Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

12 marzo 2022.  

Rassegna anno III/n. 070

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17 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. È ufficiale. Mosca ha ingaggiato mercenari siriani e iracheni per combattere in Ucraina. Bombardata Kiev.

I profughi sono 2,5 milioni.

Domenica 27 marzo 2022 ore 18:00 si terrà, in modalità online, l’Assemblea dell’Associazione “Anbamed, aps per la Multiculturalità”. Tutti gli abbonati ed i collaboratori, anche non iscritti, possono chiedere il link per parteciparvi: anbamedaps@gmail.com

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I titoli

Siria: Putin conferma il reclutamento di 16 mila mercenari siriani e iracheni da spedire in Ucraina.

Palestina Occupata: Approvata una nuova legge discriminatoria contro i cittadini palestinesi con passaporto israeliano.

Iran: Sospesi i negoziati di Vienna sul nucleare.

Arabia Saudita: Rilasciato Raif Badawi dopo una campagna internazionale a suo favore.

Libia: Alta tensione a Tripoli tra le milizie dei due governi rivali.

Egitto: USA vendono al Cairo armamenti per oltre due miliardi di dollari.

Le notizie

Siria

Il presidente russo Putin e il suo ministro della difesa hanno confermato l’arruolamento di migliaia di mercenari siriani e iracheni nella guerra in Ucraina. Hanno parlato di volontari che combatteranno a fianco delle formazioni militari nelle province autonome del Donetsk e Lugansk. Le notizie sulla campagna di reclutamento di combattenti, da spedire in Ucraina, sono trapelate nei giorni scorsi sia a Damasco che a Baghdad ed avevano interessato i due fronti di battaglia, sia a fianco dei russi, che a fianco degli ucraini. Gli intermediari promettevano 1000 dollari al mese per sette mesi, rinnovabili. Da Mosca arriva la conferma del reclutamento di 16 mila mercenari.

Palestina Occupata

Ad Al-Khaleel (Hebron) e Yatta, nel sud della Cisgiordania, sono avvenute ieri manifestazioni contro i coloni, che da 17 anni bloccano una strada principale di collegamento tra le due città. L’esercito di occupazione è intervenuto, causando una decina di feriti con pallottole di guerra. A Yatta in serata i soldati sono entrati in città sparando candelotti stordenti ed hanno arrestato tre attivisti.

Il parlamento israeliano ha approvato la legge che vieta, per i cittadini palestinesi con passaporto israeliano, il ricongiungimento con coniugi della Cisgiordania o Gaza. Una legge discriminatoria che palesa l’Apartheid in atto in Israele.

Iran

Il negoziato per il nucleare iraniano è stato bloccato, per decisione dei 3 paesi occidentali (GB, Francia e Germania), a due passi dal raggiungimento di una bozza di accordo che prevede la fine delle sanzioni e il ritorno di Teheran a limitare l’arricchimento di uranio. È l’effetto della guerra in ucraina e le tensioni tra Mosca e i paesi occidentali sulle sanzioni. Il pretesto per la sospensione è la richiesta di Mosca di garanzie scritte, da parte di Washington, sulla non uscita in futuro dall’accordo. Una mossa che non è piaciuta a Teheran e i governi occidentali hanno sfruttato il momento, per accrescere le contraddizioni tra i due alleati.

Arabia Saudita

Il blogger saudita Raif Badawi è libero. Sua moglie, dal Canada, ha annunciato di averlo sentito al telefono ed è stato rilasciato dal carcere, dopo aver scontato 10 anni di reclusione. Una buona notizia che è arrivata dopo una campagna di mobilitazione mondiale a suo favore, in seguito al mancato rilascio, malgrado la conclusione del periodo di condanna. Ringraziamo tutti i nostri lettori che hanno partecipato a quella campagna, scrivendo all’ambasciata saudita di Roma. Badawi era stato sottoposto nel 2015 alla pena di 50 frustate nella piazza pubblica a Gedda. Una campagna di protesta, organizzata da Amnesty International, ha indotto il governo di Riad a rinunciare alle restanti 950 frustate previste dalla condanna pronunciata dai giudici asserviti alla corrente salafita, che interpreta le leggi islamiche in senso fondamentalista.

Libia

Un convoglio di auto con circa 400 miliziani armati è partito ieri da Misurata, ma si è fermato alle porte di Tripoli. Erano sostenitori del premier incaricato Basha-Agha. Hanno trovato la strada bloccata dalle milizie al servizio del premier Dbeiba. Contatti urgenti da parte della missione ONU hanno convinto i misuratini a far marcia indietro, per evitare lo scontro. L’ambasciatore USA, ha tentato una mediazione, per trovare un compromesso che metta fine al dualismo di potere, ma il premier in carica ha respinto qualsiasi cedimento ed ha annunciato che “rassegnerà le dimissioni soltanto dopo nuove elezioni”. Visto che il fallimento delle elezioni dello scorso 24 dicembre è imputabile prevalentemente all’incapacità del suo governo ad organizzarle, si annuncia un altro lungo periodo di tensione.

Egitto

Il Congresso di Washington ha approvato l’esportazione in Egitto di armamenti per un valore di oltre due miliardi di dollari. La commessa prevede la consegna di aerei Hercules – 130. Un gruppo di senatori democratici avevano chiesto di condizionare le esportazioni di armi al rispetto dei diritti umani al Cairo. La vendita è stata autorizzata con i voti di 81 senatori a favore e 18 contro. Nello stesso giorno, le autorità carcerarie egiziane hanno eseguito 7 condanne a morte. Nessuna notizia ufficiale è stata pubblicata o comunicata agli avvocati. I fatti sono trapelati per la conferma dei familiari dell’avvenuta consegna dei corpi.

L’Egitto è tra i primi 5 paesi al mondo per esecuzioni capitali.

Approfondimenti

Le quattro lezioni dell’Ucraina: i doppi standard occidentali

Echi dalla stampa araba n. 13

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2 commenti

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