Non oso pensare come avrà reagito l’Ambasciata turca in Italia nel vedere un’intera pagina sul Sole-24 Ore un appello per la cancellazione del PKK (Partito dei lavoratori curdi) dall’elenco dell’Unione Europea delle organizzazioni terroristiche. Ricordo la reazione bestiale del governo turco quando il comune di Berceto (2000 abitanti) concesse la cittadinanza onoraria al capo del PKK Abdullah Ocalan.
Il PKK è la formazione politico-militare che ha combattuto in Siria e in Iraq contro lo Stato Islamico, fermandolo dinnanzi alla città di Kobane (al confine con la Turchia) con una lunga durissima resistenza, 2000 combattenti curdi contro 12.000 jihadisti pagati dalla Turchia. I curdi, nella guerra contro lo Stato Islamico, ebbero più di 10 mila morti. Il PKK è quella formazione che intervenne a difesa, nel nord dell’Iraq, della popolazione curdo-yazida, evitando lo sterminio totale della sua popolazione maschile e la schiavizzazione lavorativa o sessuale di quella femminile.
Vi invito alla lettura dell’Appello urgente del Sole-24 Ore, firmato
da migliaia di adesioni significative di tutto il mondo.
Anche voi potete aderire a quest’Appello, inviando il vostro nome, cognome, la vostra attività e località di residenza a:
Silvana Barbieri
Per completezza d’informazione ripubblichiamo integralmente l’appello firmato da migliaia di uomini e donne che lavorano per la Pace: esponenti politici, giuristi, scrittori, registi, giornalisti,… di tutto il mondo.
Vogliamo ricordare anche che la Corte di Appello di Bruxelles, nel 2019, ha stabilito ancora una volta che l’attività del PKK non è terrorismo, e che 37 politici curdi non possono essere processati su questa base. La Corte di Appello di Bruxelles ha ascoltato l’appello sottoposto dall’Ufficio del procuratore federale contro la sentenza che la lotta armata del PKK nel Kurdistan settentrionale à “è una disputa interna”.
La Corte ha affermato ancora una volta che l’attività del PKK non è terrorismo e ha stabilito che non c’è fondamento per l’azione giudiziaria riguardante 37 politici curdi compreso il Co-presidente del Kongra-Gel Remzi Kartal ed il membro del Consiglio esecutivo della KCK Zubeyr Aydar. La sentenza ha concluso l’indagine lanciata dall’ Ufficio del procuratore federale del Belgio contro i dirigenti del PKK nel 2016. Il procuratore federale ha diritto ad un ultimo appello in Cassazione.
La stessa Corte ha identificato il PKK come “organizzazione internazionale armata che non è uno Stato” il 15 settembre 2017. La Corte ha poi indicato la violenza dello Stato turco, stabilendo che il PKK ha risposto a detta violenza, e che non c’è attività terroristica di cui parlare. La sentenza ha convenuto che il PKK non può essere processato sulla base delle leggi antiterrorismo in Belgio. Nel 2016 in Belgio era stata lanciata un’indagine contro 36 politici curdi compresi Remzi Kartal, Zubeyir Aydar e Adem Uzun.
Il 3 novembre 2016 l’Ufficio indagini a Bruxelles aveva stabilito che il PKK non è una organizzazione terroristica e aveva respinto la causa. Il procuratore federale aveva fatto ricorso a questa sentenza. La causa per la rimozione del PKK dalla lista delle organizzazioni terroristiche dell’UE è stata ascoltata dalla Corte di Giustizia Europea il 16 aprile 2018. La Corte di Giustizia aveva stabilito in modo simile che l’inclusione del PKK nella lista delle organizzazioni terroristiche era ingiusta. (Da UIKI onlus)
La Redazione
Ecco il testo dell’appello urgente all’UE:
Nell’interesse della pace, della democrazia e dei diritti umani, chiediamo al Consiglio dell’Unione europea di rimuovere il PKK dall’elenco delle organizzazioni terroristiche vietate.
Una soluzione pacifica alla questione curda è un prerequisito per una sana democrazia e per la stabilità in Turchia e nel più ampio Medio Oriente. La Turchia e la sua vasta comunità curda potranno raggiungere quella soluzione pacifica solo attraverso i negoziati. Tali negoziati devono coinvolgere tutte le parti, compreso il PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan). La designazione del PKK come organizzazione terroristica, tuttavia, è un ostacolo sulla via della pace.
Ci sono motivi pratici schiaccianti per cancellare il PKK dalla lista, e ci sono anche motivi legali. Il PKK è stato inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche nel 2002 su richiesta della Turchia, membro della NATO. La Corte suprema dell’UE, la Corte di giustizia del Lussemburgo, ha stabilito nel 2018 che il PKK è stato ingiustamente incluso nella lista dei terroristi dell’UE tra il 2014 e il 2017. Oltre a errori procedurali, la sentenza fa riferimento anche all’appello alla pace di Abdullah Öcalan nel 2013. Quando la validità della designazione di terrorismo è stata testata nei tribunali belgi, nel 2020 è stato accertato che il PKK non dovrebbe essere considerato legalmente un’organizzazione terroristica perché è parte di un conflitto armato non internazionale, il che lo rende soggetto alle leggi della guerra e non penale.
Inoltre, la nuova situazione del PKK in Medio Oriente non è stata presa in considerazione nell’elenco: né il temporaneo processo di pace e negoziato tra il PKK/curdi e il governo turco nel 2013-2015 né il nuovo ruolo dei curdi in del Medio Oriente, ad esempio nella lotta contro il cosiddetto Stato Islamico (ISIS). Dopo che lo Stato Islamico (ISIS) ha proclamato il suo “califfato” nell’estate del 2014 e ha iniziato a invadere vaste aree di territorio in Iraq e Siria, lo Stato turco gli ha fornito assistenza, soprattutto nell’attacco alle aree curde, mentre il PKK ha svolto un ruolo decisivo nella sconfitta dell’ISIS e di altri mercenari. L’ascesa dello Stato Islamico e di altri mercenari ha cambiato le priorità in Medio Oriente. La lotta del PKK con l’ISIS ha giovato agli sforzi antiterrorismo in Iraq e Siria. Il PKK ha contribuito a difendere e liberare aree come Makhmour, Sinjar e Kirkuk in Iraq, nonché Kobani e altre aree nel nord della Siria. Nell’agosto 2014, il PKK è stato determinante nella creazione di un corridoio umanitario per salvare decine di migliaia di yazidi intrappolati dall’ISIS sul monte Sinjar.
Nella storia dei curdi, nessun movimento è riuscito a mobilitare milioni di curdi per il loro diritto all’autodeterminazione come ha fatto il PKK. Si può affermare con certezza che il PKK è il movimento di massa più forte tra i curdi in Medio Oriente e nella diaspora. È anche il PKK che promuove e sostiene la libertà delle donne come dinamica strategica della democrazia sociale in Medio Oriente.
Durante la guerra globale al terrorismo, gli stati hanno usato la designazione “terrorista” come arma politica per delegittimare l’opposizione e reprimere gli sforzi per i diritti umani e la libertà, come ha fatto lo stato turco nel caso del popolo curdo. La designazione del PKK è stata usata per giustificare attacchi ai curdi ovunque, dalle pratiche discriminatorie agli scontri militari. Ha consentito di limitare la libertà di parola e rimuovere le libertà civili; ha portato alla soppressione di partiti politici di opposizione, giornali, canali televisivi ecc. Leader politici, rappresentanti parlamentari, sindaci eletti, giornalisti critici sono stati imprigionati con il pretesto di associazione con il terrorismo; ha permesso disuguaglianze endemiche e ha impedito di affrontare i problemi sociali; ed è stato impiegato come motivo di guerra. L’Unione europea viene quindi effettivamente utilizzata per mascherare gli attacchi dei regimi autoritari.
Per la causa della pace, della libertà, della democrazia, della stabilità e dei diritti umani, chiediamo la cancellazione immediata del PKK (dall’elenco delle organizzazioni vietate).
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Se continuiamo a tenere vivo questo spazio è grazie a te. Anche un piccolo contributo per noi significa molto. Torna presto a leggerci ed ascoltarci.
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