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06 febbraio 2022    Buona domenica!

Rassegna anno III/n. 036

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Vi presentiamo oggi il numero 11 della Rubrica “Echi dalla stampa araba”.

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I titoli

Sudan: Manifestazioni pro e contro la giunta militare. Tornano i tamburi di guerra in Darfur.

Tunisia: Manifestazione nel nono anniversario dell’assassinio di Shokri Belied.

Giordania: Permessi di lavoro per i rifugiati siriani.

Palestina Occupata: Sciopero dei detenuti amministrativi palestinesi nelle carceri israeliane.

Francia-Algeria: Vandalismo contro il monumento all’eroi della resistenza algerina, AbdulQader, prima dell’inaugurazione ad Amboise.

Egitto: La caduta di un miliardario amico del potere politico. Arrestato l’imprenditore Mohammed Amin.

Le notizie

Sudan

Centinaia di sostenitori della giunta militare hanno inscenato una manifestazione davanti alla missione ONU a Khartoum. Alcuni di loro sono arrivati a cavallo per incutere timore nei manifestanti avversari. Protetti dalla polizia hanno gridato slogan contro le interferenze straniere negli affari interni sudanesi. Un tentativo disperato dei generali golpisti di allontanare la loro caduta. La stragrande maggioranza della popolazione chiede un governo civile e il ritorno dei militari nelle caserme. Ieri sono scese in piazza di nuovo le donne che hanno chiesto la liberazione delle detenute in stato di sparizione forzata, come Amira Othman. Hanno denunciato che il numero totale delle donne sparite è di 70 e che la giunta militare ha rimesso in piedi la sciagurata “Mukhabarat”, la polizia segreta con poteri di arresti extragiudiziali.

In Darfur, la situazione sta di nuovo precipitando. Scontri sono avvenuti ieri nella città di Al-Fashir tra la forza di protezione della missione ONU e milizie locali. Il comunicato dell’esercito non chiarisce i contorni della vicenda e non fornisce il numero delle vittime, limitandosi a comunicare che ci sono stati morti e feriti. Un deposito degli aiuti internazionali della missione ONU è stato assaltato nei giorni scorsi e sono stati portati via aiuti per milioni di dollari. L’accordo di pace firmato nell’ottobre 2020 tra il governo centrale e una parte dei movimenti armati locali rischia di essere vanificato, per la presenza di due altre milizie (il Movimento Popolare e Movimento di Liberazione Sudan) che non hanno accettato di sedersi al tavolo delle trattative. Nel 2021, mezzo milione di persone sono state sfollate in Darfur a causa degli scontri inter-etnici.

Tunisia

Si svolge oggi a Tunisi la manifestazione della sinistra e delle forze democratiche progressiste, nel nono anniversario dell’assassinio di Shokri Belied, dirigente politico ucciso per mano jihadista nel 2013. Gli organizzatori denunciano le connivenze con gli autori all’interno del potere politico e giudiziario di allora, quando i ministeri dell’Interno e della Giustizia erano guidati da esponenti islamisti di Ennahda.

In uno sviluppo discutibile, il presidente Saied ha sciolto il Consiglio Superiore della Magistratura, “per inefficienza e ritardi nell’azione contro la corruzione”, come viene espresso nel decreto. Nelle scorse settimane, Saied aveva cancellato i privilegi economici di cui godono i magistrati, ricevendo la protesta vibrata dei giudici che si appellavano grottescamente all’autonomia della categoria. Il timore maggiore è la perpetrazione dell’uso politico dell’azione giudiziaria in direzione contraria. Il paese, infatti, è in bilico tra la rettifica del processo riformatore e il ritorno al potere nelle mani di un solo uomo.

Giordania

La Giordania ha emesso nel 2021, 62 mila permessi di lavoro per i rifugiati siriani. È stato un numero doppio rispetto all’anno precedente. Il totale dei permessi di lavoro concessi ai rifugiati siriani è di 283 mila. Nel paese vivono 1,3 milioni di siriani fuggiti dalla guerra civile a partire dal 2011 e non si intravvede la possibilità di un loro ritorno imminente. Di questi, soltanto 670 mila sono registrati nelle liste dell’ACNUR. La metà praticamente è senza documenti di soggiorno e di conseguenza non riceve aiuti dagli organismi internazionali. L’apertura del mercato del lavoro ai rifugiati siriani è limitata ad alcuni tipi di mansioni, per garantire l’occupazione alla manodopera locale, che vede una disoccupazione non indifferente, soprattutto a causa della diffusione del virus Covid-19.

Palestina Occupata

I 500 detenuti amministrativi (senza accusa e senza processo) palestinesi nelle carceri israeliane sono entrati nel 34esimo giorno di sciopero: si rifiutano di assistere alle sedute in tribunale per il rinnovo della detenzione, non firmano i decreti di arresti e non riconoscono la giurisdizione dei tribunali israeliani che ogni sei mesi provvedono al rinnovo dell’arresto. Una forma di lotta nonviolenta che ha l’obiettivo di rendere palese agli occhi del mondo le ingiustizie subite. Sono sostenuti in questa azione da molte associazioni nei territori palestinesi occupati, nella stessa Israele e nella diaspora. “Vogliamo creare una protesta mondiale contro questo regime dell’Apartheid, fino alla liberazione della nostra terra”, ha detto Sanaa moglie di Hossam Raza, 63 anni, 20 dei quali li ha spesi in detenzione amministrativa. Hossam è al sesto giorno di sciopero della fame contro il suo arresto.

Francia-Algeria

Un monumento in memoria dell’eroe nazionale algerino emiro AbdelQader è stato danneggiato da ignoti, prima dell’inaugurazione avvenuta ieri sabato. L’azione vandalica non ha compromesso l’opera artistica installata nella città di Amboise, dove AbdelQader era stato arrestato, insieme ai membri della sua famiglia, dal 1848 al 1852. Condanna del gesto razzista è stata espressa dal sindaco della città. L’artista Michel Ordiard, autore dell’opera, ha espresso il suo sgomento per l’azione di chi tenta di seminare odio in un momento di riconciliazione e perdono. Il 2022 è il 60esimo anniversario dell’indipendenza dell’Algeria, dal colonialismo francese durato 132 anni, e non sono mancati i momenti di tensione diplomatica tra Parigi e Algeri, proprio sulla questione della Memoria dei nefasti atti del colonialismo, per i quali la Francia non ha mai chiesto scusa.  

Egitto

L’imprenditore vicino al potere politico egiziano, Mohammed Amin, è stato citato in giudizio per violenza carnale contro le ragazze minorenni ospiti della sua “Casa delle orfane”. È accusato di stupro e di traffico di esseri umani e contro di lui ci sono le testimonianze di 13 persone, tra le quali le 7 ragazze che hanno subito le sue violenze, seguite dalle minacce di essere mandate ad elemosinare sui marciapiedi in caso lo avessero denunciato. Aveva costruito un impero nell’edilizia e nelle comunicazioni, con una rete televisiva di trattenimento, CBC.  Malgrado che abbia finanziato l’ascesa di Al-Sissi, questa sua vicinanza al potere, dai tempi di Sadat, non gli ha risparmiato il carcere e la possibile condanna fino a 25 anni di reclusione.

Echi della stampa araba n. 11

In questa rubrica riprendiamo in sintesi, ma fedelmente, opinioni, commenti ed editoriali apparsi sulla stampa araba, che valutiamo siano di un certo interesse per il lettore italiano.

La pubblicazione non significa affatto la condivisione delle idee espresse.

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