Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno IV/n. 255 (1142)

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I Titoli:

Libia: 5100 morti e 11 mila dispersi nella sola città di Derna. Interi quartieri portati via dalla furia dell’acqua. Dichiarati 3 giorni di lutto in tutte le città del paese.

Marocco: I soccorsi continuano malgrado la poca speranza di salvare altre vite umane da sotto le macerie. 100 mila bambini, per metà orfani, sono senza tetto.

Sudan: 17 morti a Khartoum in un bombardamento dell’artiglieria delle milizie, nascoste in mezzo ai quartieri residenziali.

Siria: Civili sfollati per l’ennesima volta a causa dei bombardamenti tra governativi e milizie nel nord ovest della Siria.

Palestina Occupata: Due coloni israeliani feriti in una sparatoria a Hawwara. Rastrellamenti e posti di blocco dell’esercito di occupazione.

Iraq: L’esercito trasferisce i profughi curdo-iraniani dalla zona di confine.

Le Notizie:

Libia

“Un quarto della città di Derna non c’è più”. È questa la descrizione che ci ha fornito al telefono un cittadino che si è salvato dall’alluvione. “Case, strade e persone sono state spazzate via dalla furia dell’acqua”, ha aggiunto piangendo. La gente ha perso tutto. 5100 morti e 11 mila dispersi, secondo le dichiarazioni ufficiali fino alla mezzanotte di ieri, martedì. Nella sola giornata di ieri si sono tenuti i funerali di 1400 vittime. Tra gli stessi soccorritori spediti in città dall’esercito si contano 40 dispersi, con i quali si sono persi i contatti radio. Il sindaco della città ha detto che la situazione è fuori controllo ed ha chiesto interventi di soccorso internazionali. Derna è stata particolarmente colpita perché ricade a valle di decine di torrenti e due delle dighe che trattenevano le acque sono completamente crollate e altre tre danneggiate. Altre città della Montagna verde (Gebel Akhdar) sono state colpite, ma non nella stessa misura catastrofica. Ad al-Baida ci sono state 46 vittime e danni materiali ha subito la vicina Shahhat, con la sua zona archeologica dell’antica Cirene.  

La catastrofe ha riportato alla luce un senso di unità nazionale tra i due governi che gestiscono il potere politico nelle due regioni. Sono scattati i soccorsi da tutte le città libiche e sono state destinate risorse economiche per la gestione dell’assistenza e le cure agli sfollati. In tutto il paese sono stati dichiarati tre giorni di lutto. Anche in Egitto è stato dichiarato il lutto per le vittime.

Marocco

Si sono perse le speranze di trovare sopravvissuti, ma le ricerche tra le macerie continuano. Il numero dei morti ha superato i tremila, ma ci sono migliaia di dispersi, senza contare le vittime nei villaggi di montagna, che non sono stati ancora raggiunti dai soccorsi. A quattro giorni dal sisma, la situazione appare nella sua gravità: 100 mila bambini sono senza tetto, per almeno metà sono orfani, e non potranno seguire le lezioni scolastiche appena iniziate nel resto del paese.

Nelle zone vicine al baricentro del sisma è tuttora difficile arrivare con i soccorsi, a causa degli smottamenti nella montagna e il conseguente distruzione delle strade. Nella stessa Marrakesh, ci sono quartieri che non hanno né elettricità, né rete idrica. Molta gente dorme ancora all’aperto, malgrado che le loro case non siano danneggiate, per paura delle scosse di assestamento.

Sudan

17 civili sono rimasti uccisi da un bombardamento delle milizie con l’artiglieria su un quartiere di Khartoum, avvenuto nella giornata di ieri. Testimoni oculari sfollati dal quartiere colpito hanno raccontato ad Anbamed l’inferno subito dalla pioggia di obici. Il numero delle vittime è confermato da fonti ospedaliere. 48 ore prima, un bombardamento aereo dell’esercito ha colpito per errore un mercato popolare ed ha causato 43 vittime. Una strage continua, per la lotta al potere tra i due generali golpisti, Burhan e Hamidati, rispettivamente capi dell’esercito e delle milizie.

Siria

È una guerra non dichiarata. Da due settimane, nel nord ovest della Siria le truppe governative e le milizie filo turche si scambiano lanci di artiglieria, su una linea del fronte a zigzag, che hanno causato decine di vittime tra i civili. La popolazione si trova così costretta a sfollare per l’ennesima volta, lasciando tende e baracche per cercare riparo all’aria aperta in zone vicine non soggette ai bombardamenti. L’ufficio ONU per gli affarii umanitari (OCCHA) ha dichiarato che 2400 famiglie sono state costrette ad abbandonare le loro case ricadenti sulla linea di demarcazione tra le truppe.

Palestina Occupata

Due coloni israeliani sono rimasti feriti da colpi di arma da fuoco mentre attraversavano nella loro auto la strada principale di Hawwara. L’esercito di occupazione ha comunicato che due palestinesi hanno sparato una raffica di mitra e poi sono scappati. Sono stati predisposti blocchi stradali e unità militari hanno avviato rastrellamenti nella cittadina, che lo scorso febbraio era stata incendiata da gruppi oltranzisti di coloni, protetti dall’esercito e mai perseguitati per il loro crimine.

A 30 anni dagli accordi di Oslo, firmati alla Casa Bianca da Clinton, Arafat e Rabin, il 13 settembre 1993, la gente di Palestina non ha pace e la sua terra è occupata dall’esercito e dai coloni israeliani (vedi sezione approfondimenti di Anbamed).

Iraq

L’esercito di Baghdad ha iniziato a disarmare le unità curdo-iraniane presenti nel Kurdistan iracheno, allontanandole del confine con l’Iran. Il ministro degli esteri iracheno ha dichiarato che “in ottemperanza degli accordi di sicurezza tra Iraq e Iran, con l’accordo del governo autonome del Kurdistan, le popolazioni rifugiate curdo-iraniane sono state spostate in campi all’interno del territorio iracheno e i miliziani sono stati disarmati”. La presenza dei partiti curdi iraniani al confine tra i due paesi ha rappresentato lo scorso anno, durante la rivolta popolare contro il regime iraniano, un amplificatore delle notizie che giungevano dal Kurdistan iraniano. La risposta di Teheran è stata in un primo momento bombardamenti e missili, ma poi ha avviato una trattativa con Baghdad ed Erbil, accompagnata da pressioni economiche, soprattutto con l’interruzione delle forniture elettriche e chiusura del traffico commerciale transfrontaliero.

Notizie dal mondo

Sono passati 18 mesi e 19 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Attacco missilistico ucraino su Sebastopoli. Putin e Kim in visita al cosmodromo di Vostochny,

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