Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

30 settembre 2021

Rassegna anno II/n. 92

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Per ascoltare l’audio:

La vignetta di Mimmo Lombezzi: QUI

Nella Rubrica approfondimento, pubblichiamo il comunicato stampa dell’iniziativa romana:

FAMO PACE”, Il primo festival romano sulla cultura della non violenza.

Si tiene da oggi fino a Sabato al Giardino del Verano – Roma, con la partecipazione di numerose associazioni della solidarietà e per i diritti umani.

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I titoli

Tunisia: Incaricata presidente del Consiglio la professora Najlaa Bouden; prima donna in tutto il mondo arabo.

Arabia Saudita-Iran: Passi avanti nel terzo round di trattative bilaterali.

Yemen: Il premio Nansen 2021 va all’associazione Jeel Albenaa, per il suo impegno a favore dell’autonomia economica delle donne.

Sahara Occidentale: La Corte di Giustizia UE annulla gli accordi con il Marocco per agricoltura e pesca nel Sahara Occidentale.

Grecia-Francia: Parigi vende ad Atene tre fregate e altri armamenti per 5 miliardi di euro.

Turchia-Russia: Il vertice Putin-Erdogan sulla Siria emargina il ruolo di Damasco nella regione del nord siriano.

Le notizie

Tunisia

Il presidente Qais Saied ha incaricato la professora universitaria Najlaa Bouden a formare il governo. È la prima volta in Tunisia e in tutto il mondo arabo che una donna diventi presidente del Consiglio dei ministri. Nel discorso di presentazione, Saied ha sottolineato la necessità di proseguire la lotta contro la corruzione, per garantire gli aggiustamenti strutturali dell’economia e far fronte agli effetti dell’emergenza sanitaria. Buona accoglienza da parte dell’Unione dei sindacati dei lavoratori, infatti il segretario generale Tboubi ha affermato la necessità di non abbassare la guardia sui temi dell’occupazione e dei servizi sociali. In Tunisia, la disoccupazione a causa del Covid è arrivata al 18% e tra i giovani al 36% e la recessione economica nel 2020 è stata del 9%.

Arabia Saudita – Iran

Fonti diverse hanno concordato che si sono incontrati a Baghdad rappresentanti iraniani e sauditi. Sarebbe la prima volta da quando è stato eletto il presidente Raissi. Durante i primi mesi dell’anno si sono tenuti due incontri che sono stati valutati positivamente da dichiarazioni iraniane ufficiali, tra le quali quella del portavoce del ministero degli esteri di Teheran, Said Khateeb, che ha confermato i passi positivi raggiunti nelle trattative bilaterali tenute in Iraq. Re Salman, durante il suo discorso in videoconferenza all’assemblea generale dell’ONU, ha parlato di speranze, affinché queste trattative portino a risultati positivi. Le relazioni diplomatiche tra i due paesi sono sospesi dal gennaio 2016. Le due potenze regionali si stanno sfidando a distanza su diversi fronti: dallo Yemen alla Siria e Libano, inoltre Riad teme il programma nucleare e lo sviluppo della produzione missilistica iraniana.

Yemen

L’organizzazione umanitaria yemenita – la Jeel Albena Association for Humanitarian Development – ha vinto il Premio Nansen per i Rifugiati dell’ACNUR per il 2021. La motivazione è per aver fornito aiuti salvavita a decine di migliaia di persone costrette alla fuga a causa del conflitto nel Paese. Lo stesso fondatore, Ameen Jubran, 37 anni, è stato costretto a fuggire a causa dei combattimenti, rischiando di perdere la vita. L’associazione Jeel Albena (Generazione costruttrice) conta oltre 160 dipendenti e 230 volontari ed ha sede nella città portuale di Hudaydah, sul Mar Rosso. Grazie alle sue attività ha fornito occupazione e circa 18.000 rifugi di emergenza agli sfollati interni che vivono in accampamenti di fortuna nelle province di Hudaydah e Hajjah. Una caratteristica peculiare di Jeel Albena è quella di garantire sostegno alle donne sfollate nel loro percorso verso l’indipendenza economica, creando opportunità di lavoro e di formazione.

Per saperne di più sul Premio Nansin 2021

Sahara Occidentale

La Corte di giustizia europea ha annullato due accordi su agricoltura e pesca tra l’UE e il Marocco, che consentivano a Rabat di esportare merci dal Sahara occidentale. La sentenza riconosce il Fronte Polisario, movimento indipendentista sahrawi che ha portato il caso in tribunale, come persona giuridica e conclude che l’UE non aveva “assicurato il consenso del popolo del Sahara occidentale” agli accordi. La sentenza potrebbe mettere a rischio i rapporti commerciali tra Ue e Marocco, ma i due partner hanno subito rilasciato un rassicurante comunicato comune. Il Fronte Polisario sostiene invece che la sentenza è una “vittoria trionfale per la causa Sahrawi”. Gli accordi rimarranno in vigore per almeno altri due mesi, il tempo che entrambe le parti hanno per impugnare la decisione del tribunale.

Il Sahara Occidentale, ex colonia spagnola, è stato occupato da Rabat che lo considera parte del suo territorio. Marocco e Spagna sono i paesi più colpiti dalla sentenza. Sul solo accordo di pesca, il Marocco è destinato a perdere circa 52 milioni di euro all’anno, per quattro anni. Qui il comunicato del Polisario

Grecia-Francia

Il presidente francese, Emmanuel Macron, e il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, hanno firmato un contratto militare per l’ordine da parte di Atene di tre fregate Fdi, come parte del rafforzamento della “partnership strategica” tra Francia e Grecia. L’annuncio arriva dopo la cancellazione di un contratto da 55 miliardi di euro da parte dell’Australia, che ha preferito una partnership strategica con Stati Uniti e Regno Unito. Dopo la débâcle dei sottomarini australiani riprende l’attività di esportazione per Naval Group. Ad Atene, la Francia venderà 3 fregate “Belharra”, imbarcazioni di 4.600 tonnellate per oltre 120 metri di lunghezza, attrezzate con radar ultramoderni concepiti da Thales. Saranno armate con missili Aster e Exocet, realizzati da Mbda. Atene è in trattative con Parigi anche per l’acquisto di tre corvette Gowind. Se si concretizzasse anche questa trattativa, il totale della commessa lieviterebbe a 5 miliardi. Una corsa agli armamenti che aggraverà la crisi economica greca e accrescerà la destabilizzazione nell’Est del Mediterraneo.

Turchia-Russia

Il vertice Putin-Erdogan “a quattro occhi”, come lo ha definito il neo sultano, è durato tre ore. Le dichiarazioni dei due presidenti alla conclusione dell’incontro sono improntate all’ottimismo, ma sono trapelate tra le righe difficoltà non indifferenti. Putin ha dichiarato: “Non siamo allineati su molte situazioni, ma abbiamo imparato a trovare compromessi”. Erdogan invece ha sottolineato la positiva collaborazione in materia economica, come la ripresa del turismo e la costruzione della centrale nucleare di Akkuyu a Mersin. La Siria è il principale argomento affrontato dai due capi di Stato. Le milizie islamiste alleate con Ankara temono che Erdogan venga meno nei suoi impegni di sostegno alla loro occupazione del nord ovest della Siria. Anche i curdi siriani temono che l’accordo tra Russia e Turchia sia a scapito di quel che resta dell’autonomia amministrativa nel nord est del paese. La stampa di Damasco ha tenuto un silenzio eloquente, che tradisce il surclassamento della sovranità siriana.

Approfondimenti

FAMO PACE

Il primo festival romano sulla cultura della non violenza

30 settembre – 2 ottobre 2021

Giardino Verano – Piazzale Verano, Roma

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