Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

20 dicembre 2022.

Rassegna anno III/n. 349

Per informazioni e contatti, manda un messaggio:

anbamedaps@gmail.com

Le vignette sono QUI

Per ascoltare l’audio:

Avviso ai naviganti:

Il resoconto della banca ci informa che nel mese di novembre le donazioni dei lettori e ascoltatori sono state di 80 € (- 650 € rispetto al mese precedente, ottobre).

La situazione è grave e anche contraddittoria, perché aumentano i lettori del sito e non mancano gli apprezzamenti sui social, mentre il sostegno economico cala.

Sostenete Anbamed. Tutte le indicazioni si trovano in fondo a questa newsletter e nel sito (ecco il link).

Aderite alla campagna per gli abbonamenti 2023.

I titoli:

Giordania: Ucciso in uno scontro armato l’assassino di un alto ufficiale della polizia.

Iran: Scontro armato nel Belucistan tra pasdaran e secessionisti.

Libia 1: 17 condanne a morte nei confronti di jihadisti di Daiesh.

Turchia: La corte suprema svedese respinge la richiesta di estradizione del giornalista Kenes. La procura di Ankara chiede il congelamento dei conti dell’HDP.

Libia 2: Un rapporto di Amnesty documenta i crimini compiuti dalla milizia guidata dal figlio dl generale Haftar.

Yemen: Udienza oggi a Roma per il processo contro l’esportazione di armi italiane usate in Yemen.

Iraq: Il Pentagono annuncia la costruzione di una nave di guerra intitolata a Fallouja, città simbolo della resistenza irachena e rasa al suolo dagli USA.

Pakistan: Sequestrati 8 ufficiali ed agenti della polizia dai taliban-pachistani.

Sudan: Manifestazioni nell’anniversario della rivolta contro l’ex dittatore Omar Bashir.

Le notizie

Giordania

Le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nel covo del gruppo jihadista che aveva ucciso il vice capo della polizia di Maan. Nello scontro a fuoco sono morti tre agenti ed è stato ucciso l’attentatore. Sono stati catturati 9 persone presenti nel covo e sequestrato un ingente quantitativo di armi, munizioni e esplosivi. Sono stati arrestati anche l’ex sindaco di Maan ed un imam di moschea, considerati molto influenti sulle contestazioni dei camionisti e tassisti contro il caro carburanti. In precedenza, in diverse città del regno, sono stati arrestati 44 persone accusate di gesti di violenza e devastazioni di proprietà pubbliche e provate (vetrine di negozi rotte e auto bruciate).  

Iran

Scontri armati nel sud est dell’Iran al confine con il Pakistan. Secondo l’agenzia stampa governativa, 3 pasdaran sono rimasti uccisi a Saravan nell’attacco di un gruppo di armati, che poi è riuscito a fuggire verso il territorio pachistano. La repressione dei movimenti di protesta pacifici ha risvegliato i sentimenti autonomisti e secessionisti della regione del Belucistan. Una deriva pericolosa che rischia di far abortire la rivolta democratica.

Continuano in tutto il territorio iraniano le manifestazioni di protesta e gli scioperi contro la crisi economica ed i bassi salari. Il regime usa le sentenze alla pena capitale come deterrente alla rivolta che sta travolgendo il potere degli ayatollah. I genitori di Mahdi Mohammed Karami hanno ricevuto una telefonata dal figlio che li informava della sentenza. In un video commovente, padre e madre hanno lanciato un video-appello alla magistratura di rivedere questo giudizio: “Abbiate timore di Allah, che non perdona gli oppressori!”. ( VEDI ). Karami, 22 anni, è campione di karatè ed è stato arrestato alla fine di novembre a Karaj, ad ovest di Teheran, durante i funerali di un giovane assassinato dai basiji, la milizia giovanile dei pasdaran. È stato processato una settimana dopo insieme ad altri 5, con l’accusa di aver ucciso un basiji. Una sola udienza collettiva di un’ora senza avvocati difensori di fiducia. L’avvocato d’ufficio non ha mai risposto alle telefonate delle famiglie.

Libia 1

Il procuratore generale della Libia ha confermato la sentenza a 17 condanne a morte per i miliziani dell’Isis, che avevano controllato per oltre un anno la città di Sabratha, fino al 2017. Il totale degli imputati è 41 miliziani. Oltre ai condannati a morte, due jihadisti sono stati condannati all’ergastolo e gli altri a varie pene detentive. La maggior parte degli imputati erano stranieri, principalmente tunisini. 

Secondo le indagini della procura il gruppo è responsabile della morte di 53 civili, sequestri di persone per fine di riscatto, tra i quali 4 cittadini italiani, sia nella città di Sabratha, 80 km a ovest della capitale, sia nei dintorni.  

Turchia

La Corte suprema della Svezia ha bloccato l’estradizione del giornalista turco Bulent Kenes. Il governo di Ankara lo accusa per il tentativo di golpe del 2016. In un comunicato stampa, la Corte svedese scrive che nei confronti di Kenes vi sarebbe il rischio di persecuzione a causa delle opinioni politiche personali. Dopo il parere della Corte suprema, l’esecutivo di Stoccolma non potrà estradare Kenes in Turchia.

Kenes è stato redattore capo del quotidiano in lingua inglese “Today’s Zaman”, che le autorità turche hanno chiuso dopo il tentativo di colpo di Stato del 2016.

Durante la recente visita del premier svedese ad Ankara, il neo sultano ha più volte ripetuto: “Deportare questo terrorista in Turchia è molto importante per noi”. La fumata nera arrivata da Stoccolma potrebbe adesso spingere Erdogan a stoppare l’adesione svedese nella Nato.

A inizio dicembre la Svezia ha estradato Mahmut Tat, condannato in Turchia a 6 anni per le sue idee politiche. Aveva chiesto l’asilo politico in Svezia nel 2015, ma la domanda era stata respinta.

In Turchia, la procura generale ha chiesto il congelamento dei conti correnti del Partito democratico dei Popoli (HDP), con l’accusa di legami con il PKK. L’udienza davanti alla corte costituzionale si terrà il 10 gennaio, quando il PM pronuncerà le motivazioni della richiesta di congelamento. L’HDP avrà 30 giorni per rispondere sempre verbalmente alla requisitoria. L’HDP è il terzo partito in Parlamento ed ha subito le persecuzioni del regime di Erdogan, che intende per via giudiziaria bloccare la partecipazione del partito alle elezioni della primavera prossima.

La procura aveva chiesto anche lo scioglimento del partito e in un altro punto la sospensione dall’attività politica di 451 dirigenti e attivisti per un periodo di 5 anni. Questa offensiva giudiziaria arriva a ridosso delle elezioni presidenziali del giugno 2023 e non sfugge il reale significato politico.

Libia 2

È stato pubblicato il rapporto di Amnesty International sulle atrocità della “Brigate Tarek Bin Ziyad”, guidata da Saddam Haftar, responsabile di arresti, sparizioni forzate e torture contro oppositori politici, giornalisti, difensori dei diritti umani nelle zone della Libia sotto il controllo dell’esercito nazionale libico del generale Khalifeh Haftar.

La ricerca di Amnesty è stata effettuata intervistando privatamente vittime della repressione del figlio del generalissimo, dopo il loro rilascio, oppure familiari di persone sparite e mai ritrovate. Sono 25 i casi di sparizioni forzate accertate, di persone che sono state rapite da uomini armati e poi spariti nel nulla. Di tre casi seguiti, i corpi sono stati rinvenuti, con segni di torture e mutilazioni uccisi con una pallottola alla nuca. 

Il periodo di osservazione svolto degli esperti di Amnesty International è dal 2017 al settembre 2022. 

Il Comunicato di AI in inglese: QUI

Il rapporto della ricerca, 21 pagine sempre in inglese, in formato pdf: qui 

Yemen

Oggi si tiene a Roma l’udienza davanti al GIP sul caso delle armi italiane esportate in Arabia Saudita e usate nella guerra in Yemen. Il GIP deciderà se le indagini penali debbano proseguire o procedere direttamente al Processo.

La Coalizione militare guidata da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti è accusata di avere ucciso una famiglia di sei persone in un attacco aereo del 2016 nel villaggio di Deir Al-Hajari, nello Yemen nord-occidentale. Iresti di bombe ritrovati sul luogo dell’attacco sono stati prodotti da RWM Italia S.p.A., una filiale del produttore di armi tedesco Rheinmetall AG. Nell’aprile 2018 l’European Center for Constitutional and Human Rights (ECCHR), l’organizzazione yemenita Mwatana for Human Rights e la Rete Italiana Pace e Disarmo hanno presentato una denuncia penale contro i dirigenti di RWM Italia e alti funzionari dell’Autorità nazionale italiana per l’esportazione di armamenti (UAMA). 

Questa udienza rappresenta l’ultima opportunità per la magistratura italiana di garantire adeguatamente il diritto di accesso alla giustizia alle vittime della guerra in Yemen, che hanno visto distrutte le loro vite, le loro famiglie e il loro Paese in un conflitto alimentato dalle esportazioni di armi italiane. Per maggiori info: QUI

Iraq

Il Pentagono ha comunicato che è in procinto di inaugurare la costruzione di una nuova nave di guerra che sarà denominata “USS Fallouja”. La questione ha suscitato molte perplessità e discussioni perché la città di Fallouja in Iraq è stata teatro di una forte resistenza contro le forze di occupazione statunitensi e di molte atrocità compiute da queste ultime contro la popolazione civile, nel biennio 2003-2004. Città rasa al suolo quasi completamente per domare la resistenza della popolazione irachena. Non lontano da questa città è infatti situato il famigerato carcere di Abu Ghraib, dove venivano torturati i prigionieri iracheni e dove hanno ricevuto il battesimo i principali leader fondatori di Al-Qaeda (Zarqawi) e Daiesh/Isis (Al-Baghdadi). Il giornale “The Intercept” ha intitolato “Non è uno scherzo” e l’autore si è chiesto se i generali, “scegliendo questo nome, volessero mandare un messaggio che gli Stati uniti sarebbero capaci di distruggere tutto ciò che si frappone ai loro obiettivi”: QUI

Pakistan

Nella città di Bannu, un gruppo di 30 miliziani taliban pachistani sono asserragliati in un commissariato di polizia con 8 ostaggi, tutti poliziotti e militari. L’operazione è iniziata nel carcere annesso al commissariato quando, in fase di interrogatorio, un gruppo di miliziani ha strappato le armi ai poliziotti, ha disarmato altri sotto la minaccia e poi liberato altri detenuti.  Il gruppo di sequestratori chiede un salvacondotto fino al confine con l’Afghanistan. Un primo tentativo di liberare gli ostaggi con un blitz è fallito. I taliban-Pakistan hanno rivendicato l’operazione e per dare credibilità al comunicato, postato su account social fiancheggiatori, hanno pubblicato un video dove si vedono gli ostaggi sotto minaccia delle armi con un miliziano che simulava l’esecuzione. Una fonte della sicurezza pakistana ha confermato che le riprese riguardano il commissariato di Bannu.

Sudan

Nell’anniversario delle manifestazioni popolari che avevano portato alla caduta del dittatore Omar Bashir, 19 dicembre, si sono svolte a Khartoum grandi manifestazioni per respingere il permanere dei militari nel cuore del potere. L’accordo tra i partiti e i generali golpisti non sembra che abbia impresso cambiamenti nell’assetto istituzionale e i militari continuano e dettare l’agenda, chiedendo alle parti politiche di raggiungere un “accordo che non esclude nessuno”, allusione indiretta ai seguaci dell’ex dittatore.

Durante le manifestazioni di ieri ci sono stati scontri con pietre da una parte e manganelli e lacrimogeni, dall’altra.

Il perdurare dell’indeterminazione politica aggrava la situazione economica, già pesante di per sé, a causa delle guerre locali, le rivendicazioni autonomiste e l’embargo finanziario da parte dei paesi occidentali, che si aggiungono all’epidemia covid19 e alla guerra in Ucraina, che ha avuto effetti su tutta l’economia mondiale.

Notizie dal mondo

Sono passati nove mesi e 25 giorni di guerra russa in Ucraina.

Appelli:

Sostenete Anbamed

Comincia la campagna per gli ABBONAMENTI 2023.

Questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente continua “puntuale, completa e senza interruzioni”, come l’ha definita un collega e, quindi, merita il vostro sostegno.

L’amico fotografo Marco Costa ha donato 10 foto b/n stampa in camera oscura. Le potete ammirare QUI.

Andranno in regalo ai primi dieci abbonati del 2023.

Questa rassegna sopravvive grazie ai contributi dei suoi lettori e ascoltatori.

Ecco i dati per il versamento:

Associazione Anbamed, aps per la Multiculturalità

Iban: IT33U0891382490000000500793

Se continuiamo a tenere vivo questo spazio è grazie a te. Anche un piccolo contributo per noi significa molto. Torna presto a leggerci ed ascoltarci.

Approfondimenti:

Finestra sulle Rive Arabe N° 8: La litteratura tunisina parla arabo.

di Jolanda Guardi

1 commento

  1. […] Per ascoltare l’audio: clicca qui […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *