Per ascoltare l’audio di oggi, 09 maggio 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 123 (1374)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

I generali israeliani si sono sporcati le mani di altro sangue di vittime innocenti. A Rafah, sono state compiute ieri 7 stragi con 55 uccisi e 200 feriti.

I carri armati hanno chiuso il valico con l’Egitto, per il terzo giorno consecutivo, a tutto il traffico di merci e persone, sia in ingresso che in uscita. Un migliaio di malati e feriti, che dovevano ottenere cure all’estero, è rimasto bloccato. Il governo israeliano aveva promesso a Washington di aprire mercoledì il valico di Karam abu Salem, ma come al solito si è rivelata una bugia. Gli organismi internazionali per gli aiuti alla popolazione intrappolata mettono in guardia da una sicura carestia in caso di mancato passaggio degli aiuti.

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Ospedali

L’esercito israeliano impedisce il passaggio delle medicine e dei carburanti destinati agli ospedali di Rafah. Le scorte – secondo l’OMS – bastano soltanto per tre giorni. I generali israeliani, come hanno fatto sistematicamente nelle altre città di Gaza, hanno lanciato avvertenze alle direzioni degli ospedali per evacuare i malati e il personale. Con l’artiglieria sono stati presi di mira i piani alti delle strutture sanitarie. Il disegno genocida è quello di far morire senza cure coloro che si salvano dalle loro bombe.

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Fosse comuni

Ogni giorno si scoprono i crimini compiuti a Gaza dai generali nazisionisti. Una terza scoperta di fosse comuni è avvenuta ieri all’ospedale Shifà. I soccorritori della protezione civile palestinese hanno recuperato 49 corpi. Il lavoro di ricerca continua e finora sono state scoperte, nel complesso ospedaliero, 7 fosse comuni, con un numero totale di vittime: 520 assassinati. Anche in questo ultimo caso, ci sono corpi denudati, altri con le mani legate ed uccise con un colpo alla nuca, alcuni con i cateteri, segno che erano persone ricoverate in ospedale, e circa un terzo bambini e donne.

Su questi crimini è in corso un’inchiesta della CPI, ma i suoi procuratori non hanno ancora ottenuto l’autorizzazione, da parte dell’esercito israeliano, a recarsi sui luoghi. Dagli Stati Uniti sono arrivate pressioni, per impedire l’emissione di un mandato di cattura nei confronti di politici e militari israeliani e addirittura minacce dirette allo stesso procuratore generale, il britannico Khan. “Ti faremo del male”, gli ha detto un senatore USA durante un colloquio dedicato alla questione. Va ricordato che gli Usa non hanno firmato il trattato di Roma, che aveva dato vita alla CPI.   

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UNRWA

La campagna terroristica israeliana contro l’UNRWA è a pieno regime. Il deputato e vice sindaco di Gerusalemme, Ariel King, ha organizzato un’incursione contro la sede dell’UNRWA a Gerusalemme est compiendo devastazioni e terrorizzando il personale. Lo ha denunciato il commissario dell’ente internazionale, Lazzarini, affermando che “questi atti sono stati compiuti sotto gli occhi delle forze israeliane e non si è trattato di libertà d’espressione”. Il governo israeliano mira alla cancellazione dell’UNRWA, come ente di assistenza ai profughi palestinesi, perché ricorda i diritti sanciti nelle risoluzioni dell’ONU per il diritto al ritorno ai profughi del 1948 ed ai loro discendenti. A Gaza, Israele ha impedito all’UNRWA di operare e le sue sedi sono state distrutte, le scuole sono state trasformate in caserme e poi devastate e rase al suolo, prima di ritirarsi. 368 edifici dell’ente sono stati distrutti nella Striscia in questi sette mesi di aggressione.

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Cisgiordania e Gerusalemme est

È una guerra non dichiarata e oscurata dai media internazionali. In Cisgiordania la campagna militare israeliana è sistematica, quotidiana e feroce. Un altro giovane palestinese assassinato dalle pallottole dei soldati di Tel Aviv a Tulkarem. L’esercito israeliano ha annunciato la morte di un soldato in ospedale dopo le ferite subite in uno scontro a fuoco con resistenti palestinesi nel campo di Nour Shams.

Rastrellamenti sono stati compiuti nella maggior parte delle zone calde della Cisgiordania e a nord di Gerusalemme est. 40 attivisti sono stati arrestati, portando il totale a quasi 9 mila arrestati dall’inizio di ottobre.

L’esercito israeliano ha demolito ieri 2 case di proprietà di famiglie di combattenti palestinesi, in una forma collaudata di punizioni collettive.

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Trattative

Continuano al Cairo le trattative indirette tra Netanyahu e Hamas. La delegazione israeliana è giunta nella capitale egiziana e il capo della Cia ha fatto un viaggio lampo a Tel Aviv per incontrarsi con Netanyahu. L’amministrazione Biden è interessata al raggiungimento di un accordo, da esibire come un successo nella campagna elettorale in corso per le presidenziali USA del prossimo novembre.

Il governo israeliano invece usa le trattative per coprire l’occupazione di Rafah e le operazioni militari contro la popolazione civile intrappolata nell’enclave. La bozza dell’accordo è stata approvata dai tre mediatori (Egitto, Qatar e USA) ed accettata da Hamas. Lo stesso giorno del sì da parte del segretario generale del movimento, Ismail Hanie, Netanyahu ha invaso il valico di Rafah, chiudendo il passaggio che collega la città al Sinai egiziano. Una trattativa sotto la minaccia delle armi, per accontentare l’estrema destra e salvare il governo.

La stampa israeliana riporta dichiarazioni, senza citare la fonte, su un divario largo tra le posizioni e che “l’obiettivo è quello di distruggere Hamas e liberare gli ostaggi”. Molti commentatori, anche tra gli ex responsabili della sicurezza in Israele, affermano che “questa via non porterà alla realizzazione di nessuno dei due obbiettivi: uccideranno gli ostaggi sotto i bombardamenti e nascerà un’altra organizzazione palestinese più intransigente, come avvenne dopo l’indebolimento dell’OLP per mano dei governi di destra in Israele”.

Per coprire le proprie difficoltà, Netanyahu manda avanti i suoi ministri a buttare fango su uno dei mediatori: il Qatar. “È un lupo vestito da agnello”, ha dichiarato il ministro dell’economia. Provocazioni studiate a tavolino a Tel Aviv, per far saltare il tavolo e trovare l’espediente di continuare a presentarsi come vittime, mentre compiono il genocidio in diretta.

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Libano

Otto morti ieri nei bombardamenti israeliani sul Libano. La città di Al-Khayyam è stata duramente bombardata distruggendo case sulla testa degli abitanti. La protezione civile ha lavorato tutta la notte per estrarre i corpi e salvare i feriti. Gli attacchi aerei israeliani hanno riguardato 20 località lungo la linea di demarcazione e nella profondità territoriale, fino alla Beqaa. Il ministro israeliano di guerra, Gallant, ha detto che “ci aspetta un’estate calda” fino al ritorno degli sfollati israeliani dalle loro città e insediamenti nel nord di Israele.

Hezbollah ha risposto con il lancio di droni kamikaze e con missili teleguidati. Uno di questi ha colpito la sede del comando del battaglione 91, con sede a Branit, in una posizione strategica in cima alla montagna.

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Iran

Il regista iraniano di fama internazionale Mohammed Rasoulof è stato condannato a 5 anni di reclusione, oltre alla fustigazione, ad una pena pecuniaria e alla confisca delle sue proprietà. Lo ha sostenuto il suo avvocato, Babak Paknia, sui social media, ieri mercoledì. La notizia non è stata ancora pubblicata sui media ufficiali del regime degli ayatollah.

Rasoulof è stato arrestato nel luglio 2022 per il suo sostegno alle manifestazioni di protesta contro il crollo di un edificio che aveva causato la morte di 40 persone. Dopo quella tragedia, un gruppo di intellettuali iraniani guidati dal regista ha pubblicato una lettera alla polizia, chiedendo di mettere da parte le armi e di agire contro la corruzione e l’inadeguatezza dei funzionari pubblici.

Nella sessione del festival di Cannes di quest’anno, è stato selezionato in gara il film di Rasoulof, “Il seme del fico sacro”. Il regime ha fatto pressioni sull’equipe e sul regista, perché il film venisse ritirato dal concorso internazionale. Alcuni attori e attrici sono stati vietati di lasciare il paese. Il regista 52enne ha vinto tra le altre cose l’Orso d’oro a Berlino con il film del 2020 “Il Male non esiste”, sulla pena di morte nel suo Paese.

Rasoulof è stato condannato più volte in Iran per i suoi film, ritenuti ostili al regime.

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, due mesi e 15 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Kiev parla di un tentativo di assassinio di Zelensky ordito da Mosca e di averlo sventato.

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  • [Finestra sulle Rive Arabe] E se Orwell fosse palestinese? di Antonino D’esposito. QUI

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