Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

28 ottobre 2022.

Rassegna anno III/n. 296

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A Roma, il 5 novembre, la manifestazione del movimento pacifista e nonviolento per il disarmo e il rifiuto di ogni guerra.

Anbamed ha aderito.

I titoli

Palestina Occupata: Licenza di uccidere. Altri due lavoratori palestinesi uccisi dai soldati Israeliani.

Iran: La polizia spara a Mahaband. “Uccisi tre manifestanti”.

Siria-Turchia: Guerra di logoramento turca contro la regione autonoma siriana del Rojava.

Turchia-Kurdistan: Rilasciata la deputata Tugluk per motivi di salute.

Libano-Israele: Accordo per la demarcazione dei confini marittimi.

Iraq: Votata la fiducia al governo Al-Soudany.

Sahara Occidentale: Il Consiglio di Sicurezza ONU vota a maggioranza una risoluzione per la ripresa delle trattative.

Le notizie

Palestina Occupata

Due palestinesi uccisi, di 45 e 34 anni, ed un terzo ferito. Erano in un’auto che passava vicino ad un posto di blocco dell’esercito israeliano nei pressi dii Nablus. La versione delle forze di occupazione parla di colpi di arma da fuoco partiti dall’auto, ai quali i soldati hanno risposto. La versione del ministero della sanità palestinese smentisce le dichiarazioni del portavoce di Tel Aviv, asserendo che il personale sanitario della Mezzaluna rossa che ha soccorso le vittime non ha trovato né mitra, né pistole. I familiari delle vittime hanno dichiarato che i tre erano degli operai che si stavano recando al lavoro.

Iran

Dura repressione della polizia iraniana contro le manifestazioni di protesta a Mahaband, nel centro del Paese a sud della capitale. Le forze di sicurezza hanno sparato ed ucciso – secondo fonti dell’opposizione all’estero – tre persone. Le immagini diffuse mostrano migliaia di persone per strada con cartelli che inneggiano alla morte della dittatura. In alcune immagini si vedono gli agenti con mitra che prendono posizione e mirano alla folla.

Le manifestazioni per la morte di Mahsa sono riprese con vigore in tutte le principali città, dopo la commemorazione del quarantesimo della morte della studentessa curda uccisa in commissariato il 13 settembre. Nelle piazze di Teheran, gruppi di manifestazioni hanno inscenato proteste notturne, intonando il mantra “Donna, vita, libertà”.

Secondo fonti vicine alla famiglia Amini, la polizia ha messo agli arresti domiciliari i genitori ed il fratello, malgrado che abbiano pubblicato un appello che invitava a non commemorare la morte di Mahsa (comunicato imposto coercitivamente dalle autorità di sicurezza).

A Teheran, 15 medici che hanno partecipato ad un sit-in di protesta sono stati arrestati. Nelle università continuano i presidi quotidiani per chiedere la liberazione degli studenti arrestati. Il maglio della repressione che ha ridotto in una prima fase le contestazioni, si sta ribaltando contro il regime degli ayatollah. Le manifestazioni di questi giorni sono quelle più partecipate rispetto a tutte le precedenti rivolte.

Siria-Turchia

Continua la guerra quotidiana di logoramento condotta dalle truppe turche, e dalle milizie siriane islamiste affiliatead Ankara,  contro le zone siriane sotto l’amministrazione autonoma curda. L’artiglieria di Ankara ha colpito duramente ieri in due zone rurali: a nord di Raqqa e nella provincia di Hasaka. Gli attacchi non hanno l’obiettivo di occupare i territori, per la presenza di governativi e osservatori russi, ma quello di distruggere l’economia agricola dell’autonomia. La vita dei contadini nella zona è resa difficile da questi bombardamenti, dalle interruzioni dell’elettricità a causa delle bombe che hanno messo fuori uso per lungo tempo le centrali elettriche e soprattutto con la sottrazione dell’acqua dell’Eufrate, con la chiusura delle paratie delle dighe in territorio turco.

Turchia-Kurdistan

L’ex deputata curda, Aysel Tugluk è stata rilasciata dal carcere di Kandara dopo 6 anni di reclusione criminale. La donna politica del partito HDP ha subito, come molti politici curdi della Turchia, un processo farsa con le accuse di appartenere ad un partito separatista. Le autorità giudiziarie hanno deciso il rilascio dopo la presentazione da parte del collegio di difesa di un rapporto medico che attesta la sua non idoneità alla detenzione in carcere per motivi di salute.  Tuğluk è stata rilasciata subito dopo che Sebnem Korur Fincincı, presidente dell’associazione medica turca, è stato arrestato. Ci sono ancora nelle carceri turche molti prigionieri malati. A meno che la comunità internazionale per i diritti umani non intraprenda azioni concrete contro le terribili ingiustizie della Turchia, questa brutalità continuerà. La solidarietà internazionale è importante, perché il rilascio di Tugluk è anche il risultato della mobilitazione internazionale dei sostenitori della causa curda e delle organizzazioni in difesa dei diritti umani, per la sua liberazione (vedi).

Libano-Israele

È stato firmato ieri il comunicato per la designazione dei confini marittimi tra Israele e Libano, senza nessuna cerimonia congiunta. Le due lettere firmate separatamente dal presidente libanese Aoun e dal premier israeliano Lapid sono state consegnate, presso la sede dell’Unifil a Naqoura, al mediatore statunitense, Amos Hochestein. Si conclude così una controversia durata da troppi anni e che aveva rischiato di rinnovare lo scontro armato. L’accordo permetterà ai due paesi di sfruttare le enormi ricchezze petrolifere e di gas. Israele da subito, nel campo di Karish, e il Libano dopo le esplorazioni del campo Qana, con un contratto già assegnato alla società francese Total. Le trattative indirette che durano da due anni, hanno visto un’accelerazione sulla base della crisi energetica seguita alla guerra in Ucraina.

Iraq

Il Parlamento di Baghdad ha votato la fiducia al governo di Al-Soudany, espressione del “Coordinamento” dei partiti sciiti, filo iraniani.

La formazione dell’esecutivo è durata per oltre un anno dalle elezioni del 10 ottobre 2021 e la fase di crisi è stata costellata di forti tensioni di piazza che sono culminate in scontri e carneficine. È un governo di maggioranza e non di concordia nazionale, come era avvenuto finora in Iraq. Il gruppo parlamentare dell’imam Mouqtada Sadr (i deputati si sono dimessi in massa) è stato politicamente sconfitto. A favore del nuovo governo hanno votato anche i gruppi sunniti e curdi, che sono rappresentati nell’esecutivo da loro ministri.

La spartizione del potere su base etnico-confessionale ha portato alla guida del governo i partiti che erano usciti sconfitti dalle elezioni.

Di fronte a questo esecutivo ci sono imponenti emergenze dalla corruzione, alla disoccupazione, dalla questione sociale di un paese ricco, ma con il 30% della popolazione sotto la soglia di povertà, della questione ambientale con il prosciugamento dei due fiumi e non ultimo la questione sicurezza con la riorganizzazione dei jihadisti di Daiesh e la ripresa dei loro attacchi ed agguati.

Un dossier intricato sarà quello del rapporto con gli Stati Uniti e la presenza militare di Washington nelle basi irachene. I partiti sciiti filo iraniani non hanno mai nascosto la loro avversione alla presenza militare USA in Iraq. Dopo l’assassinio del generale iraniano Soleimani nell’aeroporto di Baghdad (3 gennaio 2020), per decisione di Trump, obiettivi statunitensi in Iraq sono stati bersagliati da razzi lanciati dalle milizie affiliate ai partiti che adesso siedono al governo.

Sahara Occidentale

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato a maggioranza una risoluzione sulla crisi del Sahara Occidentale, invitando le parti al negoziato “senza precondizioni e in buona fede”, per raggiungere “una soluzione condivisa”. La risoluzione rinnova per un altro anno la missione ONU nel Sahara Occidentale. La risoluzione apparentemente neutrale è in realtà ambigua, perché non riprende il tema centrale del referendum per l’autodeterminazione. Russia e Kenya si sono astenute considerando il testo preparato dalla delegazione statunitense “non in linea con le risoluzioni precedenti”. Washington con la precedente amministrazione Trump ha barattato il riconoscimento marocchino di Israele con l’ammissione dell’occupazione militare marocchina del territorio del Sahara Occidentale dopo il ritiro del colonialismo spagnolo. La tregua dura dal 1991, ma un anno fa il conflitto è ripeso dopo che Rabat ha occupato via militare la strada che collega il territorio saharawi con la Mauritania.

Mondo

Sono passati otto mesi e due giorni di guerra russa in Ucraina.

Sabato 5 novembre si terrà a Roma una manifestazione nazionale contro la guerra, per la Pace e il disarmo.

Appelli:

Appello di Anbamed per salvare la 20enne sudanese, Amal, dalla lapidazione. https://www.anbamed.it/2022/10/25/appellp-salvate-amal-dalla-lapidazione/

Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. Sono passati 210 giorni e il regime di Al-Sissi è sordo agli appelli e nelle cancellerie internazionali prevale l’insensibilità. In Italia, dal 28 maggio, è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Oggi 28 ottobre digiunano Chiara Segrado e il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury.

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno. Urge una vostra adesione.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

Lo scorso 30 giugno, Anbamed ha spento la seconda candelina. Due anni fa è iniziata questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente. Puntuale, completa e senza interruzioni. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.

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