Per ascoltare l’audio di oggi, 10 maggio 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 124 (1375)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

I generali israeliani hanno compiuto ieri 4 stragi a Rafah, uccidendo 60 civili e ferendo altri 110. Nella notte e stamattina sono continuati i bombardamenti aerei e dell’artiglieria sulla città e in altre zone della Striscia. 110 mila sfollati hanno lasciato Rafah per dirigersi verso nord, ma i convogli sono stati presi di mira dall’artiglieria israeliana.

I due valichi di frontiera di Rafah e Karam Abu Salem sono chiusi per il quarto giorno consecutivo e la popolazione civile di tutta Gaza è a rischio carestia. Gli ospedali hanno ancora un’autonomia di 24 ore per la mancanza di carburante e medicine e materiale sanitario. Tutti gli aiuti internazionali sono bloccati dall’inizio dell’offensiva di Tel Aviv su Rafah. È in corso un genocidio e deportazione annunciati.

Biden ha annunciato – a parole – il blocco delle esportazioni delle sole armi sofisticate a Tel Aviv, ma continua a sostenere i piani di Netanyahu per la “soppressione di Hamas”, la chiave mediatica magica per sterminare i civili palestinesi nel silenzio delle diplomazie. L’esercito israeliano continuerà a ricevere regolarmente tutte gli altri tipi di munizioni. Una sceneggiata per accontentare i regimi arabi e musulmani asserviti a Washington e salvaguardare l’immagine dell’amministrazione di fronte agli elettori in vista delle votazioni presidenziali del prossimo novembre.  

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Londra va alla guerra

La GB è invischiata fino al collo nella guerra israeliana contro la popolazione di Gaza. Il ministro degli esteri di Londra ha dichiarato che non seguirà l’esempio USA e continuerà a fornire le armi a Israele. Secondo un sito di intelligence britannico, l’aviazione di Londra ha compiuto, dallo scorso dicembre 2023, 200 sorvoli con aerei di spionaggio nei cieli di Gaza. Secondo gli analisti del sito, gli aerei spia britannici Shadow R1 hanno sorvolato i cieli di Gaza anche il 1° aprile, quando l’esercito israeliano ha bombardato il convoglio del World Centrale Kitchen, uccidendo 7 persone tra i quali tre britannici.

I voli sono partiti da basi britanniche a Cipro e sono durati almeno 6 ore al giorno. Un deputato ha chiesto al ministro della guerra di Londra se condividerà le informazioni raccolte con la Corte di Giustizia Internazionale, per documentare le fosse comuni scoperte negli ospedali di Gaza e Khan Younis, senza ricevere risposta. Le informazioni raccolte sono invece state condivise con i generali israeliani e USA per guidare gli attacchi aerei e i movimenti di terra delle truppe di Tel Aviv a Gaza. “Molte volte – scrivono gli analisti del sito – gli aerei di spionaggio britannici hanno fatto scalo alla base militare israeliana di Beer Sheva, prima di fare ritorno in Cipro”.

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Cisgiordania e Gerusalemme est

Nel silenzio di tutti i media internazionali, l’esercito israeliano e i suoi coloni stanno conducendo una guerra non dichiarata contro la popolazione della Cisgiordania e Gerusalemme est. Rastrellamenti per l’arresto degli attivisti e resistenti, devastazione delle infrastrutture urbane (divelte le strade asfaltate, distruzione degli acquedotti e fognature, danneggiamenti di reti elettriche e telefoniche), attacchi contro le strutture mediche, demolizione di case e negozi. Il campo profughi di Nour Shams è stato bombardato, due giorni fa, con missili lanciati dai droni e appare come se fosse una parte di Gaza, da come sono state ridotte in macerie le costruzioni. Le operazioni criminali dell’esercito di occupazione sono state particolarmente cruenti a Beer Zeit, Qalqilia, Jenin, Salfit, Nablus, El-Khalil, Ramallah, Betlemme e Gerusalemme est.

Ieri sono stati arresti 25 attivisti in diverse città. A Beer Zeit, un bambino e un ragazzo minore sono stati feriti dalle pallottole dei soldati issraeliani.

Dall’inizio di ottobre, sono stati uccisi in Cisgiordania 496 palestinesi, feriti quasi 5 mila e arrestati 8.946 attivisti e resistenti, tra i quali anche minori e bambini.   

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UNRWA

La sede centrale dell’UNRWA a Gerusalemme est, dopo la manifestazione dell’estrema destra dei coloni, guidata dal vice sindaco israeliano, Ariel King, è stata incendiata causando un rogo colossale che ha richiesto diverse ore per essere domato. Il tutto sotto gli occhi delle truppe di occupazione. La sede è stata chiusa fino ad una data da destinarsi. Ecco il post del Commissario Lazzarini: “Questa sera, giovedì, coloni israeliani hanno appiccato due incendi al perimetro della sede dell’UNRWA nella Gerusalemme Est occupata.

L’incendio è avvenuto mentre il personale dell’UNRWA e di altre agenzie delle Nazioni Unite si trovava nel complesso. 
Sebbene non ci siano state vittime tra il nostro personale, l’incendio ha causato danni ingenti alle aree esterne. La sede dell’UNRWA è dotata di una stazione di rifornimento di benzina e gasolio per il parco macchine dell’Agenzia.

Il nostro direttore, con l’aiuto di altri membri del personale, ha dovuto spegnere l’incendio da solo, poiché i vigili del fuoco e la polizia israeliana hanno impiegato un po’ di tempo prima di arrivare. 

Una folla, accompagnata da uomini armati, è stata vista all’esterno del complesso che scandiva “Bruciate le Nazioni Unite”. 

Si tratta di uno sviluppo oltraggioso. Ancora una volta, la vita del personale delle Nazioni Unite è stata messa in serio pericolo.
Alla luce di questo secondo terribile incidente in meno di una settimana, ho deciso di chiudere il nostro complesso fino a quando non sarà ripristinata una sicurezza adeguata.

Negli ultimi due mesi, gli estremisti israeliani hanno inscenato proteste davanti al complesso dell’UNRWA a Gerusalemme, indette da un membro eletto della municipalità di Gerusalemme. 
Questa settimana, la protesta è diventata violenta quando i dimostranti hanno lanciato pietre contro il personale delle Nazioni Unite e contro gli edifici del complesso.

Negli ultimi mesi, il personale delle Nazioni Unite è stato regolarmente sottoposto a molestie e intimidazioni. Il nostro complesso è stato gravemente vandalizzato e danneggiato. 
In diverse occasioni, estremisti israeliani hanno minacciato il nostro personale con le armi.

È responsabilità dello Stato di Israele, in quanto potenza occupante, assicurare che il personale e le strutture delle Nazioni Unite siano protetti in ogni momento.
Il personale, i locali e le operazioni delle Nazioni Unite devono essere protetti in ogni momento, in linea con il diritto internazionale.

Invito tutti coloro che hanno influenza a porre fine a questi attacchi e a punire tutti i responsabili. 
Gli autori di questi attacchi devono essere indagati e i responsabili devono essere chiamati a risponderne. 
Qualunque cosa in meno rappresenterà un nuovo pericoloso standard”.

Più eloquente di così!

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Trattative

Le trattative del Cairo sono fallite. Nessun accordo per il cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri di guerra. Il governo Netanyahu, con il suo blitz a Rafah, ha fatto deragliare l’iniziativa egiziana-qatariota, che aveva ottenuto l’appoggio degli Stati Uniti.

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Conferenza Anti Apartheid

Si ape oggi a Johannesburg, in Sud Africa, e continua fino a domenica, la Conferenza mondiale contro l’Apartheid israeliano. È la prima azione a livello mondiale contro l’occupazione israeliana della terra palestinese e contro la discriminazione sistematica alla quale sono sottoposti gli abitanti della Palestina occupata. Vi parteciperanno oltre 200 personalità mondiali della solidarietà con la lotta di liberazione nazionale palestinese.

La Conferenza è stata aperta dalla ministra degli esteri del Sud Africa, Naledi Pandor, che ha annunciato tra l’altro: “Tutti i cittadini sudafricani che hanno prestato servizio militare a Gaza saranno arrestati al loro ritorno nel paese e saranno giudicati per genocidio”.

La conferenza getterà le basi per intensificare la mobilitazione, l’organizzazione e il coordinamento globale contro l’apartheid israeliano e “svilupperà strategie politiche, legali, di diplomazia pubblica e mediatiche globali volte a isolare il regime di oppressione di Israele”, hanno affermato gli organizzatori in una nota. In modo particolare sarà sviluppato il coordinamento delle azioni BDS di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, a livello mondiale.

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Movimento studenti pro Palestina

Mobilitazioni degli studenti in tutti i paesi contro il genocidio a Gaza e per il cessate il fuoco immediato. Migliaia di studenti nelle università USA, GB, Germania, Francia, Brasile, Austria, Australia, Giappone e Italia hanno svolto occupazioni e manifestazioni nelle piazze per gridare solidarietà con il popolo palestinese assassinato dai soldati israeliani a Gaza e Cisgiordania. Malgrado la repressione, gli studenti di tutto il mondo si mobilitano per contrastare le politiche dei loro governi di sostegno all’aggressione, in particolar modo contro l’esportazione di armi.

Gli studenti dell’università Colombia, malgrado lo sgombero violento, gli arresti e le sospensioni non demordono e si stanno riorganizzando sul fronte legale e sul fronte delle iniziative di lotta. “Siamo in una fase delicata, perché abbiamo puntato il dito su un nervo scoperto del sistema universitario colluso con la ricerca militare”, ha detto uno studente che ha guidato il movimento. “Non ci manca l’inventiva per farci sentire e trasformare questo movimento in uno simile alla lotta contro la guerra in Vietnam, del 1968”. Una delle azioni spettacolari che sono state messe in campo nei giorni scorsi è stato il raduno notturno di circa 500 studenti sotto la casa della presidente dell’Università, Nemat Shafiq, che aveva chiamato la polizia ad invadere il campus universitario.

A Venezia, il corteo contro il G7 è stato caratterizzato da parole d’ordine forti contro l’impegno militare dei paesi membri, complici del genocidio che sta subendo la popolazione di Gaza. La repressione poliziesca è stata feroce e ricorda le cariche di Genova 2001.

A Milano e Roma, gli studenti affiancati dai sindacati hanno organizzato mobilitazioni di piazza per chiedere il cessate il fuoco immediato e il blocco delle esportazioni di armi all’esercito israeliano genocida.

In seguito a queste mobilitazioni mondiali, centinaia di università hanno cancellato i programmi di collaborazione accademica con università e società israeliane. Soltanto in Spagna, 55 università pubbliche e 20 provate hanno intrapreso questa strada. In Italia, gli organismi dirigenziali delle università si abbarbicano su mille scuse e pretesti per non prendere posizione.

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Egitto

Inflazione e debito pubblico sono schizzate fuori misura in Egitto. L’inflazione ha registrato ad aprile quota 32,5% su base annua. I prezzi delle derrate alimentari hanno registrato un aumento superiore: il 40,5%, quasi raddoppiati. È l’effetto delle decisioni governative di liberalizzare il cambio della moneta locale. La cura draconiana suggerita dal Fondo Monetario e dalla Banca Mondiale ne ha fatto crollare il valore per oltre il 50%. A pagare queste politiche economiche sarà la popolazione povera del paese. L’obiettivo di queste politiche era quello di ridurre il debito estero del paese. Un’analisi della Banca centrale egiziana dimostra il fallimento totale di questa politica monetaria: il debito estero egiziano è aumentato nel 4° trimestre 2023 di 3,5 miliardi di dollari, arrivando a 168 miliardi. In realtà il Cairo, malgrado l’impegno a pagare tutte le rate in scadenza, non riesce a saldare gli interessi sul debito, ingrossando via via il capitale da restituire. Fino all’infinito. Sono le alchimie finanziarie del nuovo colonialismo, per assoggettare popoli e nazioni alle scelte politiche del capitale finanziario del nord di mondo.

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, due mesi e 16 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Arresti nei vertici dei servizi di Kiev per le accuse di tentativi di assassinare Zelensky. Putin alla cerimonia per la sconfitta del nazismo sottolinea che la Russia è pronta al conflitto nucleare. Il presidente cinese XI a Parigi ha parlato di un suo piano per la conclusione del conflitto. Unico saggio, in un mondo di capi di Stato pazzi. USA, UE e Nato vogliono la sconfitta di Mosca, fino all’ultimo soldato ucraino. Kiev arruola i criminali civili detenuti, in cambio dell’amnistia.

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La spesa militare ci costa un mondo: il rapporto SIPRI QUI

  • [Finestra sulle Rive Arabe] E se Orwell fosse palestinese? di Antonino D’esposito. QUI

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