Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

23 dicembre 2021

Rassegna anno II/n. 176

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I titoli

Marocco: Bloccati dalla Marina militare 352 migranti prima di raggiugere le coste spagnole.

Libia: Liberati ed espulsi 1300 lavoratori egiziani trattenuti in condizioni di semi-schiavitù.

Somalia: Scontri in Puntland tra diversi reparti dell’esercito.

Sudan: Il premier Hamdouk in difficoltà tra le pressioni dei militari e le rivendicazioni di piazza.

Afghanistan: Un piano dell’ONU per gli aiuti umanitari alla popolazione.

Tunisia: Il sindacato respinge le proposte economiche governative dettate dal FMI.

Iraq-Kuwait: Baghdad ha completato il saldo degli indennizzi al Kuwait per 52,4 miliardi di dollari.

Le notizie

Marocco

La Marina militare ha salvato negli ultimi 4 giorni 352 migranti nell’Oceano Atlantico e nel Mediterraneo di fronte alle coste marocchine. Tutti di nazionalità africana sub-sahariana, tra i quali 23 donne e 9 minori. Erano a bordo di gommoni, barche di legno ed alcuni con jet ski. Sono state prestate loro le prime cure e poi sono stati consegnati alla polizia dell’immigrazione. Le autorità marocchine hanno fermato dall’inizio dell’anno circa 12 mila aspiranti migranti. Il ministero dell’Interno di Madrid afferma che nello stesso periodo sono arrivati sulle coste spagnole oltre 37 mila persone.

Libia

Il ministero dell’Interno ha informato che sono stati liberati, dalle mani di una banda armata, 1300 lavoratori egiziani senza permesso di soggiorno. È avvenuto a 70 km di Tobruk, nell’est della Libia dove domina l’esercito LNA del generale Haftar. Uomini armati li tenevano rinchiusi in un vasto terreno agricolo recintato, sfruttando il loro lavoro gratuito in cambio di vitto e alloggio. Nella stessa operazione sono stati sequestrati impianti per la produzione di alcolici (vietati in Libia). I lavoratori egiziani sono stati fatti rimpatriare in accordo con la polizia del Cairo.

Somalia

Scontri a Bosaso, nel centro del paese, tra due fazioni dell’esercito governativo, hanno provocato l’uccisione di 14 persone tra soldati e civili e 40 feriti ricoverati in ospedale. Gli scontri sono avvenuti tra le truppe della provincia di Puntland e reparti dell’antiterrorismo. Gli scontri sono divampati in seguito al tentativo del governatore della provincia autonoma di far dimettere il comandante dell’unità antiterrorismo che dipende dal governo centrale.

Sudan

Il premier Hamdouk fa un passo indietro sulle annunciate dimissioni che si accingeva a presentare, in seguito alle divisioni tra le forze politiche sul processo di transizione in coabitazione con i militari golpisti. Hamdouk dopo il golpe del 25 ottobre, dagli arresti domiciliari, ha raggiunto un accordo con il generale Burhan per il ristabilimento di un governo civile. Le forze politiche hanno considerato questo passo come tradimento del movimento di lotta delle piazze che vuole esautorare i militari da ogni funzione politica. Il ripensamento sulle dimissioni è avvenuto dopo un incontro con il generale Burhan, il quale ha garantito al premier Hamdouk libertà nella formazione del governo.  

Afghanistan

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato una risoluzione per la fornitura di aiuti umanitari all’Afghanistan per la durata di un anno, da rinnovare periodicamente. La bozza è stata avanzata dal rappresentante degli Stati Uniti, che si era trovato isolato nella precedente seduta. La risoluzione è stata approvata all’unanimità. Il rappresentante cinese ha chiesto che vengano scongelati i fondi della Banca centrale afghana sequestrati all’estero.

Tunisia

Il sindacato dei lavoratori UGTT ha respinto le intenzioni del governo di aumentare le tariffe elettriche, di congelare gli stipendi dei dipendenti pubblici e di introdurre nuove tasse per ridurre il debito pubblico. Il segretario generale dell’UGTT, Tboubi, ha detto: “Il sindacato non accetterà misure governative a scatola chiusa senza discussione con le parti sociali”. La crisi politica e lo scontro in atto non possono essere esasperati da una ribellione sociale alle porte. Per il sindacato è importante trovare soluzioni interne tra le parti tunisine, senza sottostare alle ricette capestri del Fondo Monetario Internazionale.

Iraq-Kuwait

La Banca centrale irachena ha annunciato di aver saldato tutto il debito imposto dall’ONU per il risarcimento del Kuwait in seguito all’invasione del 2 agosto 1990 da parte delle truppe irachene. Il totale delle somme consegnate all’emirato sono 52,4 miliardi di dollari. L’ultima rata di 44 milioni di dollari è stata saldata nei giorni scorsi. Il governo di Baghdad spera che questo obiettivo raggiunto possa mettere fine alle limitazioni di accesso della Banca centrale irachena nel sistema bancario internazionale.

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