco armato compiuto da ignoti. È avvenuto ieri nella città di Zahedan, capoluogo del Belucistan-Sistan, nel sud est iraniano. La regione è confinante con Afghanistan e Pakistan ed è a maggioranza sunnita. È considerata tra le più povere regioni del paese e vi è un forte movimento autonomista che in passato ha fatto ricorso a ribellioni armate.

Arabia Saudita

L’Organizzazione euro-saudita per i diritti umani ha denunciato che 64 persone sono in attesa di esecuzione nel regno dei bani Saud. Tra di loro 9 erano minorenni al tempo dei fatti oggetto delle condanne. Secondo quest’organizzazione, anche a Riad vige la pratica del sequestro dei cadaveri delle vittime di esecuzioni. Sarebbero 141 i corpi conservati negli obitori e non riconsegnati alle famiglie per una dignitosa sepoltura. Secondo i calcoli di Anbamed, sulla base delle notizie apparse sulla stampa ufficiale saudita, dall’inizio dell’anno le esecuzioni capitali in Arabia Saudita sono state 74.  

Egitto

Patrick Zaki è arrivato ieri in Italia, su un volo di linea all’aeroporto di Malpensa. Il governo italiano voleva intestarsi la sua liberazione, annunciando l’invio al Cairo di un volo di Stato, ma il ricercatore indipendente ha declinato l’offerta, dando involontariamente uno schiaffo alla propaganda di regime. A Malpensa ad accoglierlo ci sono soltanto i suoi professori dell’Università di Bologna, il rettore Giovanni Molari, e la sua professoressa, Rita Monticelli. Al suo arrivo a Bologna la consegna della pergamena del master, superato con un esame online, e poi la conferenza stampa. “Ringrazio l’Italia. Questo è il giorno più bello della mia vita. Giustizia per Regeni”, ha detto al momento del suo arrivo. Insieme a lui sono arrivate anche la sorella, Marise George e la fidanzata Reny Iskandar.

Patrick Zaki era stato arrestato al suo ritorno in Egitto nel Febbraio 2020 ed ha passato in carcere 22 mesi di detenzione preventiva. È stato condannato a tre anni di reclusione per aver pubblicato, sulla rivista online libanese (Daraj), un articolo di analisi sulle discriminazioni subite dai copti egiziani. La verità fa male al potere.

Israele

A parole Netanyahu dichiara di voler arrivare a un compromesso, ma nei fatti la sua maggioranza va avanti sul processo parlamentare di modifica della legge sulla giustizia. La proposta del presidente Herzog è stata respinta e lo stesso Netanyahu, dall’ospedale dove era ricoverato, ha rimproverato il suo ministro della difesa Galant, per le dichiarazioni rilasciate sulla necessità di un momento di riflessione per giungere ad un accordo con l’opposizione. Galant ha annunciato che si asterrà al voto in caso di mancato accordo. Il sindacato Histadrut ha avanzato una proposta di compromesso che è stata derisa dalla maggioranza e a questo punto non è da escludersi l’organizzazione di uno sciopero generale che bloccherà Israele. A Gerusalemme oltre 45 mila persone hanno organizzato un happening, sotto il sole cucente, con tende, bandiere e tamburi, per contestare “la minaccia alla democrazia”. La manifestazione continua anche oggi davanti alle sedi del Parlamento e della Suprema Corte.

Sudan

Quattro persone sono morte in un bombardamento contro l’ospedale di Al-Ubayyid, capoluogo di Kordofan. Questa provincia meridionale sta diventando uno dei tre centri principali dello scontro tra l’esercito e le varie milizie locali. Il Movimento popolare guidato da El-Helou si è alleato di fatto con gli ex avversari delle Forze di Pronto intervento.

Anche nella capitale Khartoum gli scontri sono intensi e non si vede una via d’uscita, né negoziale, né militare. Gli annunci di vittorie vengono fornite dalle macchine di propaganda delle due parti belligeranti, ma lo stallo nelle posizioni occupate è il segno più tangibile.

Organizzazioni per i diritti umani sudanesi hanno chiesto all’esercito di arrestare Ahmad Haroun, uno degli esponenti del vecchio regime dittatoriale di Omar Bashir, fuggito dal carcere lo scorso aprile, una settimana dopo l’inizio del conflitto. Haroun è ricercato dalla Corte penale internazionale per i crimini in Darfur.  

Palestina Occupata

È una campagna di rastrellamenti in diverse città della Cisgiordania, collegata a confische di terre e azioni distruttive delle piantagioni palestinesi da parte dei coloni. All’alba di oggi, lunedì, le forze di occupazione hanno invaso il campo di Nur Shams, ad est di Tulkarem. Hanno arrestato un giovane accusato di resistenza, ma prima del loro ritiro hanno distrutto case e infrastrutture. Sul terreno hanno lasciato 14 feriti con pallottole da guerra. La Mezzaluna rossa denuncia che i soldati hanno impedito l’ingresso in città delle ambulanze per soccorrere i feriti. Operazioni simili, ma più limitate nei danni, sono avvenute a Betlemme e Nablus.

Nel villaggio di Buweira, vicino ad Al-Khalil, un gruppo di coloni ha distrutto 35 piante di vite e 150 olivi. L’incursione è avvenuta ieri, di giorno e con la presenza dei soldati che non hanno mosso un dito. Soltanto quando i proprietari dei terreni hanno cominciato a lanciare pietre, l’esercito è intervenuto per proteggere la ritirata degli aggressori con lacrimogeni e spari di pallottole di gomma.

Migranti

La montagna ha partorito un topo. La tanto propagandata “conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni”, con il tanto annunciato “piano Mattei”, si è conclusa col nulla di fatto. Di sviluppo non si è discusso in concreto e ci si è limitati alla questione migrazione, proponendo l’esempio vergognoso dell’accordo imposto alla Tunisia: briciole in cambio di esternalizzazione delle frontiere europee e riammissioni forzate.

Si è scoperto, nel fondo delle parole della premier italiana, che il piano Mattei conta sul ruolo delle petrol-monarchie del Golfo per investimenti nei paesi africani di provenienza dei migranti.

In contemporanea della conferenza ufficiale, si è tenuto a Roma un convegno con la partecipazione di attivisti di diversi paesi africani, per denunciare le politiche repressive che hanno causato tante morti nel Mediterraneo. Nei giorni precedenti si è tenuto a Tunisi un forum sull’emigrazione che ha condannato l’accordo Von der Leyen-Saied (QUI).

Notizie dal mondo: Sono passati 16 mesi e 29 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Morti e distruzioni a Odessa. I missili hanno distrutto una cattedrale storica, patrimonio culturale dell’UNESCO.

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1 commento

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