Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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29 aprile 2023.

Rassegna anno IV/n. 118

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I titoli:

Sudan: La quinta tregua non regge. Bombardamenti aeri e artiglieria nel centro di Khartoum, vicino al Palazzo presidenziale. Oltre 100 morti nel Darfur nell’ultima settimana.

Siria: Dopo gli attacchi turchi, gli agguati jihadisti nel nord est. 2 combattenti curdi uccisi in un agguato a Raqqa.

Palestina Occupata: Due palestinesi uccisi in Cisgiordania dalle pallottole dell’esercito di occupazione. Un rastrellamento a Jenin.

Migranti: 41 corpi estratti dal mar al largo di Sfax. 210 uomini e donne morti negli ultimi 10 giorni. Una strage silenziosa.

Israele: 200 mila sostenitori del governo manifestano a Gerusalemme a favore della legge che affossa l’autonomia della magistratura.

Afghanistan: Il Consiglio di Sicurezza ONU condanna le misure dei taliban che vietano alle donne di lavorare negli organismi internazionali.

Le notizie

Sudan

La tregua non regge. A Khartoum sono ripresi i combattimenti e terra in diverse zone della città ed i bombardamenti aerei dell’esercito sulle basi delle milizie. La situazione militare si aggrava nel Darfur, con almeno 100 morti nell’ultima settimana. La situazione alimentare nella capitale è al collasso. Manca cibo, acqua ed elettricità. Almeno 50 mila gli sfollati che hanno abbandonato la città, a proprio rischio e pericolo e con mezzi di fortuna, sfruttando le poche ore nelle quali è stato rispettato il cessate il fuoco.

Andati via gli stranieri e trasferite le sedi diplomatiche è calato l’interesse per la situazione sudanese. Nessuna delle due parti belligeranti ha la forza per vincere la battaglia e di conseguenza la guerra potrebbe durare a lungo. L’unica mediazione rimasta sul tavolo è quella africana, ma le potenze influenti regionali ed internazionali sono lì a guardare, limitandosi alle dichiarazioni di principio, senza interventi diplomatici seri, per far pressioni sui generali golpisti.

Un rischio reale e grave si affaccia sul Darfur, dove lo scontro sta assumendo di nuovo il carattere etnico tra popolazione residenziale, prevalente di agricoltori, di origine africana e dall’altra parte della barricata le tribù nomadi di allevatori di origine araba. Il dramma del Darfur con i suoi massacri di 20 anni fa si sta affacciando di nuovo.   

Siria

I combattenti curdi nel nord est della Siria sono di fronte ad un’alleanza non dichiarata tra i jihadisti di Daiesh e l’esercito turco. Dopo le bombe e i droni turchi su Kobane di due giorni fa, sono arrivati gli agguati dell’Isis. Ieri, nella provincia di Raqqa, un’auto delle forze democratiche siriane è stata colpita da un razzo RPG sulla strada che collega Raqqa al sud della provincia. Due combattenti curdi sono morti e altri tre sono gravemente feriti.   

Palestina Occupata

Un giovane di 17 anni è stato ucciso da una pallottola dell’esercito israeliano durante il rastrellamento nel paesino di Tuqqu’, a sud di Gerusalemme.  Si chiamava Amer Sabah e stava tentando di fermare con il lancio di pietre l’avanzata dei soldati, che hanno sparato pallottole da guerra ad altezza d’uomo. Sabah è stato colpito al petto ed è arrivato in ospedale senza vita.

Un altro palestinese di 39 anni è stato ucciso dai soldati israeliani nei pressi di Salfit. Ahamd Taha è stato freddato nella sua auto dai colpi sparati dai soldati. L’esercito di occupazione ha comunicato che la vittima stava tentando di investire con la sua auto i soldati. Testimoni oculari invece sostengono che si è trattato di un’esecuzione di piazza. I familiari hanno affermato che il padre stava recandosi al lavoro.

L’esercito israeliano ha compiuto anche un’incursione a Jenin, con 30 mezzi corazzati e cecchini sui tetti. È stato affrontato con spari e lanci di molotov da parte di combattenti palestinesi.

La città di Gerico è ancora sotto assedio da una settimana. I soldati bloccano tutti gli ingressi della città con posti di blocchi permanenti e impediscono l’uscita e l’entrata in città. Una punizione collettiva, in seguito all’attentato contro un’auto di coloni, che aveva causato la morte due persone.

Migranti

La guardia costiera tunisina ha riportato in due giorni, giovedì e venerdì, 41 cadaveri raccolti al largo di Sfax. Negli ultimi 10 giorni, il numero dei corpi raccolti in mare è stato di 210. Una strage che nessuno vuole fermare. La procura tunisina sta valutando la sepoltura dei corpi senza l’identificazione con il DNA, perché la capienza degli obitori degli ospedali è stata superata ampiamente e molti corpi sono fuori dai frigoriferi.  

Israele

200 mila manifestanti hanno sfilato giovedì sera per le strade di Gerusalemme ovest in sostegno delle riforme proposte dal governo Netanyahu per affossare il ruolo della magistratura. Alla testa del corteo c’erano i ministri Smotrich e Bin Gvir, dell’estrema destra fascista. I manifestanti, al passaggio davanti la sede dell’Alta corte, hanno calpestato le foto dei giudici componenti del potere giudiziario. Netanyahu ha ringraziato la mobilitazione organizzata dal suo partito e da quelli della coalizione di estrema destra ed ha promesso che la discussione in parlamento sulla nuova proposta di legge riprenderà nella sessione estiva che comincia domani. La riforma proposta darà alla maggioranza parlamentare il controllo sulle nomine dei giudici della suprema corte e riduce i poteri della stessa. Annulla di fatto l’autonomia della magistratura. Contro questa riforma si sono mobilitati molti settori della società civile, organizzando ininterrottamente, ogni sabato sera, manifestazioni di protesta in diverse città. Una mobilitazione che ha visto la partecipazione del sindacato e la disobbedienza civile di ex militari in pensione. La riforma è stata ritirata temporaneamente a marzo, dopo uno sciopero generale che ha paralizzato la vita in tutti i settori, dai trasporti alla scuola. Il presidente Herzog ha proposto un tavolo di trattativa tra il governo e l’opposizione per una modifica di compromesso, ma non sembra che ci siano i termini, dopo la prova di forza mostrata dalla destra con quest’ultima manifestazione.  

Afghanistan

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha condannato all’unanimità la decisione dei taliban di vietare alle donne di lavorare nelle organizzazioni dell’ONU operanti in Afghanistan. La decisione di Kabul è arrivata a coronare una serie dii misure contro il lavoro delle donne. La precedente misura riguardava il lavoro nelle ONG, a dicembre scorso, e poi anche presso le organizzazioni dell’ONU. Per il Consiglio di Scurezza “queste misure sono senza precedenti e lesive per la dignità delle donne”.

Il Consiglio ha affrontato – senza prendere una decisione in merito – la questione del sequestro da parte degli USA delle riserve d’oro e di valuta estera della Banca Centrale afghana depositate a Washington. “La Casa Bianca ha illegittimamente sequestrato queste somme valutate in 7 miliardi di dollari”, ha detto il rappresentante cinese.  

Notizie dal mondo Sono passati 14 mesi e 4 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

Approfondimenti

  • In ricordo del grande Gianni Minà

di Amerigo Kashbur vai all’articolo

  • “Eurocentrismo” di Samir Amin

di Giorgio Riolo QUI

  • [Finestra sulle Rive Arabe] Alla scoperta del romanzo kuwaitiano

di Federica Pistono qui

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Qui le vignette dell’ottimo Mimmo Lombezzi).

Il 30 aprile si terrà, in presenza ed online, l’assemblea dei soci di Anbamed. Più avanti vi forniremo l’odg e il link per partecipare. All’assemblea saranno invitati/e anche abbonati/e e amici/amiche di Anbamed, senza diritto di voto.

Si è tenuta 11 aprile la giornata di iniziative a sostegno della liberazione di Julian Assange in diverse città d’Italia e d’Europa, a quattro anni dal suo arresto. Il movimento “Free Assange” ritiene importante che anche nelle nostre città si ricordi la vicenda umana e giudiziaria del fondatore di WikiLeaks, poiché questa vicenda va ben oltre la figura di Assange e mette in discussione diritti e libertà fondamentali di noi tutte/i. (Per approfondire).

Il 22 aprile 2023 è partita la raccolta firme per la campagna referendaria denominata “L’Italia per la pace” promosso dalla Cooperativa di mutuo soccorso ecologica Generazioni Future (erede della visione del mondo dei beni comuni di Stefano Rodotà), portavoce prof. Ugo Mattei, unitamente al Comitato Ripudia la Guerra, portavoce il prof. Enzo Pennetta. (QUI)

Campagna Amnesty International per la chiusura di Guantanamo. Da 21 anni il centro di detenzione di Guantánamo è una vergogna per i diritti umani. La maggior parte dei detenuti non è mai stata accusata di nessun reato. Troppi hanno subito feroci torture e maltrattamenti.

Il centro di Guantánamo deve chiudere!

Firma ora l’appello di Amnesty International. QUI

Pubblicato il numero 1/2023 della Rivista “Diritto, Immigrazione e Cittadinanza” promossa da ASGI e Magistratura Democratica dal 1999.
Dal 2017 la Rivista è passata dal formato cartaceo al sito internet dove pubblica i suoi contenuti gratuitamente online.

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