Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Per ascoltare l’audio di oggi, 18 agosto 2023:

Rassegna anno IV/n. 229 (1116)

Per informazioni e contatti, manda un messaggio:

anbamedaps@gmail.com

Le vignette sono QUI

Sostieni Anbamed

Basta un click

Anbamed non va in ferie. Sostienila!

Le donazioni nel mese di luglio sono state sette, per un valore di 265 € (- 85 € rispetto al mese di giugno). Il dato è preoccupante, perché l’aumento di lettori ed ascoltatori registrato non è accompagnato da una crescita delle donazioni. Serve una scossa di generosità da parte di tutti, nuovi e vecchi iscritti.

Tutte le indicazioni per versare un contributo si trovano in fondo a questa newsletter e nel sito (ecco il link). Puoi contribuire usando PayPal.

I Titoli:

Siria: Ucciso in uno scontro a fuoco a Raqqa, un capo di Daiesh.

Palestina Occupata: Demolita una scuola elementare in Cisgiordania. Altre 58 sono nel mirino delle forze di occupazione israeliane.

Sudan: Consenso delle forze politiche al piano Akkar per la fine della crisi.

Egitto: Coraggiose giornaliste protestano per la liberazione di colleghe e colleghi in carcere.

Libia: Il governo Dbaiba concede una base navale alla Turchia nel porto di Khoms.

Arabia Saudita-Iran: Il presidente Raissi visiterà il regno. Lo ha annunciato il ministro degli esteri di Teheran.

Le Notizie:

Siria

Le Forze democratiche siriane a guida curda sono riuscite ad individuare e uccidere uno dei più pericolosi capi di Daiesh (ISIS). Si chiamava Ibrahim al-Alyi, meglio noto con il nome di Battaglia, Abu Mujahid. Occupava il ruolo di responsabile dei jihadisti nella Siria nord-orientale. Le unità antiterrorismo dell’autonomia curda lo hanno seguito dalla sua fuga da Manbij, sotto occupazione turca, fino a Raqqa. È stata accerchiata la casa dove si nascondeva e nello scontro di fuoco è rimasto ucciso. All’operazione hanno partecipato anche unità dei peshmerga iracheni. Nella casa sono state sequestrate armi e munizioni e molta documentazione sulle attività jihadiste nei territori dell’autonomia curda.

Palestina Occupata

Le forze di occupazione israeliane hanno demolito una scuola elementare ad Ain Samyia, in Cisgiordania. A poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico, la distruzione della scuola, che forniva l’istruzione primaria ai bambini dei pastori nomadi della zona, ha l’obiettivo di cacciare la popolazione palestinese di queste terre, per far spazio alla colonizzazione ebraica. Nel 2023, sono state demolite tre scuole nelle stesse condizioni. Secondo un rapporto dell’ONU, il piano israeliano minaccia di demolizione altre 58 scuole elementari.   

Sudan

La “Coalizione delle forze democratiche per il cambiamento” ha approvato il piano proposto dal vice presidente del Consiglio sovrano, Akkar, per l’uscita dalla crisi. Un cessate il fuoco immediato, uscita delle forze di Pronto intervento (RSF) dalle città con garanzia di salvacondotto, avvio di trattative tra i partiti per le elezioni. L’unico punto di dissenso riguarda la partecipazione del partito islamista al potere durante il governo del dittatore Omar Bashir. Il piano si scontra però con la determinazione delle milizie a non arrendersi, anche per la mancanza di un meccanismo di garanzia indipendente. Le trattative di Gedda, in Araba Saudita, sono ferme e la proposta di invio di forze di interposizione (saudite?), non è stata ancora studiata concretamente.

Il ministero degli esteri del governo sudanese ha chiesto ufficialmente alle diplomazie internazionali di elencare le forze di pronto intervento tra le formazioni terroristiche. È un messaggio che va nella direzione opposta rispetto al piano di Akkar, segno di una confusione politica al vertice del potere militare a Khartoum.

Le attività belliche sono sempre in crescendo, sia nella capitale, sia nelle province. Particolarmente cruenti i combattimenti a Geneina e Nyiala, nel Darfur occidentale, provincia ricca di giacimenti d’oro e d’uranio e soprattutto confinante con Ciad, Libia e Repubblica Centroafricana, fonti di forniture in armi e miliziani mercenari.

Egitto

Si è svolto ieri, davanti alla sede del sindacato della stampa, al Cairo, un presidio per chiedere la liberazione dei giornalisti arrestati per aver compiuto il loro dovere di informare. L’iniziativa è stata intrapresa dal gruppo “Giornaliste egiziane” che rivendica in un comunicato il rilascio di 25 giornalisti in carcere. I partecipanti al presidio sono stati ricevuti dal presidente e dal segretario del sindacato. Durante l’incontro sono state affrontate le questioni del diritto di informare e la necessità di creare il clima per una stampa indipendente, libera dalle pressioni delle forze di sicurezza. In Egitto, la maggior parte delle testate sono di proprietà di società che fanno capo ai servizi di sicurezza. Secondo un rapporto, in Egitto sono stati arrestati, negli ultimi 10 anni (gli anni di Al-Sissi al potere), 170 giornalisti, chiusi 500 siti di informazione e uccisi 6 operatori di media durante scontri di piazza tra islamisti e forze di polizia.

Libia

Il governo Dbaiba ha concesso in segreto alla Turchia una base militare nel porto di Khoms, tra Tripoli e Misurata. La notizia è trapelata sulla stampa libica dopo la sua pubblicazione da un’agenzia stampa turca vicina all’esercito di Ankara. 

Si sono svolte in città manifestazioni da parte di cittadini che considerano questo sviluppo pericoloso per le attività lavorative dei pescatori. Sono state incendiate copertoni e hanno chiesto al governo Dbaiba il ritiro di tutte le milizie che sono state mandate da altre città (principalmente da Misurata) per presidiare il porto.

L’agenzia stampa turca Sanaya sostiene che l’esercito di Ankara ha preso in affitto il porto per 99 anni, per trasformarlo in una base militare navale “in difesa degli interessi turchi nel Mediterraneo”. 

Arabia Saudita-Iran

Il ministro degli esteri iraniano, Amir Abdellahian, ha svolto una visita a Riad, conclusa con una conferenza stampa congiunta con l’omologo saudita, Ben Farhan. “Le relazioni tra i nostri due paesi stanno andando nella giusta direzione per ridurre la tensione nella regione”, ha detto. Abdellahian ha annunciato che il presidente Raissi ha accettato l’invito di re Salman a visitare il regno. Le relazioni tra i due paesi sono migliorate enormemente dopo una rottura di 7 anni, grazie alla mediazione del governo cinese. Nel marzo di quest’anno è stato firmato a Pechino un accordo per la ripresa delle relazioni diplomatiche tra i due paesi del Golfo e investimenti economici cinesi nella regione nel settore dell’energia verde.

Notizie dal mondo

Sono passati 17 mesi e 23 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Abbattuto drone su Mosca. Gli USA approvano la fornitura a Kiev di caccia F-16.

In Niger, i jihadisti tornano ad uccidere. 17 soldati morti in uno scontro al confine con il Mali.

Sostenete Anbamed!

Novità: potete pagare le vostre donazioni anche tramite PayPal

Le donazioni sono deducibili dalle tasse.

Dal 2 febbraio 2023, l’associazione “Anbamed, aps per la Multiculturalità” è registrata nel RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) nell’elenco delle associazioni di promozione sociale. Questo significa che tutte le donazioni versate sui conti correnti di Anbamed nel 2023 saranno deducibili dalle tasse dei donatori (nella dichiarazione dei redditi 2024) e si potrà destinare il 5 per mille (sempre nella dichiarazione 2024).

Questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente continua “puntuale, completa e senza interruzioni”, come l’ha definita un collega e, quindi, merita il vostro sostegno.

Questa rassegna sopravvive grazie ai contributi dei suoi lettori e ascoltatori

Ecco i dati per il versamento:

Associazione Anbamed, aps per la Multiculturalità

Iban: IT33U0891382490000000500793

Oppure: tramite PayPal

Se continuiamo a tenere vivo questo spazio è merito tuo/vostro. Anche un piccolo contributo per noi significa molto.

Torna/te presto a leggerci ed ascoltarci!

––––

1 commento

  1. […] Per ascoltare l’audio di oggi, 18 agosto 2023: clicca qui […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *