Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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07 maggio 2023

Rassegna anno IV/n. 126 (1013)

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I titoli:

Sudan: Iniziano le trattative indirette di Gedda. La guerra a Khartoum non si ferma. Saccheggiate e incendiate molte fabbriche.

Palestina Occupata: Rastrellamento israeliano a Tulkarem. Due giovani palestinesi assassinati.

Iran: Eseguita la condanna a morte contro Chaab, dissidente politico della regione di Al-Ahwaz.

Israele: decine di migliaia di manifestanti protestano contro Netanyahu e la sua riforma della magistratura.

Iraq: La crisi idrica verrà affrontata in sede ONU per il contenzioso con Iran e Turchia sulle quote delle acque dei fiumi.

Jihadismo: 400 donne di Daiesh detenute in Iraq sono entrate in sciopero della fame.

Le notizie:

Sudan

Sono iniziate ieri a Gedda, in Arabia Saudita, le riunioni indirette per una tregua in Sudan. Due delegazioni militari, in due sale diverse, si sono confrontate con la mediazione di funzionari sauditi sulle modalità di rafforzare la tregua sul terreno. Le dichiarazioni delle due parti sono improntate al rifiuto di una soluzione politica del contenzioso tra i due generali golpisti e limitano la competenza delle trattative alle questioni tecniche.

Nel frattempo infuriano le battaglie a Khartoum e in altre città per il controllo di posizioni strategiche, mettendo a repentaglio la vita dei civili.

Ankara ha deciso il trasferimento dell’ambasciata turca da Khartoum a Port Sudan, in seguito alla raffica di mitra che ha colpito l’auto dell’ambasciatore.

Molte fabbriche sudanesi sono state saccheggiate e date al fuoco da elementi armati.

La sofferenza della popolazione civile continua e non ci sono elementi per la composizione politica del conflitto in tempi brevi.  

Palestina Occupata

Un ennesimo rastrellamento delle forze di occupazione israeliane nella Cisgiordania. A Tulkarem sono stati uccisi due giovani palestinesi, Samer Shafy’i (22 anni) e Hamza Khariush (22 anni), colpiti al collo e al torace dalle pallottole dei soldati. In tutto il distretto è stato dichiarato lo sciopero generale contro la condotta dell’esercito israeliano.

A Nablus sono stati svolti i funerali di altri 3 giovani palestinesi uccisi a marzo. I loro corpi erano stati presi in ostaggio dall’esercito israeliano e riconsegnati alle famiglie soltanto ieri. Un macabro rito di vendetta gratuita contro i familiari delle vittime.

Secondo il ministero della sanità palestinese, sono 110 le vittime della repressione israeliana in Cisgiordania dall’inizio dell’anno.

Iran

Il regime degli ayatollah continua le esecuzioni dei dissidenti. Ieri è stata eseguita la condanna a morte nei confronti di Habib Chaab, cittadino svedese di origine iraniana, accusato di reati di terrorismo. Chaab è stato il presidente di un movimento separatista della regione iraniana a maggioranza araba, Al-Ahwaz. In un processo farsa senza diritti alla difesa e senza la possibilità di comunicare con la rappresentanza consolare, il leader politico è stato ritenuto responsabile di un attentato compiuto durante una parata militare dei pasdaran, il 12 settembre 2018, che aveva provocato la morte di 25 miliziani. I separatisti avevano negato qualsiasi loro implicazione nell’organizzazione di quella strage, che era stata, invece, rivendicata dall’Isis.

Chaab era stato rapito dai servizi segreti iraniani ad Istanbul nel 2020 ed era stato trasferito clandestinamente a Teheran.

Il governo iraniano aveva tentato di barattare il caso Chaab con quello di Habib Nouri, l’ex giudice arrestato e condannato all’ergastolo, in Svezia, per le sue responsabilità nelle repressioni del 1988 in Iran.  

Israele

Per la 18esima settimana, si sono tenute a Tel Aviv ed in altre città israeliane manifestazioni con migliaia di adesioni, per protesta contro il governo Netanyahu e la sua riforma giudiziaria. Nella capitale decine di migliaia di persone hanno scandito slogan contro il premier e il suo tentativo di salvarsi dai processi. Un’enorme striscione orizzontale, portato da centinaia di persone, visibile dall’alto, porta la frase: “Non sarai mai il dittatore!”.

La riforma del governo comporta il controllo della maggioranza sulla composizione della suprema corte e la riduzione dei suoi poteri. Dopo le forti proteste e lo sciopero generale nazionale a marzo, il premier ha sospeso il dibattito parlamentare. Le trattative con l’opposizione non hanno portato a un compromesso.

Iraq

La questione idrica in Iraq sta assumendo dimensioni catastrofiche, per il lavoro e la vita della popolazione. Si è tenuta a Baghdad la terza conferenza sulle risorse idriche, con la partecipazione di esperti e politici. Il premier Al-Soudani ha affermato che il suo governo ha chiesto all’ONU un intervento giuridico per garantire i diritti dell’Iraq.

I due fiumi Tigri e Eufrate, che avevano dato il nome alla regione della Mesopotamia, sono ridotti a torrenti a causa della scarsa pioggia e del controllo del flusso delle acque dalle dighe in Iran e Turchia, senza rispetto per le quote spettanti all’Iraq. Una condotta in violazione delle norme internazionali.

Jihadismo

400 donne detenute nel carcere di Rassafa, a Baghdad, hanno iniziato due settimane fa uno sciopero della fame per protesta contro le condizioni di prigionia.  Sono tutte donne di nazionalità straniera, arrivate in Iraq per raggiungere il fu falso califfato. Sono state condannate a lunghe pene detentive (da 15 anni all’ergastolo) e qualcuna anche alla pena capitale. Hanno fatto trapelare clandestinamente all’esterno un video, nel quale denunciano maltrattamenti e torture e che sono state condannate sulla base di confessioni estorte. La direzione del carcere ha rifiutato di commentare i video, ma il ministero della giustizia iracheno ha ammesso che il carcere è affollato e contiene quattro volte la sua capienza. “Alcune di queste donne sono implicate nella riduzione in schiavitù delle donne yazide, durante l’occupazione di Sinjar da parte di Daiesh” – ha scritto il ministero. L’Iraq è in trattativa con i governi di provenienza, ma le operazioni di rimpatrio compiute si contano sulle dita di mano.

Notizie dal mondo Sono passati 14 mesi e 12 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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