Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

Per ascoltare l’audio di oggi:

26 aprile 2023.

Rassegna anno IV/n. 115

Per informazioni e contatti, manda un messaggio:

anbamedaps@gmail.com

Le vignette sono QUI

Sostenete Anbamed!

Le donazioni nel mese di marzo sono state di 680 € (+ 400 € rispetto al mese di febbraio). Grazie ai nostri sostenitori.

Tutte le indicazioni per versare un contributo si trovano in fondo a questa newsletter e nel sito (ecco il link).

I titoli:

Sudan: Tregua traballante. Popolazione in fuga verso i paesi confinanti. L’ONU ha evacuato da Port Sudan tutto il personale internazionale. Gli islamisti di Al-Bashir fuggiti dal carcere alzano la testa e prendono posizione a fianco del golpista Burhan. Nessuna soluzione politica all’orizzonte.

Migranti: Un’altra strage nel Mediterraneo. Un gommone con 80 persone a bordo si è inabissato al largo delle coste libiche. Pochi superstiti.

Turchia: Oltre 100 curdi arrestati in una campagna del terrore preelettorale.  

Palestina Occupata: Un colono israeliano ferito a colpi di pistola, a nord di Ramallah.

Tunisia: Il leader dell’opposizione Ghannouchi si astiene dagli interrogatori per protesta.

Siria: Bombardamenti e droni turchi a sud di Kobane.

Iran: Due attrici iraniane denunciate dalla polizia per aver pubblicato foto con i capelli scoperti.

Le notizie

Sudan

A Khartoum una tregua incerta con sparatorie, mentre la popolazione fugge e continuano le operazioni di evacuazione degli stranieri. Una fase delicata che non è stata esente da sparatorie contro i civili e i militari stranieri che supervisionavano le operazioni di evacuazione. Un soldato francese è stato ferito da uomini armati. L’ONU ha evacuato tutto il personale internazionale e loro famiglie, su una nave militare francese da Port Sudan verso Gedda in Arabia Saudita.

La popolazione e molti stranieri fuggono via terra dai valichi di frontiera ai confini con l’Egitto, Ciad, Sud Sudan e Etiopia. La frontiera del Ciad è stata chiusa dopo il passaggio di 20 mila profughi, mentre quella egiziana lavora a pieno regime. Tra i due paesi esiste un accordo di libero passaggio senza visti e migliaia di famiglie sudanesi hanno trovato accoglienze presso le case egiziane. In Egitto vivono già 5 milioni di sudanesi.

La tregua dovrebbe aprire la strada ad un possibile negoziato, come auspicato da tutti i partiti sudanesi e delle organizzazioni sindacali e di categoria e dalle associazioni della società civile, che non hanno mai mancato di far sentire la loro voce, in questi febbrili giorni di guerra, per la pacificazione, con la salda determinazione nel rivendicare il passaggio ad un governo civile.

I due generali golpisti si dichiarano non disponibili a sedersi al tavolo delle trattative fino alla sconfitta dell’avversario, ma questo come si è visto sul terreno non è alla portata di nessuna delle due parti.

Sulla vicenda dell’apertura delle carceri si ripetono le accuse reciproche. L’esercito sostiene che le milizie hanno costretto le amministrazioni carcerarie ad apire i cancelli per far fuggire criminali e uomini del vecchio regime, mentre le milizie sostengono che l’esercito ha colpito con le bombe e ordinato la liberazione dei gerarchi della dittatura.

La polemica tra i due belligeranti si è inasprita dopo il messaggio audio lanciato da un ex detenuto ricercato dalla Corte Penale Internazionale, Ahmed Haroun. È un ex ministro della dittatura ed appartenente al partito islamista al potere prima del 2019. Nel file audio spiega che “tutti i politici sono usciti dal carcere dopo 9 giorni senza acqua e cibo e sottoposti a bombardamenti. Non è stato compiuto da parte dei prigionieri nessun atto di violenza. Quando la giustizia riprenderà il suo corso, tutti siamo pronti a sottoporci al volere della magistratura”. Alla conclusione del suo intervento Haroun prende parte a fianco dell’esercito. Ai tempi della dittatura tra Haroun e Hamidati erano state registrate forti contraddizioni sulla gestione dei Janjaweed in Darfur. È dovuto intervenire Al-Bashir di persona per sistemare le cose, nominando Haroun ministro.

La famiglia dell’ex dittatore ha comunicato che Al-Bashir si trova tuttora nell’ospedale militare e non è fuggito. Ma su questo punto non c’è nessuna prova certa e concreta.

Migranti

La marina libica ha salvato un gruppo di migranti al largo delle coste di Qasr Garaboulli, ad est di Tripoli. Sono stati raccolti anche 11 corpi di persone annegate. Ci sarebbe un consistente numero di dispersi, che non è stato possibile quantificare per le diverse dichiarazioni dei sopravvissuti. Uno dei superstiti ha affermato che “sul gommone erano in 80 assiepati all’inverosimile e quando il mezzo ha cominciato ad imbarcare acqua, i migranti hanno chiesto di tornare indietro, ma l’uomo sul timone si è rifiutato e di conseguenza è avvenuta una gigantesca rissa e la maggior parte delle persone sono finite in acqua. Molti non ce l’hanno fatta e sono annegati. Non so come mi sono salvato. Sono svenuto e non ricordo nulla. Ho ripreso coscienza sulla spiaggia, mentre i medici mi stavano rianimando”. I migranti erano tutti dall’Egitto, Pakistan, Siria e Tunisia.  

Turchia

Il terrore della polizia contro i curdi in piena campagna elettorale. Più di 100 persone, tra i quali avvocati, giornalisti, attori e uomini politici, sono state arrestate in 21 province, compresa Dyiarbakir, capoluogo a maggioranza curda. Le accuse sono come al solito “terrorismo”. Il presidente del sindacato degli avvocati di Dyiarbakir ha affermato che i difensori sono stati impediti di prendere contatto con i loro assistiti ad oltre 24 ore dall’arresto. Ha commentato: “è un evidente tentativo di intimidire gli elettori curdi”.

L’associazione per i diritti umani MLSA ha comunicato che gli arrestati hanno subito perquisizioni delle loro case nelle prime ore del giorno di ieri, subito dopo mezzanotte e sono stati portati via libri e manifesti di iniziative pubbliche. La tv pubblica TRT sostiene che gli arrestati potrebbero essere implicati in operazioni di finanziamento del PKK. A tre settimane dal voto per le presidenziali, il regime di Erdogan intende inculcare nella gente curda il terrore, per persuaderla dall’andare a votare. Soprattutto dopo che il partito democratico dei popoli (HDP) ha deciso di non presentare un proprio candidato alle presidenziali, per arrivare alla sconfitta di Erdogan e favorire il candidato del tavolo esagonale dei partiti di opposizione. Nelle ultime elezioni del 2018, l’HDP è arrivato terzo con l’8,4% dei voti espressi.

Palestina Occupata

Un colono israeliano è stato ferito da un colpo di arma da fuoco sparato da un palestinese su un’auto in corsa. È avvenuto a nord di Ramallah, in una località denominata Wadi Harmia. La Cisgiordania e Gaza sono ermeticamente chiuse per decisione delle autorità di occupazione militare israeliane, in occasione dei festeggiamenti per l’anniversario della creazione dello Stato di Israele sulla terra palestinese. La tensione è molto alta anche a causa della ripresa delle invasioni dei coloni nella moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme est e per le continue aggressioni contro i contadini palestinesi e la distruzione delle loro piantagioni.

Tunisia

Il leader del partito Ennahda ed ex presidente del Parlamento, Ghannouchi, si è astenuto dal partecipare all’interrogatorio ed è rimasto in cella. La figlia Samiya ha scritto sul proprio account social che suo padre “non intende sottostare alla farsa delle infinite sedute di interrogatori su elementi vuoti, con l’unico obiettivo di esaurirlo fisicamente e psicologicamente”. L’arresto del leader islamista è avvenuto lo scorso giovedì dopo un interrogatorio su alcune sue dichiarazioni ritenute di incitamento alla violenza. In realtà aveva semplicemente detto che i continui arresti di esponenti dell’opposizione senza accuse e senza processi è di fatto una dichiarazione di guerra. Due giorni fa è stato condotto alla corte anti terrorismo in seguito ad una denuncia anonima. Un accanimento contro un uomo di 80 anni che ha subito il carcere e l‘esilio durante la dittatura di Bin Alì.

Siria

La riunione a Mosca dei ministri della difesa di Ankara e Damasco, alla presenza di quello russo e iraniano, sembra aver fatto passi avanti nel riavvicinare i due paesi alla normalizzazione dei rapporti. Lo afferma il ministro della difesa turco, sottolineando che sono stati discussi i temi del ritorno dei rifugiati siriani in Turchia alle loro case, la necessità di coordinare gli sforzi nella lotta contro il terrorismo e di garantire l’unità territoriale della Siria. Tutti argomenti utili alla propaganda elettorale di Erdogan. Il comunicato siriano invece mette l’accento sul ritiro delle truppe di occupazione turche da tutto il territorio siriano.

Nel frattempo l’esercito di Ankara ha bombardato ieri con l’artiglieria pesante la zona rurale di Kobane. Ci sono stati soltanto danni materiali, senza vittime tra miliziani curdi e civili. Nella stessa zona un drone turco ha lanciato un missile che ha distrutto un’auto, uccidendo due persone a bordo e ferendo una terza.  

Iran

Le due attrici iraniane Katayoun Riahi e Pantea Bahram sono state denunciate dalla polizia per aver postato sulle piattaforme social delle loro foto senza l’hijab. Nella denuncia alla procura cosiddetta “dell’orientamento sulla retta via”, la polizia ha elencato le innumerevoli occasioni pubbliche nelle quali le due attrici si sono presentate con i capelli scoperti. Una durante una presentazione di un film e l’altra per i funerali di un attore. Riahi è stata tra le prime donne famose dello spettacolo a togliere l’hijab in segno di protesta contro l’assassinio di Zina Mahsa Amini ed è stata condotta in carcere per diverse settimane.

La disobbedienza civile delle donne iraniane continua con il gesto liberatorio di andare a capo scoperto, malgrado le minacce, le restrizioni e le punizioni imposte dalle autorità di governo.

Notizie dal mondo Sono passati 14 mesi e 1 giorno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

Approfondimenti

  • In ricordo del grande Gianni Minà

di Amerigo Kashbur vai all’articolo

  • “Eurocentrismo” di Samir Amin

di Giorgio Riolo QUI

  • [Finestra sulle Rive Arabe] Alla scoperta del romanzo kuwaitiano

di Federica Pistono qui

Annunci

Qui le vignette dell’ottimo Mimmo Lombezzi).

Il 30 aprile si terrà, in presenza ed online, l’assemblea dei soci di Anbamed. Più avanti vi forniremo l’odg e il link per partecipare. All’assemblea saranno invitati/e anche abbonati/e e amici/amiche di Anbamed, senza diritto di voto.

Si è tenuta 11 aprile la giornata di iniziative a sostegno della liberazione di Julian Assange in diverse città d’Italia e d’Europa, a quattro anni dal suo arresto. Il movimento “Free Assange” ritiene importante che anche nelle nostre città si ricordi la vicenda umana e giudiziaria del fondatore di WikiLeaks, poiché questa vicenda va ben oltre la figura di Assange e mette in discussione diritti e libertà fondamentali di noi tutte/i. (Per approfondire).

Il 22 aprile 2023 è partita la raccolta firme per la campagna referendaria denominata “L’Italia per la pace” promosso dalla Cooperativa di mutuo soccorso ecologica Generazioni Future (erede della visione del mondo dei beni comuni di Stefano Rodotà), portavoce prof. Ugo Mattei, unitamente al Comitato Ripudia la Guerra, portavoce il prof. Enzo Pennetta. (QUI)

Giovedì 27 aprile 2023 ore 20.30

La crisi israeliana 

nel terremoto sociale e politico

dell’area euromediterranea

cerniera del “nuovo disordine mondiale”.

a cura del “Centro di documentazione contro la guerra”

Per seguire on-line, chiedi il link a questo Indirizzo di posta eletronica

Campagna Amnesty International per la chiusura di Guantanamo. Da 21 anni il centro di detenzione di Guantánamo è una vergogna per i diritti umani. La maggior parte dei detenuti non è mai stata accusata di nessun reato. Troppi hanno subito feroci torture e maltrattamenti.

Il centro di Guantánamo deve chiudere!

Firma ora l’appello di Amnesty International. QUI

Pubblicato il numero 1/2023 della Rivista “Diritto, Immigrazione e Cittadinanza” promossa da ASGI e Magistratura Democratica dal 1999.
Dal 2017 la Rivista è passata dal formato cartaceo al sito internet dove pubblica i suoi contenuti gratuitamente online.

Sostenete Anbamed

Le donazioni sono deducibili dalle tasse.

Dal 2 febbraio 2023, l’associazione Anbamed, aps per la Multiculturalità è registrata nel RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) nell’elenco delle associazioni di promozione sociale. Questo significa che tutte le donazioni versate sul conto corrente di Anbamed nel 2023 saranno deducibili dalle tasse dei donatori (nella dichiarazione dei redditi 2024) e si potrà destinare il 5 per mille (sempre nella dichiarazione 2024).

Questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente continua “puntuale, completa e senza interruzioni”, come l’ha definita un collega e, quindi, merita il vostro sostegno.

Questa rassegna sopravvive grazie ai contributi dei suoi lettori e ascoltatori

Ecco i dati per il versamento:

Associazione Anbamed, aps per la Multiculturalità

Iban: IT33U0891382490000000500793

Se continuiamo a tenere vivo questo spazio è merito tuo/vostro. Anche un piccolo contributo per noi significa molto.

Torna/te presto a leggerci ed ascoltarci!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *