Riprendiamo dal Il Fatto Quotidiano questo articolo del vignettista Natangelo (Qui ) dal titolo:

Il bimbo-simbolo delle vignette di Naji Ali: “Basta orrore a Gaza”

L’INIZIATIVA – L’omaggio al disegnatore palestinese. 83 colleghi disegnano per l’artista ucciso nell’87 e il suo personaggio Handala ritratto sempre di spalle: “Finché non sarà libero”

di Mario Natangelo

“Io sono Handala, del campo profughi di Ain al-Hiwla, prometto di rimanere fedele alla causa”: così si presenta uno dei personaggi simbolo delle cultura palestinese che, dopo 30 anni di silenzio, oggi ritrova voce grazie a 83 disegnatori italiani che si sono riuniti per rendere omaggio al suo creatore ucciso il 22 luglio del 1987, a Londra, fuori della sede del quotidiano per il quale lavorava. Il suo nome era Naji Salim Hussain Al-Ali, conosciuto semplicemente come Naji Ali: palestinese, i suoi disegni sono la ragione per la quale tutto il mondo lo conosce. E sono anche la ragione per la quale è stato ammazzato. E mentre la sua morte rimane, ancora oggi, avvolta nel mistero tra scambi di accuse tra israeliani e palestinesi, quasi cento tra i personaggi più iconici del fumetto italiano (il risultato lo trovate nella doppia pagina che segue), rappresentati di spalle, in silenzio, con lo sguardo negato al lettore si uniscono a Handala per chiedere un cessate il fuoco immediato.

Il sopravvissuto
C’è un proverbio palestinese che dice “il nome di una persona ne definisce il destino” e nel caso di Naji – che in arabo significa ‘il sopravvissuto’ – il suo nome è indovinato. Nato nel 1936 in un villaggio palestinese vicino Nazareth, Naji è sopravvissuto a esili, fughe, minacce e guerre. È nelle prigioni libanesi, dove viene rinchiuso per ragioni politiche, che inizia a disegnare e il disegno diventa il suo modo per combattere. Dal 1961 le sue vignette iniziano a essere pubblicate e nel corso degli anni cambiano le testate per cui lavora, cambiano i paesi in cui si rifugia, ma non diminuisce il suo impegno politico: dal Libano all’Arabia Saudita fino al Kuwait dal quale viene espulso nel 1985, quando si rifugia a Londra.

Odiato da tutti
Impossibile da incasellare politicamente, le sue vignette colpivano Israele ma non solo: disegnava i soldati israeliani più ridicoli che spaventosi e la stella di David che veniva fuori da filo spinato. Poi attaccava gli americani ma anche i fratelli arabi, i siriani, i giordani, l’Iran di Khomeini e soprattutto la “marcia” dirigenza palestinese incarnata da Yasser Arafat, leader dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina. Racconta il figlio Khaled: “I suoi grandi nemici erano i sionisti. Ma il suo problema era con l’Olp: era convinto che la linea intrapresa da Arafat non avrebbe mai riportato lui e tutti noi in Palestina”. Odiato da ogni parte politica ma amato dal popolo, in un’intervista del 1984 il vignettista disse: “I regimi vogliono che l’artista, l’intellettuale o il giornalista sia uno dei loro strumenti e solo in questo caso gli offrono lavori , li sostengono, ma per me l’artista deve rimanere sempre fedele alla propria gente”. La gente, la patria, le origini. In una parola: Handala.

Handala
Quando Naji Ali – il sopravvissuto – muore, lascia al mondo un figlio che però non è un bimbo in carne e ossa. Si chiama Handala, parola araba che indica una pianta del deserto amarissima ma con poteri medicamentosi. È il protagonista di tutte le vignette disegnate da Naji e – come la Mafalda di Quino o il Charlie Brown di Schultz – è destinato a trasformarsi in icona. Un bambino di circa dieci anni, capelli radi, vestiti laceri e sporchi, rappresentato sempre e solo girato di spalle e con le mani dietro la schiena. Handala non guarda il lettore, volta le spalle e guarda qualcos’altro. Quel qualcos’altro è Filastin: la Palestina (in arabo), la casa, la patria. Handala volta le spalle a chi lo guarda come chi lo guarda ha voltato le spalle al popolo palestinese. Di lui Naji disse: “È un’icona che mi protegge dagli errori e dalla tentazione di mollare. Resterà piccolo a vita, crescerà solo quando tornerà nella sua terra, assieme a me”.

Chi ha ucciso Naji Ali?
Esecuzione israeliana o vendetta palestinese? Nel 2017 la polizia londinese ha riaperto il caso, ma senza riuscire a fare luce. Il sospetto arrestato nel 1987, Ismail Sowan, era un 28enne palestinese che dichiarò di essere membro dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina ma anche un agente del Mossad, il servizio segreto israeliano. La conclusione fu che l’omicidio potesse essere maturato in ambienti palestinesi, ma che gli israeliani fossero informati del piano. Scoppiò una crisi diplomatica e il governo inglese fece chiudere la sede londinese del Mossad. C’è chi accusa direttamente Yasser Arafat che, durante un evento pubblico, disse di lui: “Se continuerà a disegnare gli metterò le dita nell’acido”. Naji rispose che se gli avessero sciolto le dita delle mani nell’acido, avrebbe continuato a disegnare con le dita dei piedi.

Handala sono io
Dopo la morte del suo creatore, il fumetto è diventato un inno alla pace senza confini. Non è cresciuto ma ha girato il mondo finendo su murales, libri, mostre, magliette, tazze e a Gaza ci sono – se sono rimasti in piedi i muri dopo i bombardamenti degli ultimi mesi – murales che lo raffigurano mano nella mano con Vittorio Arrigoni, l’attivista italiano rapito e ucciso dai palestinesi nel 2011. Handala non ha mai mostrato il suo volto, lo mostrerà solo quando la sua terra sarà libera, quando ogni guerra di oppressione sarà finita. Quando ogni popolo sarà libero. Naji Ali, il sopravvissuto, non è riuscito a sopravvivere al suo sogno. Ma grazie a Handala il suo sogno sopravvive ancora oggi. E, nella sua silenziosa e contrariata ostinazione, si fa sentire più forte che mai.

“Filastin, l’arte di resistenza”. Il poster “solidale” dei fumettisti
Qui sotto trovate il poster curato dalla casa editrice Eris che ha anche messo a disposizione per il download gratuito il libro – edito nel 2013 – Filastin, L’arte di resistenza del vignettista palestinese Naji Al-Ali, scaricabile a questo link: https://t.ly/9ejam.

Gli 83 autori che hanno aderito all’iniziativa sono:

Adam Tempesta, Adriano Carnevali, AkaB, Alberto Corradi, Ale Pop, Alessio Spataro, Altan, Andro Malis, Athos Careghi, Bacter, Beppe Mora, Bicio Fabbri, Cammello, Criminaliza, Cristina Spanò, Danijel Zezelj, Danilo Maramotti, Dario Arcidiacono, Dast, Davide Bart. Salvemini, Davide Caviglia, Davide Toffolo, Edo 9000 (colori Alice Kinoki), Elena Mistrello, Elena Rapa, Fabio Tonetto, Francesca Arena, Francesca Ghermandi, Francesco D’Isa, Francesco Natali, Franco Trincale, Fulvio Fontana, Fumettibrutti, Gianlorenzo Ingrami, Gianluca Costantini, Gianni Allegra, Giorgio Franzaroli, Giuliano Rossetti, Giuseppe Palumbo, Hurricane, Jazz Manciola, Johnny Grieco, Lele Corvi, Leo Ortolani, Lido Contemori, Lise e Talami, Lorenzo Mò, Luca Salvagno, Marco Corona, Marco Petrella, Marco Tonus, Marilena Nardi, Marina Girardi, Natangelo, Martoz, Massimo Bonfatti, Massimo Giacon, Maurizio Ercole, Mauro Biani, Nova, Paolo Bacilieri, Pat Carra, Percy Bertolini, Piero Tonin, Rastabbello, Riccardo Mannelli, Rocco Lombardi, Sarah Mazzetti, Sergio Ponchione, Silver, Simone Angelini, Simone Lucciola, Sonno, Spugna, Squaz, Stefano Disegni, Stefano Zattera, Thomas Bires, Titti Demi, TommyGun, Valo, Vauro, Vincenzo Filosa.

2 commenti

  1. al link non trovo niente per scaricare il pdf

    1. Probabilmente la casa editrice ha chiuso l’offerta gratuita. Adesso contattiamo l’ufficio stampa e ti scriveremo. Grazie per l’attenzione.

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