Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

14 maggio 2022.

Rassegna anno III/n. 133

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79 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Controffensiva ucraina a Kharkiv. Silurata un’altra nave russa nel mar Nero. Prima telefonata del ministro della difesa USA, Austin a quello russo, Shoigu. Erdogan gela la Nato: “no all’adesione della Finlandia e Svezia”. Oggi vertice dell’Alleanza atlantica in Germania. Mosca taglia elettricità a Helsinky.

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I titoli

Palestina Occupata: Aggressione delle forze di occupazione israeliane al corteo funebre. Lacrimogeni in ospedale e contro la chiesa.

Siria: Un razzo anticarro di Ahrar Sham contro un pullman di soldati provoca 10 morti. Un missile israeliano uccide 5 persone.

Emirati: Morto il presidente Khalife Bin Zayed, capo di Stato dal 2004.

Libano: Domani le elezioni legislative.

Iran: Manifestazioni contro il carovita.

Turchia: Erdogan dice no all’adesione della Finlandia alla Nato.

Le notizie

Palestina Occupata

Non c’è fondo al peggio. Le forze di occupazione israeliane hanno dato una dimostrazione del vero volto dell’Apartheid durante i funerali dela giornalista Shireen Abu Aqile. Hanno attaccato la processione funebre, pestando i portatori della bara, manganellando i partecipanti, lanciando lacrimogeni nell’ospedale da dove stava uscendo il corteo funebre e strappando le bandiere dal recinto della chiesa dove si stava svolgendo la messa per i morti. È l’odio degli occupanti per la verità. La repressione brutale e criminale del funerale non ha impedito la partecipazione di massa del popolo palestinese all’ultimo saluto per colei che è stata una giornalista amante della verità, diventata un’icona della resistenza contro l’occupazione. Non si ricordava in Palestina un funerale simile, con la partecipazione di decine di migliaia di persone, dalla scomparsa del presidente Arafat. Molti media italiani hanno dato il peggio di sé, in materia di sudditanza alla propaganda di Tel Aviv, parlando di scontri. Mentono sapendo di mentire, per sminuire le colpe dell’alleato della Nato, Israele. Quello che è avvenuto ieri a Gerusalemme occupata è stato un’aggressione contro gente inerme:

Il video dell’aggressione alla processione funebre di Shireen

La situazione a Jenin è scomparsa dall’orizzonte dell’informazione. Anche lì continua la mattanza dell’esercito israeliano. I rastrellamenti hanno trovato una forte resistenza armata. Un giovane palestinese e un soldato israeliano sono rimasti uccisi, durante le operazioni militari all’interno del campo profughi.  

Siria

In un attacco con un razzo anticarro sono rimasti uccisi 10 soldati governativi e feriti altri 9. Il razzo ha colpito un pullman che stava trasportando i militi in congedo. È avvenuto nella zona rurale della provincia di Aleppo. L’attacco è stato rivendicato sui social dalla qaedista Ahrar Sham. Per rendere la rivendicazione credibile è stata postata una foto del pullman colpito. Un attacco missilistico israeliano ha ucciso 5 persone nella provincia di Hama. Il missile – secondo l’agenzia stampa Sana – è stato lanciato da un aereo che volava sul Mediterraneo. L’attacco ha causato incendi nei boschi e molti danni materiali al bestiame.

Emirati

È morto dopo una lunga malattia il presidente degli Emirati, Khalife Bin Zayed Al-Nahyian. Era al trono dal 2004, dopo la morte del padre e sarà succeduto dal figlio, principe Mohammed. Il capo di Stato scomparso era considerato tra gli uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio stimato in più di 20 miliardi di dollari USA. Il sistema monarchico dei sette emirati uniti prevede che il presidente sia di Abu Dhabi, il più grande territorialmente, e il primo ministro di Dubai. Durante il regno di Khalife, gli Emirati hanno assunto un ruolo attivo nelle politiche mediorientali, in contrapposizione ai cugini del Qatar ed ai regnanti sauditi. Le nefandezze più gravi sono state gli interventi militari in Yemen, in Libia e recentemente in Etiopia.

Libano

Domani, 15 maggio, si svolgeranno le elezioni legislative libanesi. Si contendono i 218 seggi 103 liste con un totale di 718 candidati. Le elezioni avvengono in una fase di crisi economico finanziaria che ha ridotto in povertà metà della popolazione. La strage del porto e l’emergenza sanitaria hanno aggravato le sofferenze della popolazione. I movimenti di piazza del 17 ottobre 2019 hanno rivendicato un cambio della legge elettorale di stampo confessionale, ma l’élite al potere da generazioni, accusata a ragione di corruzione, ha preferito riciclarsi e non mollare l’osso. L’unico caso riguarda la rappresentanza sunnita, dopo il ritiro di Saad Hariri, leader del partito Al-Mustaqbal. La frantumazione di partiti nati dal movimento di protesta non promette di eleggere una rappresentanza parlamentare del dissenso.

Iran

Migliaia di manifestanti contro il carovita sono scesi nelle piazze di molte città iraniane, compresa la capitale Teheran. La scintilla che ha provocato la rabbia dei cittadini è la decisione del governo di aumentare i prezzi di alcuni prodotti alimentari essenziali del 300%. A causa delle sanzioni e della guerra in Ucraina, già il prezzo della farina è balzato a valori proibitivi con crescita fino al 1000%. Il governo Raissi spera nel superamento delle sanzioni con il raggiungimento di un accordo con le potenze occidentali. Uno spiraglio di speranza è arrivato dalla decisione dell’UE di riaprire il dialogo con Teheran, per una mediazione con Washington, in un percorso parallelo ai negoziati di Vienna, che ha visto la partecipazione anche del Qatar. Il petrolio e il gas iraniani rappresentano un’alternativa a quelli russi.

Turchia

Erdogan mette i bastoni fra le ruote della Nato. Ha detto senza mezzi termini che non è d’accordo con l’adesione della Finlandia e della Svezia al patto militare occidentale. Non c’è nulla di pacifismo o di strategia di equilibrio tra russi e alleanza atlantica, ma semplicemente un puro ricatto, per ottenere favori nella repressione degli esuli curdi. Le intenzioni del neo sultano non sono nascoste ma espresse chiaramente nella stessa sua dichiarazione. La colpa della Finlandia è quella di ospita militanti perseguitati in Turchia.

Approfondimento

Masafer Yatta:la storia degli 8 villaggi palestinesi da demolire

e degli oltre mille abitanti da cacciare dalle loro terre

Echi dalla stampa araba n. 15

a cura di Francesca Martino

In questa rubrica riprendiamo in sintesi, ma fedelmente, opinioni, commenti ed editoriali apparsi sulla stampa araba, che valutiamo siano di un certo interesse per il lettore italiano.

La pubblicazione non significa affatto la condivisione delle idee espresse.

Il Sudan sull’orlo del collasso

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2 commenti

  1. […] [Anbamed] N° 678 – 14 marzo 2022 […]

  2. […] Per ascoltare l’audio: CLICCA QUI […]

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