Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno IV/n. 254 (1141)

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I Titoli:

Libia: L’uragano Daniel cancella la città di Derna, sotto un metro d’acqua. 2000 mila morti e 5 mila dispersi. Dighe spazzate via.

Marocco: Quasi tremila le vittime del terremoto. Rabat accetta soltanto le offerte di soccorso di 4 paesi. Una scelta politica?

Siria: I jihadisti colpiscono nel nord est della Siria. 13 vittime tra civili e soldati.

Palestina Occupata: Rastrellamenti in tutta la Cisgiordania. Le forze di occupazione hanno arrestato ieri 20 militanti.

Israele: Una gigantesca manifestazione di protesta a Tel Aviv contro la legge di Netanyahu per una giustizia addomesticata.

Tunisia: Il 14 settembre riapre il museo del Bardo, dopo due anni di chiusura “politica”; la sua sede era vicina al Parlamento.

Le Notizie:

Libia

Duemila morti e 5 mila dispersi soltanto nella città di Derna, nell’est libico. Un effetto disastroso dell’uragano Daniel abbattuto ieri sulla Libia, dopo aver colpito Grecia e Turchia. Malgrado l’allerta delle autorità e la chiusura delle scuole e degli uffici pubblici, nella zona del Gebel Akhdar (Montagna Verde) gli effetti sono stati catastrofici. Le piogge torrenziali hanno distrutto 3 dighe e spazzato via altre due. Un fiume di acqua e fango ha invaso la città di Derna. Anche la città di Shahhat, con il suo sito archeologico Cirene, è stata danneggiata. Oltre alla furia della natura, la mano dell’uomo ha sottratto importanti reperti. In tutto il paese sono stati chiusi preventivamente porti e aeroporti e bloccata la produzione petrolifera. I primi soccorritori dell’esercito arrivati a Derna in elicottero si sono trovati di fronte ad una scena che ricorda il diluvio universale: tutta la città sotto un metro di acqua.   

Il governo ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale.

Marocco

Continua la corsa contro il tempo, per salvare vite umane sotto le macerie causate dal terremoto. Altre scosse di assestamento hanno diffuso paura tra gli sfollati. Nelle zone montagnose, difficilmente raggiungibili a causa delle frane e distruzione di strade e sentieri, i sopravvissuti si lamentano che nessuno è arrivato per soccorrerli e che hanno dovuto fare da soli con mezzi inadeguati al bisogno.

Fino alla mezzanotte di ieri lunedì, i morti secondo il ministero dell’Interno sono stati 2862 e i feriti 2562.

Ha destato interrogativi la decisione del governo marocchino di accettare le offerte di soccorso di soli 4 paesi: USA, GB, Emirati arabi Uniti e Qatar, rifiutando quelle di paesi più vicini geograficamente e con lunga esperienza in soccorsi in zone terremotate, come Italia, Francia, Algeria e Germania. È lecito il sospetto che ci sia dietro questo rifiuto un motivo politico: sono paesi che non hanno riconosciuto la sovranità del Marocco sul Sahara Occidentale.   

Siria
Attacchi ed agguati di Daiesh (Isis) nella Siria nord orientale sotto il controllo governativo e delle milizie affiliate. 13 persone sono rimaste uccise, tra i quali tre civili. Secondo quanto riferito dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, i miliziani hanno attaccato alcuni pastori nella zona di Shula, nei pressi del pozzo petrolifero di Kharrata, a ovest del fiume Eufrate. Tre pastori sono stati uccisi assieme a nove miliziani filo-governativi. I jihadisti compiono azioni selettive: attaccano soltanto nelle zone sotto il controllo dei governativi o dei curdi, mai nelle zone occupate dalla Turchia; la cosa non può non sollevare sospetti.

Palestina Occupata

Le truppe di occupazione hanno compiuto l’ennesimo rastrellamento nel campo di Aqabat Jabr, vicino ad Ariha (Gerico). Sono avvenuti scontri con i giovani che tentavano di impedire l’avanzata delle truppe corazzate con il lancio di pietre. Sono rimasti ferite molte persone, tra i quali due minorenni colpiti dalle pallottole dei soldati. Dopo aver circondato la sua casa, è stato arrestato un palestinese, del quale non si conosce né il nome, nè la ragione per la quale era ricercato. Diverse altre operazioni di rastrellamento sono state compiute dai soldati israeliani in diverse località della Cisgiordania, con l’arresto di 20 militanti della resistenza all’occupazione.

Israele

Sono riprese le manifestazioni contro il governo Netanyahu e la sua riforma affossa giustizia. In concomitanza della seduta, di oggi, della Corte suprema sui ricorsi contro le norme già approvate dal Parlamento, centinaia di migliaia di persone si sono radunate ieri, lunedì, davanti alla sede della Corte, alzando bandiere e ritmando slogan in difesa della democrazia. La polizia ha arrestato 6 manifestanti, per resistenza a pubblico ufficiale.

Tunisia

Tra due giorni, giovedì 14 settembre, il prestigioso museo del Bardo di Tunisi riaprirà le proprie porte al pubblico. I visitatori del museo potranno ammirare “spazi appena ristrutturati, e reperti esposti per la prima volta, dipinti a tema marino e sculture in marmo reintrodotti dopo il restauro e la manutenzione”, secondo quanto ha comunicato il ministero della Cultura tunisino.

Il Bardo, il museo più importante della Tunisia, era chiuso al pubblico dal 25 luglio 2021. Il Bardo occupa, infatti, una sede adiacente all’aula del Parlamento sospeso in quella data dal decreto del presidente Saied per le dimissioni del governo e la sospensione dell’Assemblea legislativa. In concomitanza con la ripresa dei lavori parlamentari, nel marzo di quest’anno, il ministero della Cultura aveva annunciato a breve la riapertura del museo “una volta verificato lo stato di avanzamento dei progetti di manutenzione, restauro e riqualificazione di varie sale e spazi del museo”. Recentemente la ministra della Cultura Hayet Guettat Guermazi, ne aveva annunciato la riapertura imminente una volta conclusi i lavori e in concomitanza con la ripresa delle scuole, il 15 settembre.

Il museo del Bardo è anche tristemente noto per l’attentato terroristico del 18 marzo 2015 rivendicato da Daiesh (Isis). Un gruppo di jihadisti è arrivato dal mare ed ha sparato sui turisti in spiaggia, uccidendo 24 vittime, tra le quali molti cittadini stranieri.  

Notizie dal mondo

Sono passati 18 mesi e 18 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Il presidente coreano Kim Jong-Un è entrato in territorio russo, su un treno corazzato, per incontrare Putin a Mosca.

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