Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

26 Luglio 2021

Rassegna anno II/n. 26

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Nella Rubrica approfondimenti pubblichiamo la presentazione del libro “Prigione n. 5” (ed. Becco Giallo), di Zehra Dogan, scrittrice, giornalista e artista curda imprigionata dalle autorità turche per un disegno.

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I titoli

Tunisia: Il presidente congela il Parlamento e manda a casa il governo sulla scia delle proteste di ieri.

Iraq: Il Partito Comunista boicotterà le elezioni di ottobre.

Iraq 2:Trovato morto il figlio dell’attivista Fatima Bahadly.

Algeria: Il governo impone il coprifuoco notturno per contenere i contagi.

Iran: Ancora manifestazioni contro la scarsezza dell’acqua nel Khuzestan.

Somalia: Elezioni rinviate “per motivi tecnici”. Si dovevano tenere ieri per la nomina dei senatori.

Le notizie

Tunisia

In uno sviluppo inatteso, il presidente Qais Saied ha congelato il Parlamento e mandato a casa il governo, sulla scia delle manifestazioni di protesta di ieri. Non si è fatta attendere la risposta del leader del partito Islamista Ennahda, Ghannouchi, che ha definito la mossa del presidente come un colpo di Stato ed ha annunciato che il popolo risponderà.

Ieri si sono svolte manifestazioni contro il governo e per l’occupazione in 10 città tunisine. Nella maggior parte erano sit-in pacifici che rivendicavano la caduta del governo, giudicato inefficiente a gestire la crisi economica e la pandemia. Molti slogan erano diretti contro il partito islamista Ennahda al governo. A Tozeur la manifestazione si è trasformata in un aggressione contro la sezione del partito Ennahda. L’azione vandalica si è spinta fino ad appiccare il fuoco nella sede. Per riportare l’ordine la polizia ha sparato lacrimogeni, allontanando i manifestanti. Nella capitale, la protesta si è svolta di fronte al Parlamento e anche in questo caso la polizia ha lanciato lacrimogeni per allontanare i manifestanti dalle transenne che proteggevano la sede legislativa.

L’iniziativa del presidente Saied e l’attesa risposta degli islamisti, che scenderanno sicuramente nelle piazze, non fanno presagire buone notizie dalla terra dei gelsomini.

Iraq

Il premier iracheno Al-Kadhimi si accinge, oggi, all’incontro con il presidente Biden a Washington, lasciando a Baghdad una scia di polemiche sulle sue dichiarazioni in merito alla presenza delle truppe statunitensi in Iraq. Al-Kadhimi aveva sostenuto che nel paese “non ci sarebbe necessità di truppe straniere combattenti”, sottintendendo che la presenza di reparti di addestratori sarebbe, invece, necessaria. Le dichiarazioni non sono piaciute ai capi delle milizie filo iraniane Hashd Shaabi, ingaggiate dal governo per la lotta contro Daiesh.

Il governo autonomo del Kurdistan è contrario al ritiro delle truppe USA. Il responsabile della politica estera, Safine Dzie, ha espresso la preoccupazione dei curdi per le interferenze dei paesi vicini (Iran e Turchia) nella politica irachena e per il pericolo jihadista. Ha ricordato, infatti, il primo ritiro del 2011 “che ha causato un vuoto di sicurezza, permettendo al falso califfato di occupare un terzo del territorio nel 2014”.

Oltre alle polemiche sul ritiro delle truppe straniere, in Iraq vi è un forte dibattito sulle prossime elezioni politiche, programmate il 10 ottobre. Sono state una rivendicazione dei moti di piazza, ma l’elite al potere ha mantenuto in vigore una legge elettorale etno-confessionale che riproporrà lo stesso Parlamento di corruzioni e clientele. Oltre al predicatore Imam Muqtada Sadr, anche il Partito comunista ha annunciato il boicottaggio di queste elezioni. “Non ci sono le condizioni di trasparenza e di equità. Serviranno a mantenere al potere una casta di privilegiati, che hanno sperperato le risorse del paese per tenere in piedi milizie fuori controllo”. Il partito di Sadr ha nell’attuale Parlamento il gruppo più consistente (54 su 329) e il PCI ha due seggi.

Iraq 2

È stato trovato morto il figlio dell’attivista per i diritti delle donne, Fatima Bahadly. Era stato rapito 24 ore prima da Bassora per mano di un gruppo armato. Secondo fonti mediche, il corpo del ragazzo è stato trovato a 50 km dalla città, con due colpi in testa e uno al cuore. Fatima Bahadly è la presidente dell’associazione “Paradise”, che ospita le donne vittime delle violenze di guerra. Ha ricevuto in passato diverse minacce di morte e pressioni sociali, per indurla ad abbandonare la sua attività di denuncia dei soprusi delle milizie. Dall’inizio dei moti di protesta nell’ottobre 2019, 37 attivisti sono stati rapiti o uccisi da uomini armati, senza mai che vengano catturati o puniti i responsabili. 86 quelli minacciati che hanno dovuto rifugiarsi nel Kurdistan iracheno autonomo.

Algeria

Il governo ha ordinato un coprifuoco notturno per ragioni sanitarie. Dalle 8 di sera alle 6 del mattino è vietato uscire di casa, se non per serie e motivate ragioni. Il Covid19, in particolare la versione Delta, sta creando serie difficoltà alle strutture ospedaliere, soprattutto nelle grandi città. Il capo del Comitato scientifico aveva messo in guardia, nei giorni scorsi, dalla gravità della situazione e suggerito soprattutto la fornitura di unità mobili per la produzione di ossigeno, da assegnare agli ospedali, e procedere alla produzione nazionale del vaccino, in accordo con Russia e Cina.

Iran

Continuano le proteste nel Khuzestan contro la scarsezza dell’acqua. Vengono scelte le ore serali per evitare il caldo e sfruttare la minore presenza della polizia. Sono manifestazioni per lo più spontanee e partono da un dato concreto: le amministrazioni non distribuiscono l’acqua in quantità sufficiente e non si è fatto ricorso a soluzioni concrete. Il presidente Rouhani ha tentato in un primo momento di consigliare pazienza alla gente, adducendo che la scarsezza dell’acqua – secondo lui – era imputabile alla siccità. Ieri, invece, ha dovuto spronare il ministero dell’irrigazione ad aprire le paratie delle dighe nella regione per garantire una distribuzione sufficiente ai fabbisogni umani ed agricoli. La solidarietà con le proteste del Khuzestan si è estesa anche in altre regioni lontane come l’Azerbaigian orientale, dove migliaia di persone sono scese in piazza, a Tabriz, scandendo slogan contro il governo.

Somalia

Le elezioni indirette, che dovevano svolgersi a partire da ieri, sono state rinviate a data da destinarsi per “motivi tecnici”, sostengono i responsabili dell’ente elettorale formato dal governo. La complessa procedura doveva cominciare ieri con la nomina dei senatori, per concludersi il 10 ottobre con l’elezione indiretta del presidente della repubblica. Diversi esponenti governativi minimizzano l’accaduto e sostengono che appena saranno pronti gli elenchi dei votanti e dei candidati si procederà alle elezioni, mantenendo il programma come già stabilito. Nello scorso febbraio era scaduto il mandato del presidente Farmajo e il rinnovo della carica per altri due anni ha causato una situazione di instabilità, in seguito all’insurrezione dell’opposizione che ha lacerato l’esercito e le forze di sicurezza. Ai primi di maggio era stato raggiunto un accordo per un percorso elettorale complesso e non diretto. Il suggerimento dell’ONU di svolgere le elezioni con il sistema diretto “una testa, un voto” non è stato accettato. L’altra insidia contro le elezioni è l’attivismo degli Shebab; il movimento jihadsita ha lanciato. in un file audio. una minaccia contro le operazioni di voto.

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