Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Per ascoltare l’audio di oggi, 15 novembre 2023:

Rassegna anno IV/n. 318 (1205)

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Appello

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Le notizie:

Fake news

Un’importante agenzia stampa italiana ci è cascata come una pera cotta. È una fake news ufficiale e palesemente senza senso. Averla ripresa ha un solo significato: o malafede o dabbenaggine. (leggi tutto nel nostro approfondimento).

Genocidio a Gaza

Soluzione finale. Quarantesimo giorno di aggressione israeliana sulla popolazione di Gaza. Le truppe di aggressione hanno invaso e occupato militarmente l’ospedale Al-Shifà. Mitra e carri armati contro mani vuote e camici. Non c’è stato nessuno scontro. Semplicemente perché l’ospedale Shifà è una struttura medica e non come hanno detto i bugiardi di Tel Aviv e Washington. Il primario dell’ospedale ha detto che “non c’è stata nessuna resistenza, perché non ci sono combattenti. I soldati sono penetrati nel Pronto Soccorso e nella Chirurgia sparando contro malati in mezzo alle corsie e contro gli sfollati. Non hanno incontrato né militari né ostaggi. Precedentemente all’attacco, Al-Jazeera ha trasmesso in diretta la chiamata dell’ufficiale israeliano che annunciava l’operazione al direttore dell’ospedale e chiedeva provocatoriamente dove sono i nascondigli di Hamas e degli ostaggi. “State facendo una strage contro personale sanitario, malati e civili disarmati”, gli ha risposto il medico. Un altro crimine di guerra sotto gli occhi del mondo e l’approvazione della Casa Bianca, complice e colpevole.  

La macchina di propaganda israeliana ha pubblicato le immagini di soldati che stavano aiutando un anziano palestinese ad evacuare. Era una finzione. Appena sono finite le riprese, hanno sparato all’anziano uccidendolo. (Vedi).

I bombardamenti sono stati incessanti durante tutta la notte su diverse zone di Gaza city e nelle altre città della Striscia. L’avanzata delle truppe ha portato le truppe di Tel Aviv ha conquistato diversi uffici dell’amministrazione di Gaza, come la sede della polizia ed altri uffici con relative foto da usare come trofeo per la propria opinione interna e mostrare una falsa vittoria mediatica.

Pulizia etnica

Il ministro fascista Smotrich, senza peli sulla lingua, esprime quello che si discute nei meandri della politica delle destre israeliane al governo: “L’emigrazione volontaria della popolazione araba di Gaza verso altri paesi del mondo è la soluzione umana giusta”. Notate l’uso di popolazione araba, per negare e cancellare “PALESTINESE”. Sotto il bombardamento del suo governo, il trasferimento non sarebbe più volontario ma una deportazione coercitiva con l’uso della forza militare, un crimine di guerra e contro l’umanità. 

Queste dichiarazioni non sono in una racchiusa solitudine, ma godono di un consenso e rafforzamento di altri esponenti politici della maggioranza che governo Israele oggi. Due parlamentari israeliani hanno pubblicato sul Wall Street Journal un articolo che invita i paesi capitalistici di ospitare e accogliere in modo definitivo chi vuole espatriare della popolazione di Gaza. Danny Danon (Likud), ex ambasciatore di Israele all’ONU, e Ram Ben-Barak (Yesh Atid, di opposizione) ex vice-direttore del Mossad, hanno scritto “Europa e Stati Uniti hanno accolto nei decenni passati milioni di profughi scappati dalle precedenti guerre”. E loro due, poverini, lo fanno per pietà e per ragioni umanitarie. Questo si chiama pulizia etnica.

(L’articolo originale è qui).   

Cisgiordania e Gerusalemme est

Una campagna di arresti di donne in Cisgiordania. Arresti indiscriminati e con l’unico obiettivo di usare le nuove detenute come merce da scambiare in caso di un accordo per la liberazione delle prigioniere in mano di Hamas. Ad El-Khalil sono state arrestate tutte le ragazze iscritte dell’università, prelevandole a casa una ad una.

Centinaia di operazioni di rastrellamenti nelle più remote città e villaggi palestinesi. È un secondo fronte dopo quello di Gaza. L’esercito le ha chiamate “manovre militari di addestramento”.

Israele-Prigionieri

Una marcia di tre giorni è stata iniziata ieri dai familiari dei prigionieri israeliani nelle mani di Hamas. Da Tel Aviv è partito un corteo a piedi e in macchine verso Gerusalemme. Chiedono al governo di impegnarsi maggiormente per la loro liberazione e di frenare le operazioni militari contro i civili a Gaza.

Libano

Una guerra di bassa intensità. Scambi di artiglieria e razzi al confine. La superiorità militare israeliana la si deduce dal numero delle vittime sui due fronti: 103 libanesi, in maggioranza civili, contro 11 israeliani, prevalentemente militari, dal 7 ottobre. La maggior parte della popolazione civile israeliana delle colonie di confine sono stati, infatti, evacuati verso l’interno.    

Siria

Continuano gli attacchi con droni e razzi sulle basi statunitensi nel nord est della Siria. Arrivano dal confine con l’Iraq. Due basi militari nelle province di Deir Azzour e Hasaka sono state prese di mira e non tutti gli obici sono stati intercettati dal sistema dell’antiaerea. È una guerra di nervi contro la presenza militare USA. Il comando militare statunitense aveva risposto duramente due giorni fa provocando 8 morti tra i miliziani governativi assoldati dall’Iran ad Abu Kamal e Mayadeen, ma la cosiddetta “resistenza islamica in Iraq” persiste nelle sue azioni di disturbo definendole “la vendetta per Gaza”.

Prigionieri

Tutte le indicazioni e le rivelazioni parlano di un imminente accordo tra Hamas e il governo israeliano per uno scambio di prigionieri: minori e donne. Uno dei capi del Mossad israeliano è stato ieri in visita al Cairo, per la seconda volta in una settimana. Ha riportato la risposta del governo Netanyahu alle proposte avanzate dal movimento palestinese per il tramite del Mukhabarat egiziana. La bozza che i media del Cairo avanzano è la liberazione equivalente di un numero di civili, donne e minori, nelle mani di Hamas in cambio di un numero uguale di prigioniere e minori palestinesi nelle carceri israeliane.

Iraq

La Corte suprema ha rimosso da deputato il presidente del Parlamento Halabussi. È un terremoto politico. La decisione è definitiva, vincolante e non impugnabile. La notizia è giunta all’interessato mentre stava presiedendo una seduta del legislativo, che ha dovuto sospendere e lasciare immediatamente l’ufficio di presidenza. Il suo portavoce ha trasmesso un suo breve video nel quale esprimeva sorpresa e incredulità e annunciava un approfondimento della questione. In mattinata di ieri, la Corte ha dato ragione ad un ricorrente, l’ex deputato Laith El-Delmi, contro Halabussi, nella causa per brogli elettorali ed ha assegnato il seggio a lui. In una seconda seduta ha affrontato il nodo della presidenza del Parlamento, pronunciandosi per la rimozione. È una fase critica per le istituzioni irachene, dove le cariche sono spartite su una base etnico confessionale.

Notizie dal Mondo

Sono passati 20 mesi e 20 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Incontro Biden – XI dopo quasi un anno di mobilitazioni e sfide. L’ incontro avverrà a San Francisco a margine del vertice dei paesi membri della Cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec).

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