Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

13 ottobre 2021

Rassegna anno II/n. 105

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I titoli

Yemen: I sauditi sostengono di aver ucciso nella provincia di Maarib 300 miliziani, in 48 ore di bombardamenti.

Libano: Sospese per la terza volta le indagini sulla strage del porto. I politici si rifiutano di presentarsi agli interrogatori.

Iraq: I partiti filo-iraniani respingono i risultati delle elezioni e minacciano di ricorrere alla forza per non uscire di scena.

Libia: L’ONU accusa le milizie governative di uso esagerato della forza contro i migranti.

Kuwait: Le donne hanno il diritto di arruolarsi in “compiti di non combattimento”.

Le notizie

Yemen

Fase critica per le forze governative nella battaglia per Maarib. I ribelli Houthi stanno avanzando verso il capoluogo, conquistando diversi villaggi limitrofi. L’aeronautica saudita ha intensificato i suoi bombardamenti ed ha annunciato l’uccisione di 300 miliziani nelle ultime 48 ore. Non ci sono né conferme né smentite dalla controparte. La città di Maarib è assediata da tre lati e gli Houthi, da febbraio, hanno cominciato un tentativo di conquista, per rafforzare le proprie posizioni negoziali nell’eventualità di una trattativa per la tregua.

Libano

Sono state sospese, per la terza volta, le indagini sulla strage dell’aeroporto di Beirut. Lo ha deciso la corte di cassazione in seguito alla denuncia presentata da due ex ministri indagati, che si sono rifiutati di presentarsi davanti al giudice per l’interrogatorio. Poco prima del pronunciamento della Cassazione, il giudice Tareq Bitar ha emesso un ordine di comparizione coatta, per poi essere costretto alla sospensione delle indagini. La strage del porto del 4 agosto 2020 è avvenuta per l’esplosione di una grande quantità di nitrati di ammonio immagazzinata senza misure di sicurezza. Politici, ufficiali della sicurezza e giudici erano al corrente della pericolosità del materiale, ma non hanno fatto nulla per evitare il pericolo. Il governo e il Parlamento hanno respinto le richieste di un’indagine internazionale, ma poi hanno messo in campo una serie di azioni per insabbiare la vicenda. Il precedente giudice, Fadi Souan, è stato rimosso dopo le pressioni politiche. I familiari delle vittime temono che anche Bitar venga rimosso, per rimandare il giorno della verità, per questo chiedono un’inchiesta internazionale.

Iraq

Si prospetta uno scenario libico.

I partiti delle milizie filo iraniane hanno perso le elezioni e minacciano di impedire “con ogni mezzo l’uscita di scena”, così si è espresso l’ex premier Al-Abbadi. Il terremoto politico è il frutto delle mobilitazioni giovanili iniziate nell’ottobre 2019. Malgrado il boicottaggio delle votazioni, espresso dalla maggioranza dei militanti, le due liste di giovani che si sono presentate al voto hanno raccolto 15 deputati.

I risultati definitivi confermano la vittoria della corrente di Imam Mouqtada Sadr e l’arretramento dell’alleanza Fath (Conquista), filo iraniana, considerata l’espressione politica delle milizie Hashd Shaabi. Secondo partito è risultato quello dell’ex presidente del Parlamento, Al-Halaboussi, e in terza posizione si è collocato il partito dell’ex premier, Al-Maliki. Il partito democratico del Kurdistan è arrivato quarto con 32 deputati. Novità in questo parlamento è la massiccia presenza di donne (97 seggi), grazie alla legge elettorale del 2020 che ha assegnato loro una soglia minima del 25% dei seggi. Nessuno dei gruppi parlamentari ha la maggioranza e si dovrà ricorrere ad un governo di coalizione.

Libia

La Commissione ONU per i Diritti Umani ha accusato le milizie governative libiche di aver usato in tre casi “forza estrema” contro i migranti, nel solo mese di ottobre. In un’irruzione del 1° di ottobre, a Gharagharesh, milizie governative sono entrate con la forza in una struttura illegale di raccolta di migranti pronti all’imbarco. Il 6 ottobre, 500 migranti sono riusciti a fuggire da un centro di detenzione a Gharian e le forze di sicurezza li hanno inseguiti, sparando con armi da guerra. Almeno 4 le persone uccise. Ultimo episodio è quello del centro Al-Mabani, dove circa 2000 migranti, per guadagnare la libertà, hanno sfruttato un momento di panico tra i guardiani per le sparatorie nelle vicinanze tra due milizie rivali. In questo caso le autorità libiche ammettono che una persona è rimasta uccisa durante la fuga, mentre all’OIM ne risultano sei. La Commissione ONU da Ginevra ha chiesto al governo libico di svolgere un’inchiesta su questi episodi e garantire alla giustizia i responsabili di abusi di potere e di assassinio.

Kuwait

Il ministero della difesa ha ammesso l’arruolamento delle donne nell’esercito, in compiti di “non combattimento”. Il Kuwait è l’unica monarchia costituzionale parlamentare nella regione del Golfo. Un’attività parlamentare molto accesa, con la presenza di un’opposizione attiva e coraggiosa. Nel 2005 le donne hanno conquistato il diritto di voto.

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