Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

28 settembre 2021

Rassegna anno II/n. 90

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I titoli

Yemen: Altre 67 vittime nella guerra per la città di Maarib.

Palestina Occupata: Liberata la deputata Khalida Jarrar dopo due anni di carcere.

Libano: Sospesa l’inchiesta per la strage del porto di Beirut. Mercoledì una manifestazione di protesta contro le prove di insabbiamento.

Iran: Un insegnante arrestato in diretta TV. Da giorni migliaia di docenti sono in sciopero.

Algeria: Condannati a pene detentive, per corruzione, due ex presidenti del Consiglio.

Le notizie

Yemen

Si intensifica pericolosamente la guerra in Yemen. A Maarib e Shabbwa ci sono stati ieri 67 morti delle due parti belligeranti. La maggior parte delle vittime si sono avute tra i ribelli Houthi, colpiti dai caccia sauditi mentre avanzavano nella battaglia per il capoluogo assediato. Da sabato, quotidianamente, gli scontri hanno lasciato sul terreno decine di vittime, una battaglia senza prospettiva di una tregua. L’ONU ha lanciato un allarme per i 3,5 milioni di sfollati che soffrono per gli effetti del conflitto. Due terzi della popolazione vive grazie agli aiuti internazionali. È la più drammatica crisi umanitaria che purtroppo non fa notizia tra le cancellerie.

Palestina Occupata

La deputata palestinese Khalida Jarrar, dopo 2 anni di carcere, è stata rilasciata dalle autorotà di occupazione. La prima cosa che ha compiuto, appena giunta a Ramallah, è stata quella di andare sulla tomba della figlia, morta a 31 anni lo scorso luglio e che le autorità di Tel Aviv le avevano impedito di partecipare ai funerali. Khalida Jarrar è stata imprigionata per nessun reato compiuto, semplicemente per la usa appartenenza al Fronte Popolare per la Liberazione delle Palestina, per il quale si era candidata ed eletta nel Consiglio legislativo.

Libano

L’inchiesta per la strage del porto di Beirut è stata sospesa. Lo ha deciso la Cassazione in seguito all’esposto dell’ex ministro dell’Interno, Nohad Mashnouq, iscritto nell’elenco degli indagati, contro il giudice Tareq Bitar. È la seconda volta che le pressioni politiche sulla magistratura arrivano a bloccare le indagini. Lo scorso febbraio, il giudice speciale, Fadi Sawwan, è stato rimosso sempre per le stesse motivazioni. Secondo le organizzazioni per i diritti umani e quelle dei familiari delle vittime, i politici vogliono insabbiare le indagini. Domani, mercoledì, è indetta una manifestazione contro la lentezza dell’inchiesta e si aspetta una forte mobilitazione in seguito a questi ultimi negativi sviluppi. Sui social, la richiesta più gettonata è quella di un’indagine internazionale.

Iran

L’insegnante Aziz Qassemzadeh è stato arrestato in diretta mentre era in collegameto con un programma televisivo di un’emittente che trasmette dall’estero. Qassemzadeh stava spiegando le motivazioni delle lotte degli insegnanti iraniani che da diversi giorni sono in sciopero per rivendicazioni salariali. Durante il suo intervento si è sentito il campanello e poi le immagini video sono sparite, ma è rimasto per alcuni secondi l’audio e si è sentita la voce dell’insegnante che diceva: “Sono arrivati numerosi per arrestarmi”. Secondo il sindacato degli insegnanti, Qassemzadeh è stato arrestato nella casa dei genitori da un un gruppo di persone con vestiti civili entrati dopo aver sfondato la porta. È stato condotto in una località ignota. (La scena si vede in questo video in lingua persiana)

Algeria

Gli ex due presidenti del consiglio, Ouyahia e Sallal, sono stati condannati a 5 e 4 anni di reclusione per le accuse di corruzione, malversazione di denaro pubblico e riciclaggio. I due uomini erano stati già condannati lo scorso gennaio in altri processi, a 15 e 12 anni di carcere. Li attendono ancora altre cause, sempre con l’accusa di corruzione. Ouyahia e Sallal hanno fatto parte della “banda” che ha gestito il periodo della presidenza Boutefliqa, dopo che il presidente era stato colpito da ictus. Nel 2019, quando hanno tentato di presentarlo per la quinta candidatura, un movimento di protesta di massa, Hirak, ha mandato in frantumi i loro progetti, costringendo Boutefliqa a dimettersi. Le elezioni presidenziali sono state rinviate per ben due volte e si sono tenute nel dicembre 2019 dove è stato eletto Tabboune.

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