Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

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Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno IV/n. 343 (1230)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Il veto USA ha armato la mano assassina di Netanyahu. L’esercito israeliano ha ordinato alla popolazione del centro di Khan Younis di evacuare verso sud, cioè verso il confine egiziano che dista appena 13 km.

Deportazione con il beneplacito di Washinton, Nato e UE.

Gli accampamenti di fortuna al confine egiziano, in mezzo ad una zona desertica, sono al collasso. Manca acqua, cibo e medicine. Non ci sono neanche i servizi igienici, per oltre 10 mila persone già costretti a sfollare in quella zona dai bombardamenti dell’esercito israeliano.  

I bombardamenti dal cielo, da terra e dal mare sono intensi in tutte le città e i campi profughi della Striscia. Colpite particolarmente Jebalia nel nord, Deir Balah nel centro e Khan Younis e Rafah nel sud. Oltre 250 uccisi e 1200 feriti. Uno sterminio quotidiano con il supporto dell’amministrazione Biden, che ha deciso di fornire d’urgenza 20 mila proiettili di carri armati, senza l’approvazione del Congresso.

L’esercito israeliano sta avanzando a terra nel nord, creando dietro di sé il vuoto. I carri armati e i bulldozer distruggono tutto: case, negozi, strade, infrastrutture. Migliaia di arrestati che, in stile nazista, i soldati li hanno costretti a denudarsi e li hanno deportati verso destinazioni ignote. L’esercito israeliano sui propri canali social e fiancheggiatori ha pubblicato le loro foto nudi, con le mani legate dietro la schiena e gli occhi bendati, dipingendoli come combattenti di Hamas arresi, una bufala denunciata dai familiari degli arrestati. Israele vuole svuotare tutto il nord della Striscia di Gaza dalla popolazione. E lo sta facendo scrupolosamente e scientificamente, distruggendo le abitazioni, chiudendo e assediando con carri armati e cecchini gli ospedali, bombardando scuole e moschee dove si sono rifugiati gli sfollati. Persone assediate nei loro quartieri sono stati uccisi mentre stavano abbandonando la zona alzando bandiera bianca. Lo hanno raccontato i sopravvissuti. Azioni che ricordano la pratica dei soldati nazisti nei territori da loro occupate nella seconda guerra mondiale.

Prigionieri

Il vice sindaco di Gerusalemme, Aryeh King, ha commentato la foto dei prigionieri palestinesi nudi, tenuti in una zona desertica a Gaza sotto la sorveglianza di soldati armati: “Bisogna seppellirli vivi. Se fosse dipeso da me avrei inviato i bulldozer, li avrei messi dietro cumuli di terra e avrei dato l’ordine di coprire tutte queste centinaia di formiche ancora vive”. Secondo l’esponente dell’estrema destra israeliana, i palestinesi e gli arabi in generale, “non sono esseri umani e non sono neanche animali umani, sono dei subumani e vanno trattati di conseguenza”.

Il testo è stato rimosso dalla piattaforma “X”, per violazione del regolamento. Questa è la bella democrazia israeliana. Leggi la notizia, in inglese

Proteste in Israele dopo l’annuncio dell’uccisione per fuoco amico del soldato prigioniero in mano di Hamas, Baruch. Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Tel Aviv, per sostenere i familiari nelle loro richieste di salvare le vite dei loro cari. Nel comizio, un padre ha alzato una clessidra, per dire al governo che il tempo sta scadendo. Una portavoce dei familiari ha detto dal palco: “è ora di portare i nostri figli a casa, come sono stati riportati gli altri. La guerra mette in pericolo la nostra gente”. La stampa israeliana ha rivelato che, durante gli incontri dei familiari con il ministro della guerra e con il consiglio di guerra, ci sono state forti critiche all’azione del governo in questa fase del dopo cessate il fuoco. Alcuni parenti hanno abbandonato gli incontri fortemente arrabbiati. Altri hanno gridato in faccia a Netanyahu che sta “scaricando gli ostaggi per salvare il suo futuro politico dai processi nei tribunali”.

Unicef

L’organizzazione ONU per l’infanzia ha dichiarato che “Gaza è il luogo più pericoloso sul pianeta per la vita dei bambini, visto il proseguimento della guerra israeliana”. Il comunicato sottolinea che “circa un milione di bambini sono costretti a sfollare, tutti i giorni decine di bambini vengono uccisi e le case e i quartieri dove giocavano sono stati ridotti in detriti”. L’Unicef ha ripetutamente suonato il campanello d’allarme su questo pericolo che vivono esseri umani innocenti; per la legge internazionale di guerra devono, invece, essere protetti. Ultimo rapporto UNicef sui bambini di Gaza

Cisgiordania e Gerusalemme est

Toubas è il centro dell’offensiva delle truppe israeliane in Cisgiordania. Rastrellamenti notturni di ingenti truppe che hanno provveduto a far deflagrare case di attivisti con la dinamite, con i proiettili di carro armato e missili lanciati da droni.

Altri rastrellamenti sono toccati a Jenin, Qalqilia, Assira a nord di Nablus, a Dhahiria Alkhalil, Rabah a Betlemme e Qalandia a nord di Gerusalemme.

A Dari, nella zona di Al-Khalil, il giovane Sari Omar è stato assassinato in un’esecuzione extra-gidiziale, nella sua stanza dopo l’arresto, nel cuore della notte. Due fratelli della vittima sono stati arrestati. Secondo il racconto del padre, “i soldati hanno devastato tutta la casa. Ci hanno chiuso in una stanza con la faccia contro il muro. Sono entrati nella camera dei ragazzi. Hanno sparato contro Sari e poi lo hanno lasciato ferito a terra per tre ore senza soccorso, per farlo morire dissanguato. Cercavano armi, ma dopo tutta la notte di ricerche non hanno trovato nulla. Hanno fatto saltare con la dinamite anche due auto parcheggiate per strada davanti casa”.

In Cisgiordania sono 3700 gli arrestati dal 7 ottobre. 438 assassinati dall’inizio dell’anno.

Libano

Duri scontri con l’artiglieria e bombardamenti aerei israeliani sulle città e villaggi libanesi e nel sud della Siria. Tre militanti di Hezbollah sono stati uccisi secondo un comunicato del partito. L’esercito israeliano ha annunciato l’uccisione di un soldato.

Il fronte libano-siriano-israeliano si sta scaldando e non sembra che ci siano possibilità di evitare il deragliamento della situazione verso un conflitto generalizzato.

Yemen

Gli Houthi hanno dichiarato che bloccheranno il passaggio da Bab Mandab a tutte le navi diretti in Israele, battenti bandiera israeliana oppure di proprietà di armatori israeliani. Il comunicato precisa che “questa azione durerà fino all’ingresso degli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza che sta morendo di fame e sete”. Gli Houthi avevano sequestrato una nave commerciale e attaccato con droni e razzi altre navi di passaggio da Bab Mandab, lo stretto che collega il Mare Arabico al Mar Rosso. C’è stato anche un tentativo di sequestro di un’altra nave, ma da parte di pirati somali; tentativo fallito per l’intervento di una nave di guerra statunitense.

Il ministro della difesa francese ha annunciato che sono stati abbattuti due droni lanciati dall territorio yemenita.

Iran

La premio Nobel per la pace 2023, Narges Mohammadi, è entrata oggi in sciopero della fame in carcere, a Teheran, in sostegno alla comunità Bahai, in contemporanea con la consegna del Premio a Oslo. A riceverlo saranno i suoi figli, residenti in Francia e che lei non vede da otto anni. Mohammadi, che si batte in particolare contro l’obbligo dell’hijab e la pena di morte in Iran, ha iniziato stamattina uno sciopero della fame “in solidarietà con la minoranza religiosa bahai”, hanno annunciato suo fratello e suo marito durante una conferenza stampa nella capitale norvegese alla vigilia della cerimonia del Nobel. 

Intanto le autorità iraniane hanno impedito di partire per Parigi, per ritirare il Premio Sakharov, ai genitori e al fratello della 22enne Mahsa Amini, la giovane curda-iraniana assassinata l’anno scorso mentre era sotto la custodia della polizia religiosa. Il premio è stato assegnato postumo alla giovane vittima.

Egitto

Si sono aperti stamattina in Egitto i seggi per le elezioni presidenziali. Le votazioni dureranno tre giorni, fino al 12. Gli egiziani all’estero hanno già votato nelle ambasciate e consolati. I risultati definitivi saranno annunciati il 18 dicembre. Gli aventi diritto al voto sono 67 milioni.

Quattro sono i candidati, ma quello lungamente favorito è l’attuale presidente Al-Sisi. Gli altri tre sono dirigenti di partiti minori, ma sono ignoti al grande pubblico: Farid Zahran, capo del partito democratico sociale (centro-sinistra); Abdelsanad Yamama, partito Wafd (liberale); Hazem Omar del partito del popolo repubblicano. Giornali, radio e tv sono tutti pronti a dare notizie di attività istituzionali del presidente in carica, ricordando che è candidato, pubblicità quotidiana gratuita della quale non godono gli sfidanti.  

Notizie dal Mondo

Sono passati 21 mesi e 16 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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