Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

27 agosto 2021

Rassegna anno II/n. 58

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I titoli

Afghanistan: Strage all’aeroporto di Kabul. 90 uccisi e 120 feriti. Attentato rivendicato dall’ISIS-Khorasan.

Palestina: Manifestazione contro la politica di Abbas su rinvio elezioni e repressione del dissenso.

Iraq: Domani un vertice regionale a Baghdad per attenuare le tensioni tra Iran e Arabia Saudita.

Etiopia: Un milione di sfollati a rischio fame nel Tigray.

Le notizie

Afghanistan

Una strage all’aeroporto di Kabul rivendicata dall’Isis-Khorasan. Novanta morti e 120 feriti, tra i quali anche stranieri, miliziani taliban e soldati statunitensi. Due attentatori suicidi si sono fatti esplodere in successione in mezzo alla folla assiepata davanti a uno degli ingressi dello scalo aereo. La prima esplosione è avvenuta nei pressi dell’hotel Baron, dove alloggiano diplomatici e giornalisti, la seconda all’ingresso Abbey. L’intelligence britannica aveva avvisato poche ore prima dell’esistenza di un piano per imminenti attentati, ma era troppo tardi per predisporre misure di sicurezza in mezzo alla confusione di migliaia di persone che si accalcavano per poter abbandonare il paese. Condanne da tutto il mondo, l’ONU ha convocato una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza, la Francia ha annunciato il blocco dei voli e il ritiro dell’ambasciatore. I taliban hanno condannato l’atto terroristico ed hanno addossato la responsabilità alla mancanza di controlli degli statunitensi.

L’Isis – Khorasan è un’organizzazione terroristica nata nella regione del Wasiristan (Pakistan) nel 2013 da una scissione dei taliban pachistani, dopo l’uccisione del loro capo, Hakimullah Mahsoud, in un bombardamento con un drone USA. La successione era contesa da tre personaggi e uno dei perdenti, Hafez Saidkhan, non accettando il responso ha fondato Isis-Khorasan. Nel 2015 ha giurato fedeltà al falso califfo Al-Baghdadi. Il nuovo movimento si definisce jihadista salafita ed accusa taliban di essere dei “deviati” collaboratori con i servizi segreti di Islamabad. Il nuovo leader nel 2015 è sfuggito ad un attacco USA con droni. L’annuncio della morte di Mollah Omar, capo dei taliban afgani, ha segnato l’adesione di molti ex taliban al nuovo movimento, soprattutto nella provincia orientale dell’Afghanistan, Nangarhar, al confine con il Pakistan.

Gli sviluppi politici in Afghanistan registrano un altro giro di vite contro chiunque non la pensi come i fondamentalisti. I due loro interlocutori afgani, l’ex presidente Karzai e il negoziatore Abdallah, sono di fatto agli arresti domiciliari. Le dichiarazioni iniziali su un governo inclusivo si stanno rivelando soltanto propaganda, per preparare la resa degli avversari e migliorare l’immagine a livello internazionale.

Sul livello sociale, dopo la richiesta alle donne lavoratrici di rimanere a casa fino alla definizione delle attività femminili ammesse, arriva un’altra dichiarazione sbalorditiva sul divieto dell’ascolto di musica in luoghi pubblici. Una decisione anacronistica che nega il contributo dei musulmani allo sviluppo della musica e della poesia.

Palestina

Cinque movimenti politici della resistenza palestinese hanno organizzato una manifestazione di protesta contro il governo di Ramallah, rivendicando il rilascio di tutti i prigionieri di coscienza, elezioni politiche e presidenziali e la punizione degli agenti assassini che hanno ucciso l’attivista Nizar Bannat.

Iraq

Si terrà domani a Baghdad un vertice regionale con la partecipazione di rappresentanti dei 5 paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Al vertice sono stati invitati Iran e Arabia Saudita. L’intento del premier iracheno Al-Kadhimi è quello di ridurre la tensione nella regione e soprattutto riprendere un ruolo attivo dell’Iraq nello scenario mediorientale. Scontro tra Iran e Washington sul proprio territorio e incursioni turche nel nord del Kurdistan iracheno sono due elementi che minano la sovranità dell’Iraq. La tensione tra Riad e Teheran è all’origine del conflitto in Yemen. Per il momento re Salman non ha confermato la propria partecipazione. Il presidente iraniano Raissi invece ha assicurato la sua presenza.

Etiopia

La situazione in Tigray è al limite della sopportazione. Almeno un milione di persone sono a rischio fame. Il governo di Addis Abeba, da quando il capoluogo Makallè è stato conquistato dai ribelli, ha imposto una serie di misure coercitive: dalla chiusura delle banche, all’interruzione dell’elettricità e comunicazioni. Le pensioni ed i risparmi praticamente non vengono erogati e così la gente non ha la possibilità di comprare neanche alimenti di prima necessità per sfamarsi. La mancanza dell’elettricità ha causato la chiusura di molte attività produttive e la perdita di posti di lavoro. Anche i convogli degli aiuti umanitari sono bloccati a causa degli scontri. Le due parti si accusano a vicenda per la drammatica situazione che sta vivendo la popolazione civile.

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