COMUNICATO DIFFUSO DAL LƏA (Laboratorio Ebraico Antirazzista, formato da giovani ebree ed ebrei italiani, esprime angoscia e orrore per la situazione in Palestina e Israele).

In questo momento di dolore e di devastazione, in cui piangiamo persone amate sia israeliane sia palestinesi, chiediamo la fine del massacro a Gaza e il rilascio immediato degli ostaggi israeliani.
Siamo ancora sgomenti per la carneficina di Hamas del 7 ottobre: niente può giustificare la strage e la cattura di civili inermi. A questo lutto si è aggiunto l’orrore per la violenta campagna militare israeliana volta a punire collettivamente il popolo palestinese. A Gaza, oltre due milioni di persone sono assediate e bombardate dall’aviazione israeliana, private di cibo, acqua, corrente elettrica e corridoi umanitari.

Un crimine di guerra non ne giustifica un altro. Chiediamo al governo italiano e all’Unione Europea di attivarsi con urgenza per porre fine allo spargimento di sangue e per raggiungere un cessate il fuoco.
Qui in Europa, denunciamo la stretta sulla libertà di espressione e di manifestazione pacifica. Rifiutiamo la retorica dello scontro di civiltà che sta già causando una drammatica recrudescenza di episodi di islamofobia e antisemitismo. Invece di mobilitare alcune minoranze contro altre, è necessario affrontare con serietà ogni forma di razzismo, e ragionare su altre forme di coesistenza oltre lo stato nazione.
La Nakba, i decenni di occupazione militare della Cisgiordania, le politiche di colonizzazione, apartheid e l’embargo su Gaza sono tra i fattori che impediscono di immaginare un futuro insieme. Come lo sono gli attacchi indiscriminati sui civili. La comunità internazionale è complice delle ripetute violazioni del diritto internazionale da parte di Israele e della distruzione fisica e morale di tutte le comunità che vivono nella regione. Chi è sul campo ha bisogno dell’aiuto e della pressione di tutti gli attori coinvolti per fare spazio a una soluzione politica che comporti la fine dell’occupazione e la dignità per tutti i popoli. Non c’è altra via d’uscita.”

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Il “Laboratorio ebraico antirazzista” è un gruppo di giovani italiani, uomini e donne, di origine ebraica che si batte dal 2020 contro la politica di annessione dei territori palestinesi ad Israele e contro le forme di antisemitismo. Dopo la diffusione del comunicato, Fanpage ha realizzato con 3 di loro un’intervista che potete trovare Qui.

Per saperne di più e prendere contatti, potete visitare la loro pagina FB. In un commento, un lettore scrive: “Anche se i media non ne parlano, nel mondo ebraico sono molte le voci che si levano in dissenso con la politica del governo Netanyahu e non mi riferisco solo a Moni Ovadia o ad alcuni giornalisti come Gideon Levy. Penso ad organizzazione come l’israeliana Yesh din (https://www.yesh-din.org/) o alla statunitense Jewish Voice for Peace (https://www.jewishvoiceforpeace.org/). Voci di speranza che vanno assolutamente sostenute nell’unica strada per raggiungere, attraverso una pace giusta, sicurezza e benessere per tutti”.

3 commenti

  1. […] un Laboratorio Ebraico Antirazzista. E’ già qualcosa. La domanda è: PERCHE’ non è possibile, a tutte le persone ebree di […]

    1. Grazie per l’appello! E’ importante che si levi una voce netta contro la strumentalizzazione e la monopolizzazione del Dolore Storicamente Subito che in nessun modo può diventare alibi per perpetrare crimini contro i Civili, togliendo loro Vita, libertà, Dignità, Averi. L’attuale governo israeliano è una mina vagante che polarizza posizioni estreme costringendo i “Paesi Democratici” del Nord-America e dell’Europa a sostenere e seguire pedissequamente la Cieca Furia Vendicatrice del governo Netanyahu, nascondendo l’incapacità dei dirigenti israeliani a governare lo Stato di Israele secondo i principi di Equità, Diritti e Armonia Sociale. La storia delle violenze e violazioni, come è a tutte e a tutti noto, non comincia il 7 Ottobre 2023, i siti dell’ONU http://www.ochaopt.org e tanti altri denunciano da più di un decennio le insostenibili condizioni di vita quotidiana dei Palestinesi, a seconda dei loro diversi Status a Gerusalemme, a Gerico, in un Campo Rifugiati UNRWA a Betlemme, a Hebron, a Gaza, a Bil’in. Essere cittadino israeliano non può coincidere, per pura logica hegeliana, con l’essere Ebreo, termine molto più vasto e sfumato che non può essere rinchiuso negli angusti limiti di un gioco di potere dell’Ultradestra nazionalista, pericolosa a qualunque longitudine, qualunque Credo Religioso, professi.
      Sarà difficile costruire ponti di pace, ogni giorno, ogni ora che passa, il sangue allarga il solco dell’odio, MA non abbiamo altra scelta che abbracciare e riconoscere il dolore dell’altro per riconoscere, oltre ogni discorso e posizionamento, la stessa nostra umanità nell’Altr0
      Grazie di Cuore ☼
      Noemi Colombo

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