Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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06 maggio 2023

Rassegna anno IV/n. 125 (1012)

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Sudan: Tre settimane di guerra. Infuriano i combattimenti. Un centro commerciale andato in fiamme. 17 mila tonnellate di aiuti internazionali rubati armi in mano. Una delegazione dell’esercito è arrivata a Gedda per le trattative “tecniche e non ploitiche”.

Siria: Nella provincia di Hasake, un drone turco uccide un dirigente curdo e le due guardie del corpo.

Tunisia: Un teologo afferma che l’hijab non è obbligatorio nella dottrina islamica.

Marocco: Il capodanno Amazigh diventa festa nazionale.

Letteratura araba: È morto in Siria lo scrittore Haydar Haydar, all’età di 87 anni.

Le notizie:

Sudan

La guerra in Sudan tra i due generali golpisti è entrata nella terza settimana. I combattimenti non accennano a diminuire, anzi si allarga la zona degli scontri nella capitale. I bombardamenti di ieri hanno causato un incendio in un centro commerciale che è stato completamente divorato dalle fiamme. Secondo rapporti di organismi sanitari, sono morti 700 civili e 5000 i feriti sia militari che civili. Non si conosce il numero dei morti tra i militari, perché nessuna delle due parti ha fatto conoscere le proprie perdite. Secondo l’ONU gli sfollati sono 335 mila mentre i rifugiati nei paesi confinanti sono finora 115 mila, ma il numero continua a crescere. Secondo un rapporto del PAM (programma alimentare mondiale) sono state rubate con la forza delle armi, in diverse operazioni, 17 mila tonnellate di aiuti per un valore di 13 milioni di dollari.

A Gedda è arrivata la delegazione dell’esercito per quello che viene chiamato un confronto tecnico e non politico, per l’applicazione della tregua in modo che nessuna delle parti la utilizzi per rafforzare le proprie posizioni di controllo militare sul terreno.

Anche il Cairo è entrata sulla linea della riconciliazione tra i due belligeranti. Il ministro degli esteri Shokri ha sollecitato i generali al rispetto del cessate il fuoco per permettere l’arrivo degli aiuti internazionali e rimettere in sesto il sistema sanitario. Il Cairo ha convocato per domani una riunione straordinaria dei ministri degli esteri della Lega araba, per affrontare la crisi sudanese e la situazione in Siria, le due emergenze ancora irrisolte.   

Le forze politiche e della società civile sudanesi continuano a rivolgere gli appelli alla composizione del conflitto con il ritorno all’accordo per il passaggio ad “un governo civile e un solo esercito”, con l’ingresso delle milizie nelle file delle forze armate e della sicurezza. Ma gli interessi dei belligeranti e dei loro alleati internazionali e regionali sono lontani da un percorso simile.

Le responsabilità di Washington e Londra sono palesi nel percorso politico finora intrapreso e che ha portato al disastro attuale. Ricorda lo scenario libico del 2019 con la guerra dell’esercito di Haftar contro le milizie di Tripoli, dove però sulla scena libica le interferenze di Russia e Turchia erano palesi. In questa crisi sudanese, la stampa occidentale ha continuato a parlare dell’intervento dei mercenari della Wagner, senza portare una pezza di prova, se non le dichiarazioni interessate dei governi. Non un solo mercenario russo è stata mai documentata la sua presenza in campi di addestramento o in combattimento, ma si continua ad usare questo spauracchio per mantenere il controllo sul futuro del Sudan e di tutto il Corno d’Africa. Non è stata accolta positivamente dalle organizzazioni popolari a Khartoum la dichiarazione dell’amministrazione Biden sulla presunta “minaccia degli interessi nazionali USA”, un’avvisaglia di un intervento diretto, come avvenne in Somalia. Un altro caso dell’applicazione della dottrina del “caos creativo”.     

Siria

Un drone partito dal territorio turco ha colpito, nella provincia di Hasake, nel nord est della Siria, un’auto dell’amministrazione autonoma curda. È stato ucciso un funzionario e due sue guardie del corpo. È il 13esimo attacco con droni dell’esercito turco in territorio siriano autonomo dall’inizio dell’anno.

Tunisia

Il teologo tunisino Mohammed Bin Hmoud ha affermato che l’hijab non è obbligatorio nell’Islam. In un’intervista televisiva ha spiegato che l’hijab è un retaggio culturale delle tradizioni delle diverse società musulmane. Ha negato che ci sia un testo coranico esplicito che rende l’hijab obbligatorio e che molti detti del profeta su quell’argomento sono dubbi. E poi ha concluso di aver convinto la moglie a togliere l’hijab ed ha annunciato la prossima uscita di un suo libro sul tema. Una valanga di proteste sui social da parte delle tigri da tastiera, che lo hanno accusato di eresia.

Marocco

Re Mohammed VI ha emesso un decreto per dichiarare festa nazionale il capodanno Amazigh, il 13 gennaio. In questo modo è stata riconosciuta la parità nelle festività civili riconosciute dallo Stato per l’inizio del calendario solare cristiano e quello arabo-islamico. È sicuramente un passo che va nella direzione del testo costituzionale, approvato nel 2011, che riconosce la lingua Amazigh come lingua ufficiale dello Stato, a fianco dell’arabo.

Letteratura araba

È morto in Siria lo scrittore Haydar Haydar. Aveva 87 anni ed è stato tra i fondatori della Lega degli scrittori arabi, nel 1963, a Damasco. Un narratore dalla penna fine ed ha scritto romanzi che hanno lasciato un segno nella letteratura araba. Uno dei suoi romanzi più apprezzati è stato “Un banchetto per le alghe”, pubblicato nel 1983, che racconta la storia di un comunista iracheno fuggito alla repressione del regime baathista ed approdato in Algeria ad insegnare lingua araba. Per l’edizione egiziana del 2000, un giornalista islamista lo ha bollato di blasfemia, portando al sequestro del libro ma anche ad una campagna di solidarietà con l’autore siriano. In italiano è uscita la traduzione di un suo racconto nella raccolta curata dalla prof. Isabella Camera D’Afflitto, “Narratori arabi del Novecento” edizione Bompiani.

Notizie dal mondo Sono passati 14 mesi e 11 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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