Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

18 settembre 2022.

Rassegna anno III/n. 256

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Per ascoltare l’audio:                                                         

Le vignette sono QUI

Sono passati 206 giorni di guerra russa in Ucraina.

Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Oggi domenica 18 settembre digiuna Filippo Landi – giornalista, inviato speciale, corrispondente, per 30 anni in RAI. È stato corrispondente dal Cairo e successivamente da Gerusalemme.

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

Lo scorso 30 giugno, Anbamed ha spento la seconda candelina. Due anni fa è iniziata questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente. Puntuale, completa e senza interruzioni. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.

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I titoli

Iran: Manifestazioni di protesta dopo i funerali di Masha Amini, la 22enne curda assassinata in commissariato a Teheran.

Somalia: Trenta jihadisti uccisi in uno sconto con l’esercito.

Libano: caccia israeliani sorvolano il nord del paese, dopo un discorso del capo di Hezbollah.

Tunisia: Un decreto legge presidenziale prevede dure pene detentive per il reato di false notizi.

Libia: Chiuso l’aeroporto di Tobruk, occupato dai cittadini arrabbiati per i privilegi della casta.

Siria: Bombardamenti dell’artiglieria turca sulla regione autonoma del Rojava.

Iraq: 21 milioni di pellegrini sciiti a Kerbelaa, per commemorare l’assassinio dell’imam Hussein.

Le notizie

Iran

A Sanandaj si sono svolte manifestazioni notturne di protesta per la morte della giovane curda, Mahsa Amini, in seguito alle torture subite in carcere. Era stata arrestata a Teheran dalla polizia della moralità, perché il velo non era corretto. È entrata viva martedì in commissariato ed è stata trasportata il giorno dopo in ospedale in coma, dove dopo due giorni è spirata. La polizia sostiene che ha avuto un collasso cardiaco, mentre i medici dicono che la ragazza è arrivata in coma profondo, con segni di colpi sulla testa. I familiari hanno chiesto un’autopsia indipendente, prima di svolgere i funerali. Le manifestazioni nella regione curda dell’Iran sono state fortemente partecipate e la polizia è intervenuta duramente con lacrimogeni e idranti per disperdere i manifestanti.

Somalia

Il governo somalo ha informato che in scontri con il movimento Shabab, nella provincia di Hiran, sono stati uccisi 30 miliziani. L’operazione sarebbe stata un’azione preventiva contro i piani del movimento jihadista di conquistare la città di Abouri. Nella battaglia – secondo il comunicato governativo – sarebbero rimasti feriti 5 soldati. La città di Abouri è stata liberata due settimane fa dall’esercito, in seguito all’assassinio di 17 civili per mano dei jihadisti. Lo scorso mese di agosto, Shabab ha attaccato con autobomba e un assalto di miliziani armati un albergo a Mogadiscio, occupandolo per diverse ore. In quell’assalto sono stati uccisi 21 persone e feriti altre 117.

Libano

Caccia israeliani hanno sorvolato il cielo libanese al confine con la Siria, nella zona del valico di Harmal, nel nord del paese ad est di Tripoli. La notizia è stata pubblicata dall’agenzia stampa nazionale ed è stata confermata di testimoni oculari residenti nella località. La violazione israeliana viene collegata alle dichiarazioni del leader di Hezbollah in merito alle ricerche israeliane di gas nella zona di confine marittimo tra i due paesi. Nasrullah ha affermato che non sarà permesso lo sfruttamento del gas nella zona prima della designazione dei confini, assegnando a ciascuna parte i suoi diritti. “Se il nostro paese non potrà sfruttare le sue risorse, nessun altro lo potrà fare”, ha affermato il leader libanese. È in corso dal 2020, con la mediazione di Washington, una trattativa indiretta tra militari libanesi e israeliani, per raggiungere un accordo sui confini marittimi nell’est del Mediterraneo. Il governo israeliano ha iniziato le ricerche nel campo Karish, ancora prima di concludere gli accordi.  

Tunisia

La libertà di stampa e di espressione è in pericolo. Il presidente Saied ha emesso un decreto che introduce la pena del carcere fino a 5 anni di reclusione, per la diffusione di notizie false. L’articolo è formulato in modo generico e capovolge l’onere della prova. Sotto questo articolo ricadono anche i giornalisti che in questo modo non potranno più proteggersi con il segreto professionale e per evitare il carcere dovranno rivelare le proprie fonti. Secondo la nuova definizione, sono notizie false tutte quelle non sono supportate da atti ufficiali. La pena è raddoppiata se la notizia riguarda un pubblico ufficiale. Forti reazioni contrarie tra i giornalisti e nei social. Il presidente del sindacato dei giornalisti, Jalabsi, ha definito il decreto come “una minaccia alla libertà, che i tunisini hanno conquistando con le lotte del 2011”.

Libia

A Tobruk, nell’est della Libia, è stato chiuso l’aeroporto dopo una manifestazione di protesta popolare pacifica. Al grido “Anche noi siamo libici!”, la folla ha invaso la struttura e la pista di atterraggio. Lo scalo aereo è stato chiuso al traffico. La motivazione della protesta è semplice: lo scalo era riservato ai viaggi speciali di parlamentari, delegazioni straniere e personale dell’ONU. Non sono stati mai programmati e autorizzati voli per i cittadini. Nella città di Tobruk è stato spostato, nel 2014, il Parlamento dopo l’occupazione della capitale Tripoli da parte delle milizie islamiste.   

Siria

Bombardamento turco con l’artiglieria nella provincia di Hasaka. È stata colpita la zona rurale di Tell Tamer, causando danni ingenti alle case e incendi nei campi agricoli. Non ci sono state vittime, secondo testimoni locali. La zona è martellata quotidianamente dalle truppe di occupazione e dalle milizie islamiste affilate. Nei giorni scorsi droni di Ankara hanno causato la morte di 5 persone. La zona fa parte del Rojava, la regione a maggioranza curda amministrata autonomamente.

Iraq

21 milioni di pellegrini sciiti provenienti da tutto il mondo hanno celebrato ieri a Kerbelaa, città irachena a sud di Baghdad, l’Arba’enia. È la cerimonia di conclusione dei quaranta giorni di lutto per l’anniversario dell’assassinio dell’imam Hussein, nipote del profeta Mohammed. L’evento ricordato risale all’anno 689, quando il califfo Yazeed ha assassinato Hossein, pretendente al trono e figlio del capostipite degli imam sciiti, il quarto califfo Alì. Alla cerimonia di ieri hanno partecipato 3 milioni di iraniani. Kebelaa è la seconda città santa per gli sciiti, dopo Qom in Iran. La manifestazione si è svolta con un’eccezionale mobilitazione delle forze dell’ordine irachene nel timore di scontri tra fazioni politiche, in una fase delicata della crisi irachena. Negli anni passati ci sono stati anche attentati jihadisti da parte dei terroristi di Daiesh (Isis). Come misura di sicurezza è stato chiuso il traffico alle auto. I pellegrini hanno dovuto fare 80 km a piedi per raggiungere il mausoleo con la tomba dell’imam Hussein. Sono autorizzati all’ingresso in città soltanto i pullman. Durante la dittatura di Saddam Hossein, agli sciiti era vietato celebrare pubblicamente l’Arba’enia e previsto il carcere per chi lo fa clandestinamente. Da una festa religiosa è diventata un affare turistico e un momento di svago per le masse povere.   

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