Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

28 dicembre 2021

Rassegna anno II/n. 179

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È sul sito la puntata n. 5 della rubrica Echi dalla stampa araba, curata da Francesca Martino. (Qui)

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I titoli
Siria: Attacco missilistico israeliano contro il porto di Lathiqia.

Iran: Iniziato l’ottavo round dei negoziati di Vienna.

Iraq: La Corte suprema approva i risultati elettorali.

Iran 2: Denunciate esecuzioni contro minorenni.

Somalia:  Crisi istituzionale al vertice del potere.

Palestina Occupata: Trasferito in ospedale un detenuto dopo 132 giorni di sciopero della fame.

Libano: Elezioni politiche il 15 maggio.

Le notizie

Siria

Secondo l’agenzia SANA, Israele ha bombardato il porto di Lathiqia con missili aria-terra, causando “enormi danni materiali”. Sono ancora in corso le operazioni di spegnimento e l’agenzia ha pubblicato foto dei vigili del fuoco mentre lottano contro le fiamme. È il secondo attacco israeliano contro il porto di Lathiqia in questo mese di dicembre.

Iran

È iniziato a Vienna l’ottavo round delle trattative sul nucleare iraniano. La delegazione di Teheran è guidata dal vice ministro degli esteri, Bagheri Kani, segno di un maggiore interesse per arrivare ad un accordo. La stessa data degli incontri, nel mezzo delle festività per 5 delle sette delegazioni, dimostra l’impegno di tutte le parti a ricomporre il mosaico del 2015, mandato in frantumi dal pessimo Trump incalzato da Netanyahu. Nelle prime consultazioni informali si notano ancora rigidezze di posizioni. L’ultima risposta iraniana alle richieste occidentali sembra soddisfare le delegazioni europee. Pubblicamente i portavoce di Teheran rivendicano il ritorno di Washington all’accordo del 2015, garanzie di non abbandono in futuro e la cancellazione di tutte le sanzioni. In cambio offrono il rispetto delle percentuali di arricchimento dell’uranio previste dall’accordo e lo stoccaggio sotto controllo dell’AIEA di quello arricchito fino al 60%.

Iraq

La Corte suprema irachena ha approvato i risultati delle elezioni, dopo aver studiato e respinto tutti i ricorsi dei partiti sconfitti. Nella piazza adiacente ad uno degli ingressi della zona verde si è formata una grande folla che chiedeva la riconta manuale dei voti o addirittura l’annullamento delle elezioni. Le forze di sicurezza hanno chiuso tutti gli ingressi, per impedire ai manifestanti di invadere la piazza del tribunale e le sedi del governo. Dopo questo pronunciamento, il Parlamento potrà essere convocato e si avviano le consultazioni per la formazione delle presidenze e del nuovo governo.

Iran 2

Il rapporto dell’organizzazione iraniana “Attivisti per i Diritti Umani”, citato da The Times sostiene che molti minori sono stati condannati alla pena capitale segretamente. Nel 2021, fino al 9 ottobre, in Iran sono state eseguite 299 condanne a morte, 83 delle quali contro giovani che al momento dei reati erano minorenni. L’organizzazione accusa le autorità giudiziarie di Teheran di non pubblicare le notizie di condanne riguardanti minorenni per non cadere nelle critiche degli organismi dell’ONU. La maggior parte delle condanne sono state comminate per le confessioni estorte con le torture e l’isolamento totale degli accusati. L’ultimo assassinio di Stato a Teheran è stato compiuto il 24 novembre scorso nei confronti di Arman Abdelali, che aveva 17 anni al momento del reato.

Somalia

È di nuovo crisi istituzionale in Somalia tra il presidente, Mohammed Abdallah Farmajo e il primo ministro, Mohammed Hossein Roble. Questi ha rifiutato il decreto presidenziale che lo esautorava dall’incarico e dall’organizzazione delle elezioni. Farmajo accusa Roble di aver preso possesso di terreni di proprietà dell’esercito e lo ha dimissionato in via precauzionale fino alla fine delle indagini. Il vero motivo del contendere è la questione elettorale che si trascina da un anno e che ha rischiato di portare il paese ad una nuova guerra civile.  L’ufficio del premier ha diffuso un comunicato video nel quale appare Roble mentre arriva al suo ufficio scortato da ufficiali dell’esercito. Nel breve discorso, Roble ha detto che continuerà a svolgere il suo lavoro per la tenuta delle elezioni e che le azioni del presidente sono incostituzionali.  

Palestina Occupata

Il detenuto politico palestinese Hisham Abu Hawash ha compiuto 132 giorni di sciopero della fame contro la detenzione amministrativa. Le autorità carcerarie israeliane hanno congelato la detenzione e lo hanno trasferito in ospedale, in gravissime condizioni di salute: debilitato e non riesce più neanche a parlare . Secondo l’associazione “Nadi Asseer”, Abu Hawash non verrà liberato; rimarrà in ospedale dal quale non potrà uscire liberamente, ma potrà essere visitato dalla famiglia regolarmente. La detenzione amministrativa è una norma delle leggi militari degli occupanti israeliani che permette di mandare in cella chiunque sia sospettato dalle forze di occupazione, senza accuse e senza processo, a tempo indeterminato.

Libano

Il Ministero dell’Interno libanese ha deciso la data delle elezioni per il 15 di maggio. I libanesi all’estero voteranno una settimana prima. Lo scorso ottobre il Parlamento aveva approvato una proposta per tenere le elezioni il 27 marzo, ma il presidente Aoun ha respinto la delibera. Sarà una campagna elettorale infuocata a causa della crisi economica devastante, dello scontro confessionale e delle interferenze dei paesi del Golfo e di Israele. Difficoltà che hanno di fatto congelato il governo che non si è più riunito dallo scorso ottobre, a causa del rifiuto dei ministri sciiti di partecipare prima della rimozione del giudice Bitar, incaricato delle indagini sulla strage del porto.

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