Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

30 maggio 2021

Rassegna n. 333

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Domani, 31 maggio sarà assegnato, ad uno di voi, il quadro dell’artista e poeta Giovanni Torres La Torre. (per avere ulteriori info sull’artista, clicca qui)

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I titoli

Palestina Occupata: Continua la politica di Apartheid nei territori palestinesi occupati. 

Israele: Accordo di governo tra gli avversari di Netanyahu.

Afghanistan: Una bomba nell’autobus dell’Università nel centro di Kabul, 4 morti e 9 feriti.

Yemen: Riprendono i combattimenti a Maarib. Le trattative per una tregua sono in corso a Mascate, capitale dell’Oman.

Sud Sudan: Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU prolunga l’embargo delle armi.

Le notizie

Palestina Occupata

Le forze israeliane hanno represso con violenza una manifestazione pacifica di solidarietà con gli abitanti del quartiere Sheikh Jarrah. Palestinesi, israeliani progressisti e internazionalisti hanno organizzato un corteo a Gerusalemme Est per esprimere solidarietà alle famiglie prese di mira dai coloni. Nessuna violenza da parte dei manifestanti, ma solo slogan, cartelli e bandiere palestinesi. Dall’altra parte pallottole, lacrimogeni e manganelli. Sono stati tenuti lontani i giornalisti per non avere testimoni. Ma sui social sono stati postati centinaia di video che dimostrano l’insistenza del governo israeliano nel far esplodere nuovamente la situazione. Un altro quartiere minacciato dalla politica di sostituzione etnica è Hay Al-Hawa a Salwan, su una collina che si affaccia sulla moschea di Al-Aqsa. 86 famiglie sono sotto sfratto dal tribunale israeliano a favore dei coloni. L’organizzazione israeliana B’tselem accusa il governo e l’esercito israeliani di condurre una politica di Apartheid.

Israele

La stampa di Tel Aviv anticipa un possibile accordo tra i due principali avversari di Netanyahu per un governo a staffetta, con premier Benett per i primi due anni e Lapid dal 2023 al 2025. Il premier incaricato, Lapid, avrebbe fatto un passo indietro cedendo la presidenza del governo nella prima fase a Benett. Furiosa e scomposta reazione di Netanyahu, che teme per il suo futuro politico se questa intesa dovesse andare in porto. L’accordo di governo dovrebbe essere annunciato oggi e la formazione dell’esecutivo entro 5-10 giorni, evitando così nuove elezioni anticipate.

Afghanistan

Un attentato contro un pullman, che trasportava docenti dell’Università di Kabul, ha provocato la morte di 4 persone e il ferimento di altre 9. L’esplosione della bomba è avvenuta nel centro di Kabul, mentre il mezzo era in moto. Secondo le prime indagini, l’ordigno era collocato all’interno dell’autobus. Il governo accusa i Taliban, ma il portavoce del movimento jihadista nega ogni responsabilità.

Nel frattempo continuano le operazioni di ritiro delle truppe USA. Ieri è stata consegnata all’esercito afghano un’altra base militare, quella nel centro della capitale. Il comando centrale USA CENTCOM ha annunciato che il ritiro è avvenuto per circa il 25% e che si prevede di completarlo entro luglio, in anticipo rispetto alla data dell’11 settembre, fissata dalla Casa Bianca.

Yemen

Sono ripresi con virulenza i combattimenti a Maarib tra i ribelli Houthi, che assediano la città, e le forze governative. Sono avvenuti bombardamenti con l’artiglieria e tentativi di sfondamento con truppe d’assalto. L’aeronautica saudita è intervenuta a sostegno dei governativi in difficoltà, bombardando le posizioni degli assedianti. L’Arabia Saudita ha annunciato di aver abbattuto un drone lanciato dal territorio yemenita verso una città saudita di confine. È il secondo drone armato intercettato in due giorni.

Nel frattempo continuano i tentativi di raggiungere un accordo politico per una tregua. A Mascate, nella vicina Oman, si sono tenuti gli incontri tra l’inviato dell’ONU e la delegazione Houthi. La proposta sul tavolo è la ripresa dei voli civili da e per Sanaa, la capitale yemenita sotto il controllo degli Houthi e la fine dell’embargo sul porto di Hodeida.

Sud Sudan

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha rinnovato l’embargo delle armi al Sud Sudan fino al 31 maggio 2022. La risoluzione è stata approvata con 13 voti a favore e 2 astenuti (Kenya e India). Nei giorni scorsi sono stati pubblicati appelli di Amnesty International e di Human Rights Watch, affinché l’organismo internazionale presti attenzione alla situazione drammatica che vive il paese africano, sconvolto per sei anni da una guerra civile, che non è finita con l’accordo di governo nazionale del febbraio 2020. Secondo i rapporti dell’ONU, la guerra in Sud Sudan ha causato la morte di 380 mila persone.

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