Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

13 marzo 2022.  

Rassegna anno III/n. 071

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18 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Bombardamenti nella notte su Kiev. Francia e Germania non convincono Putin a fermare la guerra. Mosca annuncia che colpirà i rifornimenti di armi appena i convogli entreranno in Ucraina e mette in guardia dall’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia. Fonti ucraine sostengono che il premier israeliano Bennett ha consigliato di accettare le condizioni di Mosca. La BBC ha intervistato mercenari britannici sulla linea del fronte.

Domenica 27 marzo 2022 ore 18:00 si terrà, in modalità online, l’Assemblea dell’Associazione “Anbamed, aps per la Multiculturalità”. Tutti gli abbonati ed i collaboratori, anche non iscritti, possono chiedere il link per parteciparvi: anbamedaps@gmail.com

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I titoli

Iraq: All’alba 12 razzi contro una base militare Usa ad Erbil.

Sudan: Violenze in Darfur. 35 morti in una settimana.

Arabia Saudita: 81 esecuzioni capitali in un solo giorno a Riad.

Marocco: Un’altra strage del mare. 50 morti nell’Atlantico.

Etiopia: In un atroce video bruciate vivi 4 persone in mezzo alla folla.

Tunisia: Processo ai capi del partito Ennahda di finanziamenti esteri per la campagna elettorale del 2019.

Le notizie

Iraq

All’alba di oggi, domenica, sono stati lanciati 12 missili balistici Fatih – 110, di fabbricazione iraniana, contro la base USA presso l’aeroporto di Erbil, nel Kurdistan iracheno. Nelle vicinanze si trova anche il consolato. Secondo i primi rapporti non ci sono state né morti né feriti, ma soltanto danni materiali. La sede della TV Kurdistan24 è stata danneggiata. Secondo una fonte della scurezza i missili sono stati lanciati dal territorio iraniano.

Sudan

Si sono svolte ieri a Khartoum manifestazioni contro la repressione della polizia e in solidarietà con le vittime in Darfur. Le forze di sicurezza hanno chiuso i ponti sul Nilo per impedire il raggiungimento di una parte dei manifestanti al palazzo presidenziale. Le notizie dalla provincia occidentale al confine del Chad sono allarmanti: lo scontro interetnico si sta riprendendo con la partecipazione delle famigerate milizie Janjaweed, guidate da Hamidati, vicecapo della giunta golpista. I rapporti dell’ONU parlano di decine di morti. Il Comitato dei medici, che fa parte della rivolta contro il golpe, ha informato che in una settimana sono stati uccisi in Darfur 35 civili e feriti altri 21.

Arabia Saudita

L’agenzia stampa WAS ha riferito che il ministero dell’Interno ha proceduto all’esecuzione di 81 condannati a morte per “crimini di devianza dalla retta via”, accusa che indica il jihadismo terrorista. I nomi dei condannati pubblicati dalla stampa risultano accusati di appartenenza ad Al-Qaeda, all’Isis, ma anche sciiti incriminati per collaborazione con gli Houthi yemeniti. La maggior parte sono sauditi, 7 yemeniti e un siriano.

Marocco

Un gommone partito da un porto sull’atlantico si è capovolto causando la morte di 50 migranti. Si sono salvati soltanto in 4. I corpi di 5 persone sono spiaggiati sulla costa. Un’ennesima tragedia dell’emigrazione che dal sud del mondo non trova la sensibilità dimostrata verso i rifugiati europei bianchi della guerra in Ucraina. Contro queste stragi del mare l’unica salvezza è nella creazione di corridoi umanitari.

Etiopia

Immagini e video di soldati che bruciavano vivi 4 civili stanno sconvolgendo l’Etiopia. Un crimine di guerra che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, la disumanizzazione che uno scontro armato induce nell’animo dei protagonisti. Gli autori del video sono gli stessi carnefici che se ne sono vantati sui social. Non è chiara la località dove sono stati riprese le immagini, ma l’uniforme e la lingua parlata accusano l’esercito di Addis Abeba. Il governo ha promesso di svolgere indagini e le persone apparse nei video saranno punite. Secondo il Fronte popolare le vittime sono prigionieri tigrini e i fatti si sono svolti nella provincia di Benishangul Gumuz, per mano di miliziani amhara e soldati dell’esercito etiopico.

Il sito della diaspora tigrina Tghat ha pubblicato l’atroce video, sostenendo che i fatti sono avvenuti all’inizio di marzo.

Tunisia

Il tribunale di Tunisi ha comunicato che il rappresentante legale del partito Ennahda è stato citato in giudizio per “finanziamenti esteri illeciti durante la campagna elettorale del 2019”. Non viene citata l’identità del personaggio, ma è chiaro che si tratti del leader Ghannouchi. Agli atti del tribunale ci sono due contratti con la società di lobbing statunitense, BCW, uno del 2014 del valore di 285 mila dollari e l’altro del 2019 di 187 mila dollari pagati estero su estero, cioè – secondo indiscrezioni – da finanziamenti occulti del Qatar. Il controllo sulla magistratura da parte del partito Ennahda nella fase passata ha impedito che si proceda, ma da quando il presidente Saied ha sciolto il CSM e ne ha nominato uno nuovo provvisorio, le cose per il partito islamista sono cambiate e si teme che si vada politicamente in fondo con lo scioglimento del partito. Il partito islamista è anche accusato in altre vicende legate al servizio clandestino parallelo, implicato nell’assassinio dei dirigenti di sinistra e in attiguità con i terroristi tunisini spediti in Siria.

Approfondimenti

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