Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica fondata da Farid Adly.

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Rassegna anno IV/n. 256 (1143)

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I Titoli:

Libia: Si aggrava la situazione dei sopravvissuti. 30 mila senza tetto. Manca l’acqua potabile e c’è un forte rischio di diffusione di malattie.

Marocco: Ancora scosse di assestamento. La gente a Marrakesh dorme per le strade e nelle piazze, nel timore di altri crolli.  

Siria: Bombardamento israeliano su Tartous. Uccisi due soldati.

Libano: Sette morti nel campo profughi palestinese di Ain el-Helwa.

Sudan: Il rappresentante dell’ONU, Perthes, si è dimesso. Bombardamenti dell’esercito su Niyala causano la morte di 40 civili.

Egitto: Divieto del Niqab in luoghi pubblici. Il copricapo invece è libero.

Afghanistan: Presentate le credenziali dell’ambasciatore cinese a Kabul.

Le Notizie:

Libia

Si aggrava la situazione dei sopravvissuti a Derna. Manca l’acqua potabile e c’è un serio rischio per la diffusione di malattie a causa della presenza di migliaia di morti non ancora raggiunti dalle unità di soccorso. 30 mila i senza tetto. 120 milioni di metri cubi hanno invaso la città a causa del crollo di due dighe. Le due parti della città, costruita su una valle percorsa da un torrente, sono completamente separate dopo il crollo dei 5 ponti che le collegavano. Le zone invase dalle acque sono di 2 milioni di metri quadrati; sono stati trascinati in mare interi quartieri. Un rapporto tecnico del 2002 aveva messo in guardia dal pericolo di crollo delle dighe, ma in 20 anni non sono state compiute le necessarie manutenzioni.

Alla mezzanotte di ieri, il numero dei corpi raccolti sono 6800, centinaia dei quali sono stati rigettati dal mare. Oltre 11 mila i dispersi per i quali sono giunte segnalazioni dai parenti. Le operazioni di soccorso continuano ma sono oramai perse le speranze di trovare persone vive sotto le macerie delle case crollate.

La solidarietà internazionale va a rilento, ma quella interna ha sorpreso tutta la popolazione. Una gara di invio di aiuti e unità di soccorso, ospedali da campo e soprattutto camion di acqua imbottigliata sono giunti da tutti i comuni libici senza distinzione delle divisioni politiche.

Una nota stonata è arrivata dal premier Dbeiba che, in tempo di lutto nazionale, ha lanciato accuse implicite dichiarando “di aver chiesto al procuratore generale della repubblica di svolgere un’indagine per scoprire le responsabilità di questo disastro”. Propaganda politica di basso livello, perché l’inchiesta giudiziaria è un atto dovuto e non è competenza dell’esecutivo.

Marocco

Ancora scosse di assestamento hanno spaventatola popolazione delle zone montane ad est di Marrakesh, già duramente colpite dal sisma. Un’altra notte da passare all’aperto per centinaia di migliaia di abitanti. Il piazzale della moschea di Marrakesh è stato trasformato in un campo di tende. La gente non si fida di tornare nelle case.

Le operazioni di soccorso continuano, ma nelle ultime 24 ore non sono state trovate persone vive sotto le macerie. In alcuni villaggi di montagna, i soccorritori sono arrivati solo ieri e non hanno potuto fare nulla, perché quel che si poteva fare lo avevano compiuto i pochi sopravvissuti a mani nude.

La solidarietà interna è stata spettacolare. In tutte le città e villaggi del Marocco si sono registrate file per la donazione di sangue. Raccolte fondi e aiuti sono state organizzate dappertutto. L’apertura dell’anno scolastico è stata rinviata in tutto il regno per solidarietà con le zone colpite.

La difficoltà maggiore riguarda la fase futura, per far fronte alla stagione invernale in protezione delle popolazioni sfollate. E l’altro problema serio è quello della ripresa delle attività economiche nella zona, che negli ultimi 20 anni avevano subito trasformazioni verso il settore turistico; adesso sconvolto. Il governo ha già avviato le procedure per il censimento delle case distrutte, con un piano di destinare indennizzi ai proprietari in modo di far ripartire una ripresa delle attività edilizie.

Siria

Un bombardamento israeliano sul nord della Siria ha causato la morte di due soldati e il ferimento di altri 6. La zona colpita è Tartous, città portuale non lontana dal confine con il Libano. Secondo il comunicato militare di Damasco, i missili israeliani sono stati lanciati da caccia in volo sul Mediterraneo. È l’ennesimo attacco israeliano contro il territorio siriano, che non trova mai una risposta militare di Damasco e nessuna condanna da parte dell’ONU.

Libano

Sono ripresi i combattimenti nel campo profughi di Ain el-Helwa, nel sud Libano. Almeno 7 le vittime e decine i feriti, sia miliziani che civili. Gli scontri sono avvenuti tra militari di Fatah e un gruppo islamista. Tutti i tentativi per garantire il rispetto della tregua sono falliti. Per il comandante di Fatah in Libano, Azzam, “i ribelli hanno ricevuto telefonate dall’estero, che abbiamo intercettato, per non riportare la pace nel campo”. È un’accusa grave che non promette di raggiungere una composizione celere delle contraddizioni e fine degli scontri.

La sicurezza nei 12 campi profughi palestinesi in Libano è garantita da comitati locali designati dall’OLP e per un accordo con il governo libanese risalente al 1968, non è di competenza dell’esercito e polizia libanesi.      

Sudan

Due bombardamenti aerei su Niyala, nel sud Darfur, hanno causato la morte di 40 persone e ferito altre decine. Tutte le vittime sono civili. Le bombe sono cadute su due mercati popolari e su abitazioni. Secondo testimoni oculari raggiunti da Anbamed, via web, gli aerei sono delle forze armate sudanesi e non sono droni delle milizie. Il rappresentante dell’ONU, Volker Perthes, ha presentato le sue dimissioni al segretario generale che le ha accettate. Perthes era stato dichiarato tre mesi fa “persona non grata” dal consiglio sovrano sudanese e da allora non ha potuto essere presente a Khartoum, ma di svolgere le sue attività da Addis Abeba. Il suo rapporto al Consiglio di Sicurezza accusa le forze armate per i bombardamenti aerei su zone abitate da civili e accusa le forze di Pronto intervento di stupri, violenze, rapimenti, uccisioni e torture. Un rapporto internazionale ha elencato il ritrovamento di 12 fosse comuni nella città di Geneina, occupata dalle milizie. Vittime sono le popolazioni di etnia africana, maggioritarie nella provincia. Secondo il rapporto si è trattato di pulizia etnica da annoverare tra i crimini di guerra e contro l’umanità.

Secondo l’OIM, gli sfollati interni in Sudan hanno superato qualsiasi altra situazione di guerra, compresa quella siriana.

Il generale Burhan sta proseguendo i suoi contatti diplomatici all’estero. Ieri è stato ad Ankara dove si è incontrato con Erdogan. In precedenza aveva visitato Egitto, Sud Sudan e Qatar.

Egitto

Il governo egiziano ha emesso un decreto che vieta alle donne di indossare il Niqab in pubblico. La motivazione addotta è quella della sicurezza. Il Niqab infatti, a differenza del copricapo, nasconde tutto il viso della donna e lascia liberi soltanto gli occhi. Il ministero dell’Istruzione ha imposto che le allieve di tutte le scuole non potranno entrare a scuola con il Niqab. Questi provvedimenti sono stati accolti con soddisfazione da una parte e con proteste dall’altra. I critici sostengono che essi ledono il diritto della donna di scegliere i propri vestiti, mentre i sostenitori affermano che a nessuno è permesso di celare la propria identità. Un dibattito che nasconde motivazioni fondamentaliste, scaricate dall’università islamica di Al-Azhar che ha stabilito che il Niqab non è raccomandazione religiosa.

Già in passato provvedimenti simili sono stati intrapresi dai rettori delle università che avevano impedito alle insegnanti di indossare i Niqab, pena il licenziamento. Un professore aveva respinto, due anni fa, una ragazza durante l’esame, perché aveva il viso completamente nascosto e non era possibile accertarne l’identità. Il ricorso della ragazza è stato respinto dalla giustizia amministrativa.

Afghanistan

La Cina è il primo paese a presentare le credenziali del proprio ambasciatore al governo dii Kabul. È il primo “riconoscimento diplomatico” implicito del governo dei Taliban, anche se nella capitale afghana sono rimaste diverse ambasciate aperte, ma senza il riconoscimento del nuovo governo, giunto al potere dopo la sconfitta delle truppe USA e Nato. La cerimonia è stata svolta nel palazzo del governo afghano con la presenza del primo ministro, Mohammed Akhund, e del ministro degli esteri, Amir-Khan Muttaqi. Cina e Afghanistan sono paesi confinanti e Pechino ha forti investimenti nel settore minerario e delle infrastrutture stradali per quella che viene chiamata la “via della seta”.

Notizie dal mondo

Sono passati 18 mesi e 20 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Washington si accinge a trasferire testate nucleari in GB, in uno sviluppo che suona come una provocazione nei confronti di Mosca.

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